Scor-data: 4 gennaio 1991
I poliziotti della Uno Bianca e la strage del Pilastro
materiali vari ripresi dalla rete (*)
Iniziamo con un riassunto di quel che si trova su Wikipedia.
Il 4 gennaio 1991 intorno alle 22, presso il quartiere Pilastro di Bologna, una pattuglia dei Carabinieri cadde sotto le pallottole del gruppo criminale. La banda si trovava in quel luogo per caso, essendo diretta a San Lazzaro di Savena, in cerca di un’auto da rubare. All’altezza delle Torri, in via Casini, l’auto della banda fu sorpassata dalla pattuglia dall’Arma. La manovra fu interpretata dai criminali come un tentativo di registrare i numeri di targa e pertanto decisero di liquidare i carabinieri. Dopo averli affiancati, Roberto Savi esplose alcuni proiettili verso i militari, sul lato del conducente Otello Stefanini. Nonostante le ferite gravi subite, il militare cercò di fuggire, ma andò a sbattere contro dei cassonetti della spazzatura. In breve tempo l’auto dei Carabinieri fu investita da una pioggia di proiettili. Gli altri due militari, Andrea Moneta e Mauro Mitilini, riuscirono a uscire dall’abitacolo e a rispondere al fuoco, ferendo tra l’altro Roberto Savi. La potenza delle armi utilizzate dalla banda però non lasciava speranze ed entrambi i carabinieri rimasero sull’asfalto. I tre furono finiti con un colpo alla nuca. Il gruppo criminale si impossessò anche del foglio di servizio della pattuglia e si allontanò dal luogo del conflitto a fuoco. La Uno bianca coinvolta nel massacro fu abbandonata a San Lazzaro di Savena nel parcheggio di via Gramsci ed incendiata; uno dei sedili era sporco del sangue di Roberto Savi, rimasto lievemente ferito all’addome durante il conflitto a fuoco. Il fatto di sangue fu subito rivendicato dal gruppo terroristico Falange Armata. Tale rivendicazione fu però ritenuta inattendibile, in quanto giunta dopo il comunicato dei mass media. La strage rimase impunita per circa quattro anni. Gli inquirenti seguirono delle piste sbagliate, che li portarono ad incriminare soggetti estranei alla vicenda. In seguito, saranno gli stessi assassini a confessare il delitto durante il processo.
Queste le 24 persone uccise dalla banda fra il 1987 e il 1994.
ANTONIO MOSCA
autostrada Cesena-Rimini, 3 ottobre 1987
GIAMPIERO PICELLO
Coop Rimini, 30 gennaio 1988
CARLO BECCARI
Coop Casalecchio di Reno (BO), 19 febbraio 1988
UMBERTO ERRIU, CATALDO STASI
Coop Castel Maggiore (BO), 20 aprile 1988
ADOLFINO ALESSANDRI
Coop Corticella – Bologna, 26 giugno 1989
PRIMO ZECCHI
Bologna, 6 ottobre 1990
FATHI BEN MASSEN
Rimini, 19 dicembre 1990
RODOLFO BELLINATI, PATRIZIA DELLA SANTINA
Bologna, 23 dicembre 1990
LUIGI PASQUI
Castel Maggiore (BO), 27 dicembre 1990
PARIDE PEDINI
Trebbo di Reno (BO), 27 dicembre 1990
MAURO MITILINI, ANDREA MONETA, OTELLO STEFANINI
Bologna, 4 gennaio 1991
CLAUDIO BONFIGLIOLI
Bologna, 20 aprile 1991
LICIA ANSALONI, PIETRO CAPOLUNGO
Bologna, 2 maggio 1991
GRAZIANO MIRRI
Cesena, 19 giugno 1991
BABON CHEKA, MALIK NDIAY
San Mauro Mare (FC), 18 agosto 1991
MASSIMILIANO VALENTI
Zola Predosa (BO), 24 febbraio 1993
CARLO POLI
Riale (BO), 7 ottobre 1993
UBALDO PACI
Pesaro, 24 maggio 1994
In una discussione nella lista «r-esistiamo» c’erano due messaggi interessanti che sintetizzo qui sotto.
Ecco il primo.
I nomi dell’ispettore della Polizia di Stato della questura di Rimini Luciano Baglioni e del vice sovrintendente della stessa questura Pietro Costanza non dicono molto ai più, ma fu grazie al loro testardo e geniale intuito di poliziotti di razza che la banda sanguinaria fascista dei Savi, poliziotti felloni, fu fermata.
Ancora oggi a distanza di così tanto tempo non riesco a comprendere bene perché sia stata possibile la realizzazione di 7 ininterrotti anni di omicidi, rapine, ferimenti, terrore. Ma forse questa sarà l’ennesima domanda inevasa che il potere non ha nessun interesse a disvelare. Nessun mandante è stato cercato e finirà come per la strage del 2 Agosto, con 2 pluri-ergastolani oggi totalmente liberi che fanno anche i risentiti e tengono conferenze stampa.
Ed ecco la risposta.
Con tutto il rispetto per Baglioni e Costanza, confesso di avere più di un dubbio sulla ricostruzione ufficiale della dinamica che portò all’arresto dei Savi. Forse un giorno si capirà meglio anche quel passaggio. Intanto è importante ricordare il tanto che, di questa e di altre vicende criminali, si sa. A partire dalla biografia di questi criminali. Non tutti, per esempio, ricordano che Roberto Savi negli anni ’70 militava nel Fronte della Gioventù ed era in contatto con uomini di Ordine Nuovo (organizzazione neofascista fondata da Pino Rauti).
I ripetuti tentativi dei Savi di ottenere benefici di legge e/o riti abbreviati sono dovuti, anche, al mancato riconoscimento nelle sentenze della qualifica di terroristi. Anche se non è detto che sarebbe bastato: in Italia anche certi terroristi godono di strani privilegi. Persino due pluriergastolani – non pentiti e non collaborativi – come Mambro e Fioravanti sono liberi da anni, circondati da un silenzio quasi assoluto e inconcepibile. Anziché chiedersi come ciò sia possibile, in Italia si preferisce polemizzare fra “giustizialisti” e “garantisti”.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 4 gennaio avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 1399: muore Nicholas Eymerich; 1809: nasce Louis Braille; 1848: «manifesto dei comunisti»; 1901: nasce C. R. L. James; 1919: repressione degli spartachisti; 1943: muore Tesla; 1945: Maria Occhipinti arrestata [già in blog]; 1947: la mafia uccide Accurso Miraglia; 1956: mille morti a Londra in tre giorni di smog; 1960: muore Albert Camus [già in blog]; 1961: muore Schrodinger; 1965: muore Eliot… E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)