Scor-date: 26 agosto 2006
muore (ammazzato) Enzo Baldoni,
di Francesco Masala (*)
ecco il racconto del suo funerale, scritto da Enzo Baldoni:
Stamattina sono stato a un funerale. La cerimonia è andata via liscia e incolore finché alla fine il prete ha detto: «Ora il figlio vuole dire qualche parola». Il figlio, in dieci minuti, ha tratteggiato un ritratto vivo, affettuoso e vivace del padre. Un ritratto senza sbavature, né esagerazioni, né cedimenti al sentimentalismo. Ma quei dieci minuti hanno avuto più calore, colore e spessore di tutto il resto della cerimonia. Il papà era ancora lì tra noi, vivo, e questo sarà il ricordo che ne manterremo.
Ordunque, trascurando il fatto che io sono certamente immortale, se per qualche errore del Creatore prima o poi dovesse succedere anche a me di morire – evento verso cui serbo la più tranquilla e sorridente delle disposizioni – ecco le mie istruzioni per l’uso.
La mia bara posata a terra, in un ambiente possibilmente laico, ma va bene anche una chiesa, chi se ne frega. Potrebbe anche essere la Casa delle Balene, se ci sarà già o ci sarà ancora. L’ora? Tardo pomeriggio, verso l’ora dell’aperitivo.
Se non sarà stato possibile recuperare il cadavere perché magari sono sparito in mare (non è una cattiva morte, ci sono stato vicino: ti prende una. gran serenità) in uno dei miei viaggi, andrà bene la sedia dove lavoro col mio ritratto sopra.
Verrà data comunicazione, naturalmente per posta elettronica, alla lista EnzoB e a tutte le altre mailing list che avrò all’epoca. Si farà anche un annuncio sui miei blog e su qualsiasi altra diavoleria elettronica verrà inventata nei prossimi cent’anni.
Vorrei che tutti fossero vestiti con abiti allegri e colorati. Vorrei che, per non più di trenta minuti complessivi, mia moglie, i miei figli, i miei fratelli e miei amici più stretti tracciassero un breve ritratto del caro estinto, coi mezzi che credono: lettera, ricordo, audiovisivo, canzone, poesia, satira, epigramma, haiku. Ci saranno alcune parole tabù che assolutamente non dovranno essere pronunciate: dolore, perdita, vuoto incolmabile, padre affettuoso, sposo esemplare, valle di lacrime, non lo dimenticheremo mai, inconsolabile, il mondo è un po’ più freddo, sono sempre i migliori che se ne vanno e poi tutti gli eufemismi come si è spento, è scomparso, ci ha lasciati.
Il ritratto migliore sarà quello che strapperà più risate fra il pubblico. Quindi dateci dentro e non risparmiatemi. Tