Scor-data: 6 novembre 1716
Gli incantesimi delle statue di cera in Piemonte
riassumendo alcune pagine di «Gli ultimi roghi» di Romano Canosa e Isabella Colonnello (*)
«Vittorio Amedeo II di Savoia non fu, secondo i suoi biografi, un cattivo monarca. La sua vita famigliare fu tuttavia funestata da una serie di lutti. Così mentre era in Sicilia per cingere la corona dell’isola gli era morta la figlia e, pochi mesi dopo, nel marzo 1715, era morto anche suo figlio, il principe di Piemonte, erede al trono.
[…] Questo terreno, fatto di morti non del tutto spiegabile in base ai princìpi della scienza medica, si presentava alquanto fertile sia per la diffusione di “voci” su interventi soprannaturali sia per auto-accuse da parte di soggetti psicolabili […] sia per una certa disponibilità dello stesso monarca ad accettare per buone le une e le altre. Le vicende che seguono si muovono tutte entro questo schema».
Sintetizzando quanto scrivono Canosa e Colonnello.
«Nell’autunno 1716 il reverendo padre Alfieri» chiese fosse ricoverata «una giocane donna di Ivrea, certa Clara Maria Brigida Ribollet (o Riboliat)» chiedendo «il segreto più assoluto.
«Il 6 novembre successivo il conte Dentis e il cavalier Mestiatis» cercarono di parlare del caso che sembrava complicato. «Una soluzione fu comunque trovata e il giorno dopo, al calar del sole, la ragazza venne portata in “chaise a porteur” nella “maison de depot” di Torino».
La storia è davvero complessa. La ragazza infatti sostiene all’inizio «di essere stata battezzata nel nome del demonio» e tira in ballo altre donne, accusate di stregheria. «Il “fatto” che la ragazza aveva rivelato e che interessava in particolare al re era l’esistenza di due statue di cera che la Ribollet aveva dichiarato essere state confezionate con arte diabolica, una per far morire il principe di Piemonte e un’altra per far morire la stessa Ribollet qualora i suoi complici fossero venuti a sapere che aveva rivelato il maleficio».
L’8 novembre iniziano gli interrogatori. L’attenzione del re per la vicenda fu tale che ordinò ai soldati (che portavano la Ribollet e altre due donne a Miolns) «di prendere nota e riferirgli tutti i discorsi».
La Ribollet parla, straparla, accusa per le “statue di cera” ma anche per altri delitti. E tutto quel che dice – anche contraddicendosi – viene preso «per oro colato» senza verifica e indagini. Solo a gennaio si cercano i cadaveri… e non si trovano.
Si va avanti fra ritrattazioni e conferme. Sotto tortura la Ribollet dice di non essere mai stata una strega. Dopo «quasi un anno di indagini, il castello di carte era rovinosamente caduto al suolo». Eppure la sentenza «fu di una durezza senza pari» con la condanna a morte di due “streghe”. «Vittorio Amedeo aveva avuto così la sua vendetta».
Così commentano Romano Canosa e Isabella Colonnello: «La condanna a morte per sortilegi fatto con statue di cera sembra quasi essere stata una scelta “obbligata” per il Piemonte dei primi decenni del secolo decimottavo». E poi gli autori raccontano anche «un caso assai più complesso di sortilegio con statue di cera» che nel 1723 «si concluse con la decapitazione in Aosta del vassallo conte Andrea Filippo de Pleoz».
Il libro di Canosa e Colonnello – «Gli ultimi roghi: la fine della caccia alle streghe in Italia» – uscì nel 1983 con le edizioni Sapere 2000. Il suo interesse è anche nel mostrare come sia errata la percezione che la caccia alle “streghe” sia finita nel Seicento. Durò invece fino al 700 inoltrato ed ebbe vari aspetti (giuridico, medico, letterario, politico) come si capisce benissimo dai verbali dei processi per stregoneria raccolti nel libro.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 6 novembre avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 1100: muore Abu Abdullah Mohammed; 1494: nasce Solimano; 1801: Volta presenta la pila; 1834: nasce Lazzaretti; 1868: trattato di pace con i Sioux; 1884: arrivano 600 cooperanti ravennati nell’agro pontino; 1971: prima azione di Greenpeace; 1988: «Nonsolonero» su Raidue; 2010: muore Misha Seifert. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)