Scor-data: 26 febbraio 2007
di Francesco Masala (*)
la Corte di giustizia dell’Aja definisce «genocidio» ciò che accadde a Srebrenica… è stata una vergogna, per tutti, meno che per gli abitanti di Srebrenica.
Nel quarto punto della risoluzione 819 del 16 aprile 1993 l’Onu decide di incrementare la propria presenza nella città di Srebrenica e nelle zone limitrofe; successivamente, il 6 maggio con la risoluzione 824, istituì come zone protette le città di Sarajevo, Tuzla, Zepa, Goražde, Bihać e Srebrenica; inoltre, con la risoluzione 836, dichiarò che gli aiuti umanitari e la difesa delle zone protette sarebbero stati da garantire anche all’occorrenza con uso della forza, utilizzando soldati della Forza di protezione delle Nazioni Unite, i cosiddetti Caschi blu.
La cosiddetta zona protetta di Srebrenica fu delimitata dopo un’offensiva serba del 1993 che obbligò le forze bosniache ad una demilitarizzazione sotto controllo dell’ONU. Le delimitazioni delle zone protette furono stabilite a tutela e difesa della popolazione civile bosniaca, quasi completamente musulmana, costretta a fuggire dal circostante territorio, ormai occupato dall’esercito serbo-bosniaco. Decine di migliaia di profughi vi cercarono rifugio.
Verso il 9 luglio 1995, la zona protetta di Srebrenica e il territorio circostante furono attaccati dall’armata serbo-bosniaca. Dopo un’offensiva durata alcuni giorni, l’11 luglio l’esercito serbo-bosniaco riuscì ad entrare definitivamente nella città di Srebrenica.
Gli uomini dai 14 ai 65 anni furono separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani, apparentemente per procedere allo sfollamento; secondo le istituzioni ufficiali i morti furono oltre 8.372, mentre non si hanno ancora stime precise del numero di dispersi. Fino ad oggi 6.414 salme riesumate dalle fosse comuni sono state identificate mediante oggetti personali rinvenuti oppure in base al loro DNA che è stato confrontato con quello dei consanguinei superstiti…
Un viaggio a Srebenica – Damiano Gallinaro
Come accade da alcuni anni a questa parte, quando si avvicina il Giorno della Memoria, ho preso la buona pratica di visitare un luogo che perpetui purtroppo la memoria di quanto può essere terribile e disumano l’uomo. E’ necessario che questi luoghi esistano, che questi memoriali vivano, perché molti che hanno purtroppo subito la barbarie stanno morendo e le voci pian piano si spengono.
Lo scorso anno ero stato a Mauthausen, una camminata di 5 km a piedi nella neve dalla stazione fino al Campo di Concentramento, poca gente, qualche zingaro. E già perché ci si dimentica spesso che i rom hanno subito lo stesso tragico destino degli ebrei e degli omosessuali e dei testimoni di Geova.
Ma quest’anno mi sono spinto in altri territori complice anche la partecipazione al Festival di Kustendorf sulle montagne tra Serbia e Bosnia.
A 43 km da Mokra Gora dove si tiene il festival , c’è Srebrenica.
Srebrenica è stata ed è per me un vero e proprio tormento, una ossessione, fin da quando, dopo troppo tempo qualcuno se ne accorse e iniziò a proiettarne le immagini in Tv.
Non voglio parlare di che cosa è successo a Srebrenica, nonostante tutto si è scritto molto e anche in maniera revisionista. Anche in questo caso per alcuni sembra quasi che ci siano stati una serie di strani suicidi di massa più che degli eccidi. Ma forse queste persone non hanno mai visitato Srebrenica…
Su Srebenica Joe Sacco ha fatto una graphic novel sul web (qui le prime immagini). Joe Sacco ha dedicato due grandissimi lavori a quella quella, uno su Sarajevo, l’altro “Gorazde area protetta”.
A Goradze pochi mesi primi si erano fatte le prove di massacro che a Srebrenica è stato perfezionato.
qui un gran lavoro di Roberta Biagiarelli e Luca Rosini:
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=2gDiqZUJIis]
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)
è possibile verificare la fonte di wikipedia? non trovo l’articolo di riferimento
se intendi il link di wikipedia, eccolo: http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Srebrenica
scusa mi sono espresso male, intendevo il link alla nota 6 dell’articolo, mi pare non ci sia nessuna fonte
ho cercato in internet e ho trovato questo link:
http://www.ic-mp.org/press-releases/icmp-makes-13000-dna-led-identifications-of-missing-persons-from-bosnia-herzegovinaicmp-ostvario-13000-dnk-identifikacija-osoba-nestalih-u-bosni-i-hercegovini/
ti ringrazio. senza entrare nel merito della questione (non ne ho le competenze) vorrei comunque sottolineare che lo ICMP è un organismo integovernativo nato su impulso di Bill Clinton, lo stesso che tra l’altro ha dato il via ai bombardamenti contro la ex-Jugoslavia. Forse bisognerebbe citare fonti terze per dare maggior credibilità al tema (non mi riferisco al tuo articolo, lo dico in generale sull’argomento).
so che ci sono tante ricostruzioni storiche, anche opposte (vedi qui, per esempio: http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2003/TR6_intervento_di_ivan_pavicevac.htm),
che a Srebrenica ci sia stato un massacro (uno dei tanti) mi sembra nessuno abbia dubbi.
la certezza è che quella è stata una guerra schifosa, a pochi chilometri da casa nostra, che anche tanti serbi sono stati vittime di giochi sulle loro teste, come tanti altri.
Bertolt Brecht lo sintetizzava benissimo:
“Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente
egualmente.”