Scor-data: 31 marzo 1872
Nasce Alexandra Kollontaj
di Daniela Pia (*)
Una straordinaria donna combattente, di quelle che si impongono alla storia come antesignane di conquiste lente e faticose. Alexandra Mikhailovna Kollontaj aderì al movimento socialdemocratico quando si trovava in Svizzera, dove era stata mandata a studiare. In Russia, si avvicinò ai menscevichi, intorno al 1903, a seguito della scissione del partito socialdemocratico in due fazioni e solo nel 1914 si unì ai bolscevichi. Eletta al Comitato centrale del partito dopo la rivoluzione d’Ottobre ebbe l’ incarico di Commissario del popolo per il benessere sociale. Nel marzo 1917, alla caduta dello zarismo, tornò in Russia e fu la prima donna a essere eletta al Comitato esecutivo del Soviet di Pietrogrado. Fu stretta seguace di Lenin del quale condivise le «Tesi di Aprile». Nel luglio fu tra i bolscevichi arrestati per ordine di Kerenskij, ciononostante il partito la elesse membro del Comitato centrale per il quale si occupò della revisione del programma tanto da essere candidata all’Assemblea costituente.
Unitasi con Pavel Dybenko, sottufficiale di marina conosciuto durante le attività politiche, dopo la Rivoluzione di ottobre divenne commissario del popolo per l’Assistenza sociale: prima donna al mondo a essere ministro di governo. Nel breve periodo del suo incarico decretò la distribuzione ai contadini delle terre di proprietà dei monasteri, l’istituzione degli asili nido statali e l’assistenza alla maternità.
Nel 1919 fu tra le ideatrici dello Zhenotdel o «Reparto delle donne» organizzazione che si proponeva di migliorare la qualità della vita delle donne sovietiche per incentivarne l’alfabetizzazione. Si spese senza risparmiarsi per la difesa dei loro diritti civili e, anche per questo, fu tra le antesignane del femminismo. Cominciò a porre domande scomode, ponendosi in atteggiamento critico all’ interno del partito dove, assieme ad Alexander Shlyapnikov, fondò la fazione «L’opposizione degli operai», favorevole all’indipendenza dei sindacati. Consapevole dell’importanza di tutelare i diritti fondamentali delle donne e degli uomini, si spese in tal senso e a lei si deve gran parte della legislazione sociale della repubblica sovietica.
Quando Lenin sciolse «L’opposizione degli operai» si risolse a prendere le distanze dalle cariche principali della politica. Furono solo le sue competenze e la sua capacità di parlare molte lingue che dall’inizio degli anni ’20 la portarono ad assolvere incarichi diplomatici: nominata ambasciatrice in Norvegia fu la prima donna al mondo a ricoprire un ruolo simile.
Scomoda figura di donna pensante era preferibile non averla fra i piedi e fu per questa ragione che lo stesso Stalin si premurò di affidarle incarichi all’estero con il chiaro intento di allontanarla dalla vita politica sovietica. Per questa sola ragione poté sottrarsi alle grandi purghe degli anni trenta che era finalizzata anche a colpire i bolscevichi. Nonostante le sue competenze politiche non riuscì a conquistare alcun ruolo sotto la tracotanza stalinista e le sue istanze vennero sempre disattese.
Non aveva avuto remore nel farsi promotrice dell’amore libero, individuando nel socialismo la dottrina politica capace di emancipare le donne sfruttate e oppresse dalle vecchie disuguaglianze borghesi, sola ideologia – secondo il suo auspicio – in grado di portare un cambiamento radicale negli atteggiamenti bigotti della società russa, anche verso la sessualità.
Fu ancora ambasciatrice in Messico e in Svezia, fra i membri della delegazione sovietica alla Lega delle Nazioni. Morì a Mosca il 9 marzo 1952. Aveva 80 anni ma le sue idee erano fresche e nuove. E lo sono ancora oggi.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)
Insomma dietro la storia del comunismo e dei comunisti, nel secolo breve, c’è sempre la strega a sette zampe di Stalin. Mancava solo scrivere che Kollontai fu inviata in Messico come ambasciatrice per organizzare per ordine della strega a sette zampe Stalin l’assassinio di Trotski.
In ogni caso Kollontai fu la prima donna ambasciatrice, prima in Norvegia poi in Messico e poi ancora in Norvegia. Un ruolo d’importanza storica. In Messico ebbe importanti relazioni con Diego Rivera, Frida Kahlo e Tina Modotti.
In gioventù fu menscevica ed ebbe dubbi sulla guerra civilein Russia. In merito vi è una lettera di Lenin che critica questa posizione. Una posizione la sua di “destra” quindi. Con Stalin la contraddizione fu quando questi il 25 marzo dl 1917 arriva a Mosca e sostiene che si deve sostenere il governo provvisorio di Kerenski per consolidare le conquiste democratico-borghesi. Kollontai si oppone sostenendo che la rivoluzione democratico-borghese va superata. Un posizione di “sinistra”, questa.
Nel secondo dopoguerra, nel 1946, viene proposta/nomiata con l’appoggio del potere sovietico e quindi di Stalin per il premio Nobel per la pace.
Grazie Daniela per aver rinfrescato la memoria e offerto qualche notizia in più su questa straordinaria figura di rivoluzionaria la cui influenza si fa sentire ancora oggi.