Scor-data: 27 dicembre 1908

Arriva in edicola «Il corriere dei piccoli»

di Fabrizio Melodia (*)  

E anche nell’editoria italiana periodica fanno il loro ingresso in pompa magna i fumetti, nati poco tempo prima (1899) sulle pagine dei quotidiani statunitensi con il personaggio di Yellow Kid di Outcault. Ingresso davvero in grande stile, apparendo il 27 dicembre 1908 sulla nuova rivista «Il Corriere dei Piccoli» nientemeno che come supplemento del noto «Corriere della Sera», al costo di dieci centesimi a copia, fondato e diretto dal giornalista e romanziere Silvio Spaventa Filippi, il quale ricoprì la carica fino all’anno della morte, nel 1931; tuttavia il progetto era in realtà dovuto alla mente fertile di una donna, l’educatrice Paola Lombroso Carrara, figlia del più noto (e – diciamocelo – famigerato) Cesare Lombroso.

Silvio Spaventa Filippi, nonostante il cognome da paura, scrisse un bellissimo editoriale iniziale, dal significativo titolo «Come fu… come non fu» in cui esortava i ragazzi a leggere la rivista con la stesa attenzione con cui i genitori leggevano il «Corriere della Sera»: un appello insomma ai figli della nascente borghesia italiana fedele lettrice del «Corriere» ma raccolto anche da settori popolari visto che la prima tiratura raggiunse il ragguardevole traguardo delle 80mila copie.

Negli anni a seguire il «Corrierino», come venne affettuosamente soprannominato, riuscì persino (negli anni ’60) a raggiungere le 700.000 copie, complice – secondo l’allora direttore Guglielmo Zucconi – una forte epidemia di influenza.

Da subito e per diverse generazioni il «Corriere dei piccoli» fu una lettura di riferimento per bambini e ragazzi italiani. Quando nacque, le storie riflettevano l’impronta pedagogica dell’epoca, patriottica e risorgimentale. Come tutte le riviste per l’infanzia europee del primo Novecento le vicende non avevano quasi mai i fumetti (o “nuvolette” – in inglese: balloon) giudicati sconvenienti e diseducativi. Si pubblicavano in prevalenza racconti, poesie, brevi copioni teatrali. Tuttavia, ciò per cui «Il corriere dei piccoli» – come le analoghe riviste straniere – è rimasto famoso fu la prima pagina, invariabilmente dedicata a una storia con una sola tavola a colori, quasi sempre suddivisa in quattro strisce di due vignette ciascuna. Generalmente vi erano due distici sotto ogni vignetta; le strofe erano ottonari in rima baciata, secondo il modello dei cantastorie e dei fogli volanti dell’Ottocento.

Nel panorama dell’editoria per l’infanzia «Il corrierino» si distinse pubblicando la versione italiana di numerosi fumetti americani distribuiti dal King Features Syndacate di William Randolph Hearst, fra i quali «Mimmo, Mammola e Medoro» (in originale “Buster Brown), «Bibì e Bibò» (“The katzenjammer kids”, creati nel 1897), «Fortunello» (“Happy Hooligan”, nato nel 1899), «Arcibaldo e Petronilla» (“Bringing up father”), e «Mio Mao» (“Felix the cat”, ancora oggi presente in molte pubblicità). Le tavole delle storie non avevano le nuvolette originali ma erano appunto sottotitolate da filastrocche in rima baciata.

Accanto alle storie importate dagli Stati Uniti fiorì una notevole produzione italiana di storielle con una filastrocca/didascalia. Fra i più famosi personaggi di quest’epoca sono Bilbolbul di Attilio Mussino e Quadratino di Antonio Rubino, tuttora apprezzati per l’elegante disegno liberty e per il fantasioso surrealismo delle storie, che scherzano le prime con la lingua e le altre con la matematica.

