Scor-data: ancora sul 12 dicembre 1969
Intorno a stragi impunite e al nero-sexy
di Antonio Fantozzi (*)
«Senza storia né memoria lascia che io scriva i passi tuoi» canta Demetrio Stratos in questo disco del 1976 che suona a casa mia. Sono gli Area e il disco si intitola «Maledetti». Il 1976 fu l’anno dello scandalo Lockheed, del terremoto in Friuli e del disastro chimico di Seveso. Cose brutte. Le cose belle non fanno la storia, semmai annoiano. Due anni prima, il 28 maggio 1974, una bomba era scoppiata in Piazza della Loggia a Brescia durante una manifestazione di lavoratori e studenti, e il 4 agosto dello stesso anno un’altra bomba era scoppiata sul treno Italicus. Invece nel 1969, il 12 dicembre, una bomba era scoppiata nella Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana a Milano. Tre stragi rimaste impunite. Tre Stragi di Stato. Quando scoppia una bomba, muore chi c’è. Le bombe non guardano in faccia nessuno. E chi le pensa, le bombe, e poi chi le mette, non guarda in faccia nessuno. Muore chi c’è. Così le bombe spaventano e con la paura governano. Bombe, bombe, bombe che non se ne può più, che chiudono le bocche e spengono le voci. «Senza storia né memoria lascia che io scriva i passi tuoi», proprio così. Senza ribellione c’è solo malattia, e le bombe ne diffondono il contagio.
Me ne accorsi a poco a poco, poi la consapevolezza mi esplose nel cervello come un fuoco d’artificio. Il nero. Era il nero, il nero. Non il nero del lutto, che oggi ai funerali dei morti ammazzati si applaude. Era Nero-sexy. Nel buco dove abitavo il nero non esisteva quasi. I manici di plastica delle pentole, il lucido per le scarpe, l’ombrello… Il colore che prevaleva era un bianco disordinato e ingiallito dal tempo, cosparso di fotografie e manifesti qua e là e interrotto dal mobilio logoro e sgangherato. Ragnatele grige penzolavano e nelle giornate di vento la fuliggine cascava come sabbia dal tubo della stufa. Ecco, un’altra nota di nero a casa mia. Anche in città il nero era un colore fuori dell’ordinario. Un cane, un gatto, un gomitolo di lana oltre la vetrina, l’abito di un prete… Insomma, un colore del passato. All’inizio fu il bianco a colpirmi. Ero attirato dal bianco e avevo sviluppato una sensibilità particolare per questo colore che racchiudeva in sé tutti gli altri. Ne restavo incantato, incosciente del cambiamento in atto. E’ vero, provavo un senso di mancanza, come un’assenza, ma di cosa? Infine mi fu chiaro che il bianco mi attirava per contrasto e ne ero affascinato perché scompariva. A poco a poco, ma ineluttabilmente. Infine capii che era il nero a prendere il sopravvento, un nero che avanzava inesorabile. Un nero senza fine in cui annegavano gli altri colori. Un nero di tenebra. Il passato tornava, di un nero affascinante nelle sue minigonne e calze e mutandine. Nere erano le auto, i tatuaggi e le magliette. E nere erano le anime. Nero seducente. Nero-sexy infine. Un nero senza storia né memoria. Un nero che non se ne può più.
(*) Della strage a piazza Fontana – e del perché è una «strage di Stato» come titolò allora una controinchiesta condotta dal basso – più volte si è parlato in blog.
Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)