Scor-data: 4 novembre 2010
La strage della Eureco di Alexik (da http://illavorodebilita.wordpress.com).
E’ il 4 novembre del 2010 quando all’Eureco di Paderno Dugnano esplode una miscela di gas. L’Eureco è una ditta autorizzata a ricevere rifiuti industriali, stoccarli e poi cederli ad altre imprese per lo smaltimento. Il titolare, Giovanni Merlino, per guadagnare di più, vuole che i bidoni sigillati vengano aperti e i materiali speciali mescolati a materiali comuni, etichettati come rifiuti “normali” e smaltiti a costi inferiori. Nel cortile dove avvengono le operazioni c’è un cassone dove nei giorni precedenti sono stati riversati i ‘setacci molecolari’, sostanze usate per filtrare il gpl, che in contatto con l’umidità rilasciano gas infiammabili. Basta la scintilla di un muletto e il cassone prende fuoco, esplode. Rimangono ustionati 7 operai, dipendenti dell’Eureco e di una cooperativa d’appalto fittizia, creata dallo stesso merlino tramite Adrian Zeqiri, un prestanome.
Questa è lo sorte degli operai:
Sergio Scapolan, 63 anni, muore dopo 9 giorni di agonia. Era già in pensione, ma lavorava ancora per mantenere la figlia agli studi. Oltre a lei lascia anche Fernanda, sua moglie.
Haroun Zaqiri, 44 anni, lo segue il 20 novembre. Lascia Majilinda, in Albania.
Salvatore Catalano, 55 anni, muore il 18 gennaio. A novembre doveva sposarsi con Antonella, la custode dell’Eureco, madre di sua figlia.
Leonard Shepu, 38 anni, muore il 4 febbraio dopo 22 operazioni. Lascia Margarita.
Kesem Xhani, Lulzim Shuli, Erjon Nezha sopravvivono al rogo, ma devono imparare a convivere con le sue conseguenze fisiche e psicologiche, con le continue operazioni, i dolori, gli incubi, oltre che con la perdita del lavoro, del reddito, della casa. Non hanno diritto alla disoccupazione. Arriva una mano solo dal sindaco di Limbiate e dal Comune di Milano (per le vittime lì residenti) , mentre quello di Paderno Dugnano nega ogni aiuto “per colpa della crisi”.
Merlino, all’epoca del rogo ha già un bel curriculum: ha un altro operaio sulla coscienza, morto nel 2005 alla Cr di San Nazzaro dei Burgundi (una delle sue aziende), per cui ha patteggiato un anno e quattro mesi, e un’accusa per frode fiscale. Aggiunge al curriculum l’imputazione di omicidio colposo plurimo, lesioni e incendio colposo, traffico illecito di rifiuti, violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Dall’inizio il processo prende una brutta piega: il GUP esclude la costituzione di parte civile di Medicina Democratica, A. E. A., Comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori Eureco, Anmil, Allca Cub Chimici. Non viene considerata la recidivia dell’imputato e si concede a Merlino il rito abbreviato, che riduce automaticamente la pena di un terzo. Più volte il GUP invita a chiudere la questione con un accordo risarcitorio tramite l’assicurazione dell’Eureco, facendo leva sulle gravi difficoltà economiche delle famiglie degli operai, e senza mai, peraltro, forzare gli imputati ad esporsi direttamente. Non viene effettuato un sequestro preventivo dei loro beni. La difesa cerca di scaricare le colpe del rogo sui lavoratori bruciati vivi. Merlino viene arrestato dopo un anno dal rogo, poi messo ai domiciliari, poi libero.
Il primo grado si è concluso il 23 aprile con una condanna a cinque anni, già impugnata dalla difesa. Le vittime italiane e il loro familiari hanno ricevuto un parziale anticipo provvigionale da parte dell’assicurazione dell’Eureco, mentre l’operaio albanese ferito e i familiari delle vittime albanesi – dipendenti della coop fittizia – non hanno visto un euro.
Links:
Comitato a sostegno dei parenti delle vittime e dei lavoratori Eureco, tel. 335.6863489 per solidarietà: IBAN IT71P0760101600000009791656 – causale “PRO LAVORATORI EURECO”
Giuliano Bugani e Salvo Lucchese,Uomini da bruciare, 2012. Documentario – videoinchiesta sulla tragedia Eureco di Paderno Dugnano. Il DVD si può ordinare qui.