Dopo la prima guerra mondiale arriverà una nuova generazione di disegnatori italiani che creerà una serie di macchiette destinate a entrare nel lessico dell’epoca. Carlo Bisi inventa «Sor Pampurio», caricatura del borghese nevrotico perennemente in cerca dell’appartamento ideale e alla fine delle storie, invariabilmente «decide arciscontento di cambiar d’appartamento», mentre Bruno Angoletta disegna «Marmittone», caricatura del soldato oppresso dai superiori.
Ma il più famoso personaggio di questa generazione è il «Signor Bonaventura» di Sto ovvero Sergio Tofano, che apparve il 28 ottobre 1917: iniziava ogni avventura con la fatidica frase: «Qui comincia l’avventura del Signor Bonaventura, ricco assai da far paura…» e terminava invariabilmente ricevendo in premio un assegno da un milione.
Da ricordare anche «Il prode Anselmo» e «Pier Cloruro de’ Lambicchi» e la sua Arcivernice che aveva il potere di animare qualsiasi illustrazione su cui venisse passata.

Così «Il corrierino» divenne una balia sicura per i genitori. La rivista rimase invariata nei contenuti e nella grafica fino alla venuta di Giovanni Mosca come direttore che fra il 1952 e il 1961 diede una sferzata al contrario: diminuì fumetti e vignette aumentando invece i racconti e le letture scritte. Da notare come fino a quell’epoca non era apparso sulla rivista nemmeno un fumetto con le classiche nuvolette.

Con la direzione di Guglielmo Zucconi (1961-1963) avvenne la svolta verso i fumetti puntando di più sulle storie adatte a un pubblico di ragazzi, tanto da introdurre un inserto, il «Corriere dei Piccolissimi», dedicato ai fratellini minori.

Fumetti a parte sul «Corrierino» scrissero personalità della letteratura italiana come Gianni Rodari, Dino Buzzati e Italo Calvino: di Buzzati fu pubblicato, prima di essere stampato in volume, il racconto «La famosa invasione degli orsi in Sicilia» (scritto nel 1945) e di Calvino «Marcovaldo» (del 1965).

Uno dei punti di forza del settimanale fu «Corrierino Scuola», inserto che per molti anni pubblicò schede (da utilizzare per le ricerche), atlanti geografici e storici, scenari naturalistici da completare e altri utili sussidi. Altra carta vincente furono i soldatini o i calciatori, le bamboline di carta coi vestiti e gli accessori più tutta una serie di giochi e di ambientazioni in carta da incollare su cartoncino e ritagliare.

Fra le rubriche meritano una citazione: «La palestra dei lettori», «Corrierino-club» e «Corrierino Sport».

A Zucconi succedette Franco Triberti (dal 1964 al 1972) imprimendo una svolta ulteriore, con il cambio di formato e introducendo la rivista completamente a colori, nella quale vennero pubblicati per la prima volta in Italia i fumetti della scuola franco-belga, fra i quali ricordiamo i famosissimi «Puffi» del belga Peyo, «Ric Roland», «Luc Orient», «Michel Vaillant», «Dan Cooper», «Bruno Brazil», «Bernard Prince», «Poldino Spaccaferro», «Gaston Lagaffe». Senza dimenticare però la vocazione divulgativa del settimanale: celebri le schede per le ricerche scolastiche e seguitissimi i romanzi a puntate (ad esempio «Efrem» o «Tommy River» di Mino Milani), pubblicati settimanalmente.

Il periodo della direzione Triberti può essere considerato il più fecondo per quanto riguarda i contenuti, per la pubblicazione di ottimi fumetti e la valorizzazione di autori e disegnatori, non soltanto stranieri; ad esempio Hugo Pratt con «Una ballata del Mare Salato» e Benito Jacovitti con i suoi personaggi «Cocco Bill», «Zorry Kid» e «Jak Mandolino».
Nè vanno dimenticati Leone Cimpellin e il suo «Tribunzio», Grazia Nidasio con «Valentina Mela Verde» e disegnatori del calibro di Toppi, Battaglia, Uggeri, Di Gennaro. Anche la giornalista Lea Maggiulli Bartorelli, che firmava con lo pseudonimo di Zietta Liù, fu collaboratrice della testata.
Nel 1970, proprio per ampliare lo spazio dedicato ai fumetti, il direttore Triberti aumentò il numero di pagine, da 52 a 68, anche se a discapito del colore. Infatti ora le pagine erano per metà a colori e per l’altra metà in b/n e rosso. La testata acquistò le caratteristiche di un vero e proprio “familiare d’informazione” per ragazzi, per le rubriche di sport, attualità, musica, cinema, scienza. A questo punto l’unica pecca del giornale era il nome, non più adatto al pubblico cui si rivolgeva. Così, dopo un referendum durato un paio d’anni, i giovani lettori interpellati decretarono che la rivista dovesse cambiare nome in «Corriere dei Ragazzi», creando un piccolo terremoto editoriale. Triberti chiese aiuto a Mario Oriani per reggere all’impatto: il cambio di nome avvenne con il numero 33 del 1971 e per un periodo una versione ridotta del «Corriere dei piccoli» continuò ad essere inserita come inserto per facilitare il cambio.

