Scor-data: 31 agosto 1997
Lady Diana, io e il Burundi
did. b. (*)
Sembrerebbe per nulla scor-data quella notte del 31 agosto 1997 quando muoiono in un incidente stradale Diana Spencer, Dodi al-Fayed e l’autista della loro macchina, Henri Paul. I primi due sono personaggi stra-noti e ancor più lo saranno dopo la morte, dopo le polemiche (erano in fuga dai giornalisti) e dopo le immancabili ipotesi – vaghe quanto interminabili – di complotti.
Io invece non sono stra-noto e dunque quasi nessuno sapeva che quella notte mi trovavo in Burundi. A proposito ma che diavolo è il Burundi? E’ un piccolo Paese della grande Africa. In questi brutti tempi, molte/ in Italia si vantano di non sapere neanche da dove vengono gli immigrati, figuratevi se hanno un’idea del Burundi.
A ogni modo, in quel periodo il Burundi sembrava sul punto di uscire da una guerra civile (“etnica” direbbero quelli che usano solo termini alla moda persino quando sono sbagliati) e io ero lì come giornalista per raccontare quel che riuscivo a capire in 10 giorni.
Così la morte di lady Diana l’ho saputa dal tg burundese, in edizione speciale. Unica notizia.
E ho pensato. Centinaia di migliaia di morti burundesi non sono mai comparsi nei telegiornali dei Paesi ricchi come poco prima quelli rwandesi e poco dopo i milioni di morti in Congo. Lady Diana invece invase il mondo e anche i tg dell’Africa, che del resto sono ben poco africani.
Non mi sono sorpreso. So bene come funziona la disinformazione qua e là, purtroppo so quanto poco vale la vita dei poveracci.
Allora perché ne ri-parlo oggi? Per fare il moralista? O per raccontare ancora di alcune/i cooperanti italiani (poche/i ma con gran coraggio) che erano rimasti lì? Per cercare di spiegare le radici di quella guerra e delle successive? Per dirvi che mi fanno vomitare quelli che piangono sulla Libia oggi e ieri no, come chi si indignò sulle vittime di Saddam solo dopo il 1991 dimenticando sempre di parlare dei buoni affari (e delle ottime armi) che l’Italia gli passava?
Penso che il 31 agosto – cioè il martirio mondializzato di lady Diana e gli invisibili morti del Burundi – accada, in forme diverse, ogni giorno. Temo sia la base della “nostra democrazia”. E mi chiedo: posso fare qualcosa?
PS. Questo, direbbero alle scuole di giornalismo, è un pezzo sbagliato. Per due ragioni: è scritto in prima persona e poi… mai terminare un articolo con una domanda (“posso fare qualcosa”) tanto generica. Chissà. Io mi scuso davvero: è che sguazzando nella merda si schizza e ci si schizza. E adesso vi chiedo di nuovo: posso fare qualcosa?
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 31 agosto fra l’altro avevo ipotizzato: 1870: nasce Maria Montessori; 1960: Max Roach incide «We Insist, Freedom Now»; 2002: incontri a Durban sul razzismo. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)