Scor-data: 30 novembre 1786
La prima abolizione della pena di morte
di Giuseppe Lodoli (*)
La pena di morte ha accompagnato lo sviluppo della civiltà umana. Si è concepita la necessità di abolirla solo due secoli e mezzo fa.
Nel 1764, nel cuore del movimento illuminista che porta alla presa di coscienza della complessità del problema penale in relazione ai diritti e alla dignità della persona, Cesare Beccaria nell’opera «Dei delitti e delle pene» prospetta la necessità di abolire la pena di morte e la tortura.
L’opera di Beccaria genera grandi discussioni in Europa e ha il primo effetto pratico 22 anni dopo. Il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo il 30 novembre 1786 abolisce la pena di morte e la tortura, nonché il delitto di lesa maestà, rifacendosi alle idee di Cesare Beccaria.
Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena
Nella «Legge di riforma criminale» del 30 novembre 1786, possiamo leggere fra l’altro (il grassetto è nostro):
«Pietro Leopoldo, per grazia di Dio, principe reale d’Ungheria e di Boemia, arciduca d’Austria, granduca di Toscana […]
Con la più grande soddisfazione del Nostro paterno cuore Abbiamo finalmente riconosciuto che la mitigazione delle pene congiunta con la più esatta vigilanza per prevenire le reazioni, e mediante la celere spedizione dei Processi, e la prontezza e sicurezza della pena dei veri Delinquenti, invece di accrescere il numero dei Delitti ha considerabilmente diminuiti i più comuni, e resi quasi inauditi gli atroci, e quindi Siamo venuti nella determinazione di non più lungamente differire la riforma della Legislazione Criminale, con la quale abolita per massima costante la pena di Morte, come non necessaria per il fine propostosi dalla Società nella punizione dei Rei, eliminato affatto l’uso della Tortura, la Confiscazione dei beni dei Delinquenti, come tendente per la massima parte al danno delle loro innocenti famiglie che non hanno complicità nel delitto, e sbandita dalla Legislazione la moltiplicazione dei delitti impropriamente detti di Lesa Maestà […]
Articolo LI. Abbiamo veduto con orrore con quanta facilità nella passata Legislazione era decretata la pena di Morte per Delitti anco non gravi, ed avendo considerato che l’oggetto della Pena deve essere la soddisfazione al privato ed al pubblico danno, la correzione del Reo figlio anche esso della Società e dello Stato, della di cui emenda non può mai disperarsi, la sicurezza nei Rei dei più gravi ed atroci Delitti che non restino in libertà di commetterne altri, e finalmente il Pubblico esempio, che il Governo nella punizione dei Delitti, e nel servire agli oggetti, ai quali questa unicamente diretta, è tenuto sempre a valersi dei mezzi più efficaci col minor male possibile al Reo; che tale efficacia e moderazione insieme si ottiene più che con la Pena di Morte, con la Pena dei Lavori Pubblici, i quali servono di un esempio continuato, e non di un momentaneo terrore, che spesso degenera in compassione, e tolgono la possibilità di commettere nuovi Delitti, e non la possibile speranza di veder tornare alla Società un Cittadino utile e corretto; avendo altresì considerato che una ben diversa Legislazione potesse più convenire alla maggior dolcezza e docilità di costumi del presente secolo, e specialmente nel popolo Toscano, Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo, sia presente, sia contumace, ed ancorché confesso, e convinto di qualsivoglia Delitto dichiarato Capitale dalle Leggi fin qui promulgate, le quali tutte Vogliamo in questa parte cessate ed abolite.[…]
Tale è la Nostra volontà, alla quale Comandiamo che sia data piena Esecuzione in tutto il nostro Gran-Ducato, non ostante qualunque Legge, Statuto, Ordine, o Consuetudine in contrario.
Dato in Pisa li 30 Novembre 1786.
Pietro Leopoldo».
«Noi italiani abbiamo un splendida tradizione abolizionista» dice Claudio Giusti. «Il Granducato di Toscana abolisce la pena di morte il 30 novembre 1786, poi lo fa la Repubblica Romana il 3 luglio 1849 e quindi il governo provvisorio toscano il 30 aprile 1859. La Camera dei Deputati dell’Italia unita vota l’abolizione il 13 marzo 1865, ma solo con l’amnistia del 1877 e il Codice Zanardelli (28 novembre 1888) l’Italia diventa un Paese abolizionista. La pena di morte per i reati ordinari torna con le “leggi fascistissime” del 9 novembre 1926 e gli ultimi a essere “giustiziati”, il 4 marzo 1947, saranno Quelli di Villarbasse».
La pena di morte per i reati ordinari è abolita con la Costituzione del 1948.
La totale abolizione della pena capitale in Italia, sollecitata concordemente dalle forze sociali, dagli esponenti della cultura, dagli opinion leader, giunge in Italia nel 1994 con una legge approvata da tutti i partiti politici, con la sola astensione della Lega Nord, e pubblicata il 25 ottobre 1994.
Attualmente nel mondo hanno abolito per legge la pena di morte 98 Paesi (sul totale di circa 200) ma sono già 140 i Paesi che l’hanno abolita per legge o nella pratica, nel senso che non fanno più esecuzioni.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)