Successivamente il «Corrierino» si distaccherà dal fratello minore ritornando in edicola a 48 pagine metà a colori e metà in bianco/nero, al prezzo di 100 lire, con contenuti per bambini, sempre diretto da Oriani; mentre «Il corriere dei ragazzi», diretto magistralmente da Giancarlo Francesconi, proseguirà la sua avventura – con contenuti per adolescenti – lasciando un ricordo indelebile nei giovani lettori di quegli anni (1972-1975) per lo spessore dei contenuti e per la carica innovativa, tanto da essere ancor oggi ricordato come una delle migliori espressioni dell’editoria per ragazzi di sempre.

Nonostante le continue mutazioni di formula, anche dopo il 1972 ha pubblicato ottimi fumetti di grandi autori: basti pensare al «Gianconiglio» di Carlo Peroni, «RediPicche» di Luciano Bottaro, «Walkie & Talkie» di Giorgio Pezzin e Giorgio Cavazzano, i divertenti «Ronfi» di Adriano Carnevali o «Gennarino Tarantella» di Carlo Squillante.

In seguito, l’avvento della tv commerciale ha spinto il settimanale a modifiche nei contenuti, come pubblicare a fumetti le serie animate più in voga. Tuttavia, anche in questi anni apparvero sul «Corrierino» storie popolari che sarebbero continuate su altre riviste, come «La Pimpa» di Altan e «Diario di Stefi» di Grazia Nidasio.
Il giornale ha superato momenti molto critici, legati alle vicende, soprattutto politiche, che hanno interessato i suoi editori (nel periodo della gestione Rizzoli, all’epoca dello scandalo P2) che di fatto lo hanno lasciato navigare verso tirature sempre più basse, sino a farlo passare dalla RCS alla scandinava Egmont (nel 1994): è comunque uscito in edicola senza interruzioni fino al 15 agosto 1995. Un ultimo numero è stato distribuito nelle edicole lombarde nel gennaio 1996 per non perdere i diritti sulla testata.

Attualmente, sul sito web del «Corriere della Sera» è presente una versione del «Corriere dei piccoli» on line, un po’ più ridotta rispetto all’originale cartaceo, comunque composta da diverse rubriche.

Il 27 dicembre 2008 «Il corriere dei piccoli» ha compiuto 100 anni e le Poste Italiane hanno pubblicato un francobollo celebrativo da euro 0,60. L’Anafi ha allestito all’interno della 41ª Mostra mercato del Fumetto di Reggio Emilia (svoltasi l’8 e il 9 novembre 2008) una mostra di disegni originali avente come tema proprio il francobollo celebrativo. Invece Cartoomics 2008 – che si è svolto a Fieramilanocity dal 28 al 30 marzo 2008 – ha allestito una mostra dedicata espressamente al «Corrierino» e ai 100 anni del fumetto in Italia. Un’altra mostra, «Caricaaa! Gli eserciti di carta del Corriere dei piccoli» – tenuta dal 12 luglio al 21 settembre 2008 presso il Museo del Fumetto a Lucca e curata da Angelo Nencetti – ha riproposto diverse tavole di soldatini da ritagliare affidate a grandi firme del disegno italiano: la Campagna d’Italia 1859-1959 e le tavole del West di Giorgio Trevisan, gli eserciti degli Stati italiani pre-unità d’Italia di Dino Battaglia, le figurine del Concilio ecumenico disegnate da Sergio Toppi e le truppe africane disegnate da Hugo Pratt, creatore di Corto Maltese.

