Scor-data: 29/06/1964
In memoria di Eric Dolphy
by Pabuda
hi, Kurt! di là, in astanteria c’è un negro strafatto.
E perché lo dici a me? mica me la faccio coi negri, cazzo!
Amiri dice ch’era davvero un “sensitecnico” e, magari, Amiri sa pure quel che vuol dire. mica lo dice però.
Eh, no… cioè, capo: il fatto è che, a occhio e croce, questa è un’overdose da paura!
Amiri dice: potevi capitare a casa sua, quel loft in subaffitto in Water Street, a qualsiasi ora del giorno o della notte e fin giù da basso lo sentivi: Eric suonava e suonava, su e giù con le sue scale, e ululava…ululava!
Vabbé, ho capito, dai: dopotutto, i tossici son miei, ma mica pure quelli africani! da dove è saltato fuori questo?
Amiri dice ch’era capace di lanciarsi su nella ionosfera senza mollare per un attimo tutti i colori più funky!
Boh, non so, però per esser negro è proprio negro, ma… americano.
e vaffanculo! un altro! un soldato? ma non riescono a tenerli a freno? se non sanno governarli che non li prendano sotto le armi, ‘sti scimmioni di merda…
almeno quelli di stanza all’estero!
Amiri dice che nessuno dei cosiddetti “ critici” lo ascoltava abbastanza per riconoscere in quei suoni tutta l’influenza di Jackie McLean.
Veramente, pare di no… cioè, dico, questo è un fatto diverso: pare, capo, che sia un “artista”… il tizio ciccione con lui dice che suona una specie di tromba, o un saxo. io che cazzo ne so, dice ch’è un musicista: dev’essere d’un’orchestra, come si dice… un jazzista!
Amiri dice: sembrava suonasse così forte da piegare il metallo. Amiri dice che l’intonazione tipica sua risultava sempre un pochino acuta.
E quanti anni avrebbe il tipo in astanteria?
Secondo il ciccione, un altro negro che l’accompagna… ne avrebbe trentasei, del ’28 sarebbe…
Amiri dice ch’era un fenomeno di gradazione armonica.
Io lo vedo male. Niente di più facile che questo si fa da vent’anni…
Amiri dice che Eric riusciva a tirar scemo anche Mingus.
Alla fine di ‘sta brutta storia, in quell’ospedale di Berlino, il 29 giugno del 1964 verso mezzogiorno, Eric se n’è andato, ma non era… come si dice… “Out to lunch”. No, niente da ridere: per un’aggressiva uremia da… da… da diabete… era andato per sempre.
E ora? e ora, dico io, noialtri ci ascoltiamo ancora “Out to Lunch” a qualsiasi ora del giorno e della notte.
PS.: per un fenomeno di potente telepatia tra blogger, l’Amiri citato è lo stesso di cui d.b. ha raccontato nel post intitolato “una serata con Amiri Baraka”. Le parole di Amiri riportate qui riguardo a Eric Dolphy sono tratte dal libro “Digging”.