Scor-data: 8 agosto 1975

Gli spioni della Nsa, le notizie orfane e sterili, il Parlamento europeo, lo scozzese Duncan Campbell

di d. b. (*)   

Per il cattivo giornalismo (quello dominante) le notizie scomode sono orfane e sterili. Orfane nel senso che è pericolo contestualizzarle, cioè far capire il quadro, il meccanismo, il sistema di poteri più o meno occulti nei quali esse si collocano. Ma sono anche sterili nel senso che – se non si possono far sparire – ovviamente non devono “figliare” analisi serie su conseguenze e sviluppi possibili e/o probabili ma anzi bisogna buttarla il più possibile “in cagnara” così che si capisca il meno possibile e rapidamente ci si dimentichi. Dentro le redazioni funziona sia a livello conscio che inconscio ma è comunque un meccanismo oliatissimo.

Le recenti vicende dello spionaggio degli Usa anche ai danni dei propri “alleati” sono state affrontate dai media come una vecchia farsa, replicata infinite volte: il giornalismo dominante non ha alcun interesse di ricordare i precedenti. Così quasi nessuno ha nominato le vicende di Echelon che pure risalgono a poco più di 10 anni fa con lo sdegno, le preoccupazioni, le indagini del Parlamento europeo.

A chi segue questa rubrica consiglio perciò di recuperare un ottimo saggio, scritto nel 2001 e tradotto in italiano (da Guido Lagomarsino per Eluthera) l’anno successivo: è «Il mondo sotto sorveglianza. Echelon e lo spionaggio elettronico globale». Il riferimento alla «scor-data» – poco più di un pretesto in questo caso – è all’8 agosto 1975, cioè come leggerete ai traffici (in piccola parte smascherati, in minima parte ammessi) della Nsa, ovvero la National Security Agency. Che è sì la più sconosciuta e coperta fra le agenzie Usa ma… sino a un certo punto come questo libro ha ben mostrato.

Quell’8 agosto 1975 qualcosa ha cambiato la nostra vita (che poi la vita sia «nostra» si può discutere, è ovvio). Leggiamo appunto da «Il mondo sotto sorveglianza»: «l’8 agosto ’75 il direttore della Nsa (National Security Agency degli Stati Uniti), il generale Lew Allen, ammetteva davanti alla commissione parlamentare Pike che la Nsa intercettava in modo sistematico le comunicazioni internazionali […] Allen dichiarava che “sono stati intercettati messaggi inviati da cittadini americani o a loro destinati”. Il parlamento decretava che le attività di questo genere erano incostituzionali». Eppure sono continuate. Una rete mondiale ogni giorno spia comunicazioni private e commerciali con la giustificazione della sicurezza e della lotta al terrorismo, come nota Campbell «senza grandi risultati, visto l’11 settembre 2001». Si è parlato di Echelon (solo uno degli elementi di una grande rete) come di un «grande fratello» che ci controlla sempre e ovunque.

Ecco due parole che non funzionano più: un tempo dicevi «grande fratello» e qualcuna/o – di sicuro chi aveva letto «1984» – si preoccupava; ora quelle due parole fanno pensare ad alcuni auto-reclusi d’oro che fingono di vivere solo quando la regia li avvisa. Eppure lo spinoso problema di una sorveglianza ossessiva esiste e cresce: dagli ipermarket (che spiano non tanto chi ruba ma per capure chi compra…. cosa) al tentativo tragicomico – anni fa ne raccontò in dettaglio Le monde diplomatique – di mettere le mani sulle feci di Mitterrand per capire se davvero il presidente francese fosse gravemente malato e prepararsi a speculazioni politico-commerciali perché la Borsa è la vita, secondo loro.

Campbell spiega in modo dettagliato che dobbiamo preoccuparci assai, pur senza sprofondare nella paranoia: «contrariamente a quanto riferito dalla stampa non esistono ancora sistemi (in gergo wordspotting) capaci di selezionare automaticamente le telefonate […] sulla base di alcune parole-chiave».Anni dopo sulla parola «ancora» si potrebbe tornare.

Più volte Stefano Rodotà,da «garante della privacy», ci ha messo in guardia e alcune vicende che ruotavano intorno a Telecom (e non solo) hanno confermato nel decennio passato che, anche da noi, gli spioni dilagano e non certo per scoprire i cugini di Bin Laden. Che le telecamere sulle metropolitane servano a individuare criminali è plausibile ma varrebbe poi verificare cosa accade nel concreto. Nei trasporti pubblici di New York è di rigore un «galateo» secondo cui se vieni scoperto a pettinarti o limarti le unghie fai 10 giorni di carcere e paghi una multa fino a 100 dollari. Visto che il controllo totale è una bufala (scusa, caro Orwell) perché non ci sono abbastanza controllori, varrebbe la pena discutere seriamente sui limiti e sulle vere ragioni della sorveglianza. Magari con la memoria sulla frase di uno dei «padri» (indovinate quale?) della democrazia Usa: «Chi sacrifica la libertà in nome della sicurezza non merita né l’una né l’altra».

Ancora qualche riga per meglio inquadrare il libro di Duncan Campbell, giornalista e scrittore scozzese. L’editore lo presenta così.

«Echelon, il sistema di sorveglianza elettronica messo in opera dagli Stati Uniti e che utilizza le tecnologie più avanzate, è l’elemento cruciale di una rete mondiale che permette di spiare le comunicazioni private e commerciali. Con la giustificazione ufficiale della lotta al terrorismo (senza grandi risultati, come dimostra il clamoroso fallimento relativo agli attentati dell’11 settembre 2001), comunicazioni telefoniche, fax, e-mail vengono intercettate e analizzate per fini economici e politici. Questo libro è una versione aggiornata del rapporto che Campbell ha redatto nel 2000 per il Parlamento europeo. Un rapporto esplosivo, considerato come l’analisi più completa e documentata del tema. Nei materiali del libro anche il rapporto su Echelon presentato al Parlamento Europeo nel 2000.

 
 

A partire dal 1996 molto si era discusso di Echelon come ricorda Campbell nella introduzione. Ci furono allora insabbiamenti ma anche esagerazioni: non è vero che Echelon può tutto ma è altrettanto falso pensare sia troppo tardi per trovare efficaci contromisure allo spionaggio “reale”. Campbell prova a fissare «le prove più solide» sulle intercettazioni delle comunicazioni civili e commerciali, alias allo spionaggio elettronico a fini commerciali ma anche all’occorrenza politico-militari. E a ragionare sul concreto da fare. La sua ricerca è centrata sugli anni ’90 ma torna indietro sino agli anni ’20 (in pratica all’arrivo della radio). Echelon è un sistema utilizzato dalla Nsa, un permanente potere nella politica Usa che – al contrario di Fbi e Cia – è rimasto quasi sempre in ombra. Leggetelo davvero: anche per capire quanto siano profonde le radici di questa mala pianta.

(*) Ricordo – soprattutto per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sull’8 agosto fra l’altro avevo ipotizzato anche la nascita di Zapata (1879), la strage di Marcinelle (1956), la rapina«del secolo» a Londra (1963), le dimissioni di Nixon (1974), la rivolta in Birmania (1988) o lo scandalo-truffa-pozzo senza fine dell’italiana Bnl ad Atlanta (1989). E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

 

 

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