Le iniziative per il centenario furono moltissime. Dal 6 al 28 settembre 2008 la mostra «Bonaventura. I casi e le fortune di un eroe gentile» allestita nella Pinacoteca Bellini a Sarnico. Dal 22 gennaio 2009 alla Rotonda della Besana la Fondazione Corriere della Sera ha allestito un’altra grande mostra per ripercorrere i 100 anni del «Corrierino» attraverso tavole e disegni originali. Nel novembre 2008 Rizzoli ha pubblicato «Il secolo del Corriere dei Piccoli» (a cura di Fabio Gadducci e Matteo Stefanelli), antologia dedicata alla ristampa integrale di 8 numeri del «Corriere dei piccoli», un numero del «Giornale dei piccoli» e il primo numero (del 1972) del «Corriere dei Ragazzi»; in appendice una selezione di brevi storie natalizie, disegnate da Antonio Rubino e Carlo Bisi e nell’appendice alla nuova edizione del 2011, una sezione dedicata a «i grandi personaggi del CdP», con le tavole delle prime apparizioni di personaggi celebri come il Signor Bonaventura, Bilbolbul, Marmittone e altri.

Fra il 2009 e il 2011 sono usciti in libreria tre dei quattro volumi dedicati a Valentina Mela Verde di Grazia Nidasio, contenenti la ristampa integrale delle storie a puntate pubblicate prima dal «CdP» e poi dal «Corriere dei ragazzi» fra il 1969 e il 1974. E nel 2009 Rizzoli/BUR ha pubblicato un’ampia raccolta di storie della Stefi di Grazia Nidasio, nel volume «Stefi, ci si rivede, eh?». Sempre nel 2009 è uscita l’antologia «Antonio Rubino. Gli anni del Corriere dei Piccoli» (curata da Fabio Gadducci e Matteo Stefanelli per Black Velvet Edizioni) che ha ristampato alcune serie complete fra le più conosciute dell’autore, come «Quadratino», «Pino e Pina», «Lio e Dado»; quest’ultimo libro è stato tradotto anche in Francia, dall’editore Actes Sud, presentando per la prima volta ai lettori d’Oltrealpe i fumetti di Rubino.

BIBLIOGRAFIA

 

  • Claudio Carabba, “Corrierino, Corrierona. La politica illustrata del Corriere della Sera”, Guaraldi, Rimini-Firenze, 1976; ristampato da Baldini Castoldi Dalai Editore, 1997.
  • Claudio Bertieri, “Fumetti all’italiana. Le fiabe a quadretti 1908-1945”, Comic Art, Roma, 1989.
  • Leonardo Gori, “Storia e gloria del Corrierino”, If – Immagini e fumetti n. 7, 1998.
  • Marco Candellone, “Le metamorfosi di un giornale”, in If – Immagini e fumetti n. 7, 1998.
  • Associazione Franco Fossati “La grande avventura del Corriere dei piccoli” Libreria dell’immagine, Milano, 2003.
  • Giovanni Scillitani, “Corriere dei Piccoli parte I e II”, www.Pagine70.com, maggio 2004.
  • Fabio Gadducci e Matteo Stefanelli, “Il secolo del Corriere dei Piccoli”, Rizzoli, 2008.
  • Giovanna Ginex (a cura di), “Corriere dei Piccoli. Storie, fumetto e illustrazione per ragazzi”, catalogo della mostra “Corriere dei Piccoli”, Skira, 2009.

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”. Ma qualche volta – come oggi – ci sono argomenti più leggeri che… ogni tanto sorridere non fa male.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 27 dicembre fra l’altro avevo ipotizzato: 1571: nasce Keplero; 1822: nasce Pasteur; 1831: salpa il Beagle con Darwin; 1925: muore Anna Kuliscioff; 1979: truppe Urss a Kabul; 1989: avvistata una pantera a Roma con quel che segue; 1997: la nave Ararat (!) si infrange davanti a Badolato; 1985: muore Diane Fossey; 2008: «Piombo fuso». E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Per il 2014 stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

Redazione
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