Scor-data: 4 ottobre 1917
Nasce Violeta Parra
di Francesco Masala (*)
Un punto di partenza per scoprire – o riscoprire – Violeta Parra è un bellissimo film cileno (del 2011) di Andrés Wood, «Violeta se fue a los cielos»:ci sono le sue debolezze e le sue grandezze, è un film ruvido e sincero e l’attrice Francisca Gavilán non interpreta Violeta, «è» Violeta.
Quasi tutti hanno ascoltato almeno una volta «Gracias a la vida», cantata da mille interpreti in tutto il mondo, ma pochi sanno che è una canzone di Violeta Parra.
Violeta arriva dal Cile, che è nel cuore di tanti, il Paese di Pablo Neruda, Victor Jara e Salvador Allende: di quel Paese canta i poveri, i bambini, l’amore, canta contro lo sfruttamento e l’ingiustizia.
Violeta è anche un‘artista che nel 1964 espone al Louvre le sue opere, prima donna sudamericana.
Violeta ha scritto e cantato solo canzoni bellissime, tutte hanno il dono della grazia.
Violeta si suicida a 50 anni, nel 1967, altrimenti sei anni dopo l’avrebbero ammazzata a Santiago insieme a Victor Jara.
Violeta vive nelle sue canzoni.
Diceva Alberto Moravia di Pier Paolo Pasolini: «Abbiamo perso prima di tutto un poeta, e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre quattro in un secolo; quando sarà finito questo secolo Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta. Il poeta dovrebbe essere sacro». Violeta è una di quei poeti/artisti che conteranno.
Gracias a Violeta, che ci ha dato tanto.
(*) In blog potete leggere altro su Violeta Parra ma il primo consiglio è ascoltare la sua voce, leggere i suoi testi.
Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 4 ottobre fra l’altro avevo ipotizzato: 1582: calendario gregoriano; 1789: marcia delle donne su Versailles; 1940, nasce Ian Brice Kiernan; muore Henrietta Lacks, una storia fondamentale nella medicina moderna; 1957: lo Sputnik; 1970: muore Janis Joplin; 1973: muore Omar Venturelli; 1999: un ambiguo asilo politico per Ocalan; 2005: risoluzione del Parlamento europeo sulle discriminazioni contro le donne; 2007: consiglio Ue contro il «creazionismo»; 2011: muore Vittorio Curtoni.E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)
Condivido ogni parola su Violeta, sul film, sull’ attrice che ha interpretato Violeta.
Anche io ho visto «Violeta» e confermo che è un film straordinario. Lì si vede la sua ricerca sul canto popolare. La spiegò così: «Il mio lavoro consiste nel raccogliere le canzoni del mio Paese e nel farle conoscere lontano dal luogo in cui sono state trovate». Quelle scritte da lei diventano la voce dei popoli in lotta. Senza giri di parole: «Levo un clamore […] il Cile confina col centro dell’ingiustizia». Oppure: «Guarda come sorridono / i presidenti / quando fanno promesse / agli innocenti […] Guarda come puntano / i loro fucili / per rubare al povero / il suo pezzo di pane».
In «Mi piacciono gli studenti» fa la seria e insieme gioca: «Viva gli studenti […] che ruggiscono come il vento / quando si avvicinano tonache o reggimenti […] Caramba y zamba la cosa / vita tutta la scienza […] Caramba y zamba la cosa / i libri che spiegan la verità».
Una delle sue canzoni più famose si intitola: «Ci vuole un guerrigliero». Fu durissima con i silenzi della Chiesa: «Che dirà il santo padre / che vive a Roma / che gli stanno sgozzando/ le sue colombe?» è il ritornello che rivolge 5 volte: e poi «Guarda come ci parlano del Paradiso / mentre piovono pallottole come la grandine». Versi che, almeno in America latina, non sono stati dimenticati.
C’è anche la Violeta innamorata, delusa, sofferente. Per questo la rappresentano canzoni che sembrano opposte ma in realtà la racchiudono. «Lasciai un occhio nei laghi […] Ricordo tutte le stragi / che vidi sin dall’infanzia / miserie e cattiverie / si intrecciano nei miei pensieri […] Un piede mi si è impigliato […] Lasciai i miei nervi a Graneros / il sangue a San Sebastian» canta in «Exilada del Sur» che finisce: «Han visto Violeta Parra / senza corde alla chitarra / e l’albero senza foglie». E naturalmente «Gracias a la vida» dove spiega che con gli occhi aperti «distingue perfettamente il nero dal bianco», il giusto e l’ingiusto… e, in mezzo agli altri, può vedere «l’uomo che amo».
Grazie a Violeta per averci parlato così: «Non prendo la chitarra / per ottenere un applauso / io canto la differenza / che c’è tra il vero e il falso / Altrimenti non canto».