Scor-data: 5 ottobre 1974
Miguel Enriquez ucciso dai golpisti cileni
di Francesco Cecchini (*)
CIFRADO EN OCTUBRE di Gonzalo Rojas
«Y no te atormentes pensando que la cosa pudo haber sido de otro modo, que un hombre como Miguel, y ya sabes a cual Miguel me refiero, a qué Miguel único, la mañana del sabado cinco de octubre, a qué Miguel tan terrestre a los treinta de ser y de combatir, a qué valiente tan increible como la juventud de los heroes.
Son los peores dias, tú ves, lo mas amargos, aquellos sobre los cuales no querremos volver avisales todos que Miguel estuvo más altos alto que nunca, que nod dijo adelante cuando la ráfaga
escribió su nombre en las estrellas, que cayó de pie como vivió, rapidamente, que apostó su corazón al peligro clandestino, que así como nunca tuvo miedo supo morir en octubre de la única muerte luminosa. Y no te atormentes pensando, diles eso que anoche lo echaron al corral de la muerte, que no sabemos gran cosa, que ya no lo veremos hasta después».
Quando si seppe che quel sabato 5 ottobre 1974 Miguel Enriquez era stato assassinato dai fascisti in quella casa di calle Santa Fé a Santiago fu una terribile notizia non solo per i compagni cileni ma innanzitutto per loro. Miguel personificava la dignità di quelle donne e di quegli uomini che con grandi o piccoli atti di resistenza affrontarono la dittatura miltare di Augusto Pinochet. Quel giorno Miguel Enriquez, segretario generale del Movimiento de la Izquierda Revolucionaria (Mir), cadde in un combattimento diseguale. La casa di calle Santa Féera stata circondata da un centinaio di uomini dell’ esercito e della Dina, la polizia politica. Solo dopo due ore Miguel cadde colpito da dieci pallottole.
Nel libro «Un dia de octubre en Santiago», Carmen Castillo – la sua compagna – racconta in terza persona l’esperienza con Miguel che la vide protagonista di una vita clandestina sotto la dittatura militare di Pinochet. Convivono la persecuzione costante, la repressione, l’amicizia, l’amore, la fraternità, la passione militante, con pochi mezzi e in presenza di un potere militare blindato e onnipotente. Non traspare in questo racconto nessun dubbio o paura a scontrarsi con la barbarie e l’accanimento dei fascisti. Carmen racconta il valore umano ed etico di coloro che come Miguel lottano con lo scopo di conquistare la libertà affinchè tutte le donne e gli uomini del Cile possano partecipare a definire presente e futuro del proprio Paese.
Maria del Carmen Castillo Ecchevarria oltre a «Un dia de octubre en Santiago» (del 1980) ha scritto nel 1987 «Ligne de fuite» e nel 2000 «Santiago/Paris el vuelo de la memoria», assieme alla madre; ma è soprattutto una cineasta che ha prodotto una quindicina di eccellenti documentari. L’ultimo «El tesoro de America – El oro de Pascua Lama» (nel 2010) tratta della dittatura, dell’assassinio di Miguel Enriquez e delle molte ferite ancora aperte nella società cilena che si possono guarire solo colpendo i responsabili di torture, sparizioni, omicidi.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)
Il titolo della nota e’:
UN DIA DE OCTUBRE EN SANTIAGO
La poesia di Gonzalo Rojas non e’ stata scritta come riportata
Manca la conclusione.