Scor-data: 29 dicembre 1945

Muore James Gralton

di Santa Spanò (*)

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Un ricordo di James Gralton, in questi giorni al cinema in un film di Ken Loach «Jimmy’s Hall, storia d’amore e libertà».

Un grammofono: la voce nera dai solchi di un vinile anch’esso nero e la faccia pallida di padre Sheridan: «…si comincia con i balli, i canti, le feste e si finisce coi libri di Karl Marx». Ci sono scene e frasi di un film che ti restano impresse più di altre, questa è una e non la sola. «Jimmy’s Hall, storia d’amore e libertà» contiene molte belle frasi. Il regista Ken Loach e lo sceneggiatore Paul Laverty non ne hanno fatto economia nel costruire la storia dell’irlandese “comunista” James Gralton e ancor più le speranze del sognatore progressista Jimmy e di una sala. In questo periodo dell’anno dove tutte/i vorrebbero trovare un regalo, il sogno della Jimmy’s Hall è uno di quelli buoni per tutto l’anno.

Si conosce poco di James Gralton. La sua fu “tecnicamente” una figura diremo in appendice, rispetto ad altri nomi che si imposero per importanza in Irlanda nelle varie fasi che portarono alla formazione di un socialismo gaelico, fino all’insurrezione rivoluzionaria e all’affrancarsi dal colonialismo britannico.

James Gralton nasce a Effernagh nel 1886 nella Contea di Leitrim, in Irlanda. La madre Alice Campbell ha una piccola biblioteca ambulante, porta libri in giro per la Contea e il padre Michael è un attivista del movimento cooperativo. A 12 anni lascia la scuola per lavorare dapprima come ragazzo di bottega e in seguito a Dublino come barista: è un giovane “irrequieto”. Si arruola nell’esercito britannico e diserta dopo il procedimento disciplinare, per aver rifiutato di servire con il suo reggimento in India. Un periodo di spostamenti lo porta in giro per il paese, lavora nei bacini di Liverpool, nelle miniere di carbone del Galles fino al 1907, quando, per un breve periodo, fa ritorno a casa prima di emigrare in America.

James continua il suo errare: nel 1909 si unisce brevemente alla US Navy, ottenendo automaticamente la cittadinanza degli Stati Uniti. Lavora poi come tassista e barman. In questo periodo, che lo vide particolarmente attivo sul fronte politico, arriva la sua decisione di staccarsi dal movimento feniano di cui faceva parte, disilluso oramai dal conservatorismo del Fenian Brotherhood: era una società segreta rivoluzionaria di irlandesi d’America, fondata nel 1858 a Chicago da J. O’Mahony, per liberare l’Irlanda dal dominio inglese. Il movimento feniano, affidato soprattutto all’azione terroristica, non ebbe successo e confluì poi soprattutto nel Sinn Féin. Così Jimmy aderisce al Partito comunista americano.

All’indomani della rivolta di Pasqua del 24 aprile 1916, James Gralton fonda un circolo in onore e in memoria di James Connolly, comandante della Brigata di Dublino. Connolly, sindacalista e rivoluzionario irlandese, fondò nel 1913 l’Ica (Irish Citizen Army), un gruppo armato e ben addestrato con il compito di difendere lavoratori e scioperanti dalla brutalità della Dublin Metropolitan Police; fu tra i pochi politici di sinistra della Seconda Internazionale che si opposero alla Grande Guerra (Sarti 1997); fu giustiziato dagli inglesi, insieme ad altre 15 persone, per il rilevante ruolo che ebbe, nella rivolta di Pasqua, la Brigata di Dublino, di cui Connolly era comandante in capo. Ad essere fucilato insieme a James Connolly fu anche il letterato e poeta irlandese Pádraig “Patrick” Pearse, teorico della rinascita della identità gaelica e figura di primo piano degli Irish Volunteers.

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La rivolta di Pasqua si alimentò alla Liberty Hall di Dublino (piccolo palazzo, oggi è un grattacelo che si affaccia su O’Connell Bridge, sede del SIPTU, il più grande sindacato d’Irlanda) che ospitava al suo interno le sedi dell’Irish Socialist Republican Party, delle organizzazioni femminili, dei sindacati, le redazioni di diversi giornali e la sede del Fianna (un movimento fondato dalla contessa Costance Markiewicz), un termine gaelico traducibile in guerrieri. I Fianna avrebbero dovuto essere la risposta irlandese ai britannici Boy Scouts. Ma se lo scopo iniziale fu quello di colmare un aspetto trascurato dai movimenti “insurrezionalisti” – guardare all’educazione e al gioco dei loro ragazzi – ben presto divenne uno strumento per preparare i giovani irlandesi alla lotta armata.

L’Irish Citizen Army di James Connolly e una fazione dei Volunteers capeggiata da Patrick Pearse credettero fortemente che una rivolta indipendentista si sarebbe estesa in tutta l’Irlanda, portando l’isola a una rivoluzione sociale. Il primo passo: la conquista di Dublino e l’occupazione dei punti chiave della città. Gran parte degli insorti si diresse al palazzo delle Poste Centrali. Qui, una volta occupato, proclamarono il «Governo provvisorio della Repubblica d’Irlanda» e Patrick Pearse lesse la dichiarazione d’indipendenza. Un documento rivoluzionario per gli irlandesi: completa libertà religiosa e civile, parità di diritti fra i cittadini. Proprio davanti al palazzo delle poste venne annunciata la creazione dell’esercito della nuova repubblica: l’Ira (Irish Republican Army), nato dalla fusione degli Irish Volunteers e dell’Irish Citizen Army. Le cose andarono però diversamente: l’intervento della popolazione non fu quello aspettato e l’esercito britannico in poco meno di tre giorni soffocò la rivolta in un bagno di sangue.

Il sacrificio di tanti uomini e tante donne non fu inutile, ma segnò una svolta, un cambiamento, una spinta verso la guerra d’indipendenza irlandese (in inglese Irish War of Independence, in gaelico irlandese Cogadh na Saoirse). L’Esercito repubblicano irlandese nel 1919 dichiarò guerra al governo britannico in Irlanda. Il conflitto terminò con l’accordo del 6 dicembre 1921 che istituiva lo Stato Libero d’Irlanda, con l’esclusione di una parte delle contee dell’Ulster, a maggioranza protestante, che rimasero nel Regno Unito. Il resto è un’amara storia che molte/i conosciamo.

Proprio nel 1921 Gralton decise di tornare in Irlanda, animato dallo scopo di formare volontari e intervenire sulle gravi questioni sociali che laceravano la sua terra. Su un terreno di proprietà della sua famiglia, costruì con l’aiuto degli amici e dei sostenitori la Pearse-Connolly Hall, una sala “comune” per fornire corsi d’istruzione ai giovani diplomati, dove ascoltare musica, leggere e soprattutto promuovere eventi sociali. Repubblicani, agricoltori, sindacalisti, giovani, uomini e donne, alla ricerca di una nuova identità lì si incontravano e univano le loro forze anche contro le ingiustizie sociali, soprattutto legate alle cosiddette dispute sulla terra e ai soprusi perpetrati dai ricchi proprietari terrieri nei confronti dei fittavoli. L’impegno di Gralton e l’attività della Pearse-Connolly Hall non garbarono molto al nuovo esercito nazionale, tanto meno alle autorità e ai poteri locali. Quel Jimmy non solo era un progressista ma qualcosa di più temibile: un uomo che la gente ascoltava. Ed era riuscito a fare della sala un punto di riferimento anche per le istanze sociali della comunità.

James Gralton venne arrestato e dopo un breve periodo trascorso in prigione, decise di fare ritorno negli Usa. Ricominciò con i suoi lavori saltuari, tra cui anche la vendita di ghiaccio per l’Hygeia Company, ma continuò a prendere posizione sulle azioni e le scelte che avvenivano nella sua terra. Aderì in quegli anni all’Associazione repubblicana Leitrim di New York e si oppose fortemente alla formazione dei gruppi settari dei Fianna.

Dopo un esilio forzato di quasi 10 anni, nel marzo 1932 tornò in Irlanda, a casa sua, nella Contea di Leitrim. Cominciò a migliorare la fattoria, portando avanti e intensificando il suo attivismo politico. Partecipò alla creazione di cellule di lavoratori rivoluzionari e iniziò la vendita del giornale «Workers Voice». Nel maggio 1932 aderì al Fianna Fáil nella speranza di ottenere una piattaforma per le sue attività politiche, esortando il partito a creare occupazione nelle aree locali, ma fu espulso poco dopo per le sue convinzioni radicali. Nell’agosto 1932 si unì all’Ira. Ma soprattutto riaprì la Pearse-Connolly Hall.

Le idee progressiste di James Gralton, il suo bisogno di giustizia sociale, ancora una volta attirarono l’ostilità non solo dei ricchi proprietari ma soprattutto dei sacerdoti locali che vedevano nella Hall un covo di comunisti e prostitute.

A questo proposito vale ricordare che «in Irlanda fino a meno di vent’anni fa le donne non sposate che avevano avuto dei figli, o che avevano una condotta considerata “peccaminosa”, venivano spesso rinchiuse in istituzioni gestite dalla Chiesa e finanziate dallo Stato, dove lavoravano per espiare le loro colpe (con la complicità della famiglia, per evitare il “pubblico scandalo”). È stato calcolato che circa 30mila donne sono state ospitate da strutture del genere nel corso dei 150 anni di storia di queste istituzioni, conosciute come Case Magdalene. L’ultima Casa Magdalene in Irlanda è stata chiusa il 25 settembre 1996. La storia di queste donne è stata raccontata anche in diversi documentari e film: «Sex in a cold climate» del 1998, «Magdalene» del 2002 e «Philomena del 2013» (da «Il Post.it», 5 giugno 2014).

È questo luogo di “perdizione” che racconta «Jimmy’s Hall» di Ken Loach: una casa del popolo dove discutere, dipingere, leggere libri, recitare le poesie di Yeats, perdendosi nei versi di «La canzone di Aengus il vagabondo», cantare, ascoltare il grammofono e i primi dischi in vinile, lo swing o l’Africa nera del jazz nella voce di Bessie Smith e poi danzare, unendo le ventate di nuovo che Jimmy porta dall’America alle danze tradizionali, al folklore, a tutto quello che è Irlanda. E sono proprio i giovani della contea quelli più assetati di libertà, quelli che più di tutti hanno bisogno della “sala” «La sala, Jimmy… Per favore, Jimmy… Mio zio ha seguito (nella sala) i corsi per lavorare il legno. È uno dei migliori falegnami della città. Tess potrebbe utilizzare la sala per le sue lezioni di arte. I dipinti e i disegni sono meravigliosi… Non c’è lavoro. Non c’è nessun posto per noi… Non possiamo andare in America come te. La legge sull’immigrazione è cambiata. Siamo bloccati qui. Vogliamo smettere di girare a vuoto. Vogliamo ballare, Jimmy. Da qualche parte dove non c’è sempre una guardia o un sacerdote tra noi con un bastone. Da qualche parte calda…» (è un passaggio del film)

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Il sognatore e progressista Jimmy – che Loach racconta con la consueta maestria – sta tutto in questa sala, nella Hall, uno spazio dove «pensare, parlare, ridere, ascoltare, imparare, ballare» perché la libertà si raggiunge attraverso il lavoro e l’istruzione. È questa la vera paura dei poteri: nel film i fascisti e ricchi proprietari terrieri e la Chiesa con loro tremano all’idea che ognuno possa «prendere nuovamente il controllo» della propria vita e superare ogni superstizione, ogni barriera fittiziamente costruita.

Un altro dialogo di quelli che restano impressi: «Guardate cosa stanno facendo a Belfast. Questo è incredibile… Leggi questo, The Falls e Shankill Unite: si mescolano fraternizzando i cattolici poveri con i protestanti disoccupati… Hanno anche combattuto contro la polizia… Oltre 100.000 per le strade. Protestanti e cattolici uniti ai funerali. I lavoratori che sfidano i leader dei loro sindacati…». La sala di Jimmy è il riscatto, l’emancipazione femminile, la libertà di pensiero e di scelta, la forza, la resistenza, la solidarietà, la convivenza.

Uscendo dal cinema ci si chiede come abbiamo fatto a proclamare l’individualismo più esacerbato, unica e sola guida della nostra esistenza e verrebbe da dire della nostra ignoranza. Dopo il film ti resta addosso anche la voglia di danzare, perché la Jimmy’s Hall è anche una sala da ballo. E il film è anche una storia d’amore oltre che di libertà.

Per una recensione al film di Ken Loach vi consiglio di leggere Ismaele: http://markx7.blogspot.it/2014/12/jimmys-hall-ken-loach.html

Tornando alla storia di James Gralton, le sue prese di posizione, il fermento che si sviluppò intorno alla “sala” gli valsero un ordine di espulsione come straniero indesiderabile, con effetto dal 4 marzo 1933. Gli stessi Fianna Fail lo accusarono di “propagandare idee inglesi” e a nulla valsero gli interventi a suo favore da parte di molti sostenitori da Hanna Sheehy-Skeffington, suffragetta e nazionalista irlandese (fondatrice dell’Irish Women’s Franchise League, per il diritto di voto alle donne) a Peadar O’Donnell, scrittore e politico, considerato uno dei radicali più importanti nell’Irlanda del XX secolo; un comitato di difesa si costituì nella Contea di Leitrim per informare la stampa provinciale e nazionale. Gralton che nel frattempo si era dato alla fuga, venne catturato il 10 agosto 1933 e deportato negli Stati Uniti.

Nell’ottobre dello stesso anno si candidò, senza successo, per il partito comunista nel 13° distretto di Manhattan. Continuò a dedicarsi alle associazioni dei lavoratori, per un breve periodo lavorò anche in una radio locale. Si sposò con Bessie Cronogue poco prima di morire in un ospedale di New York di cancro allo stomaco il 29 dicembre 1945.

Riferimenti utili:

  • https://www.ria.ie/ (Royal Irish Academy)
  • en.wikipedia.org/wiki/

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(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (
db)

 

Santa Spanò
Diceva Mark Twain: "Ci sono due momenti importanti nella vita: quando nasci e quando capisci perché". E io nacqui. Sul perché ci sto lavorando, tra la bottega, il mio blog http://lasantafuriosa.blogspot.it/ e... il resto ve lo racconto strada facendo.
Dimenticavo, io sono Santa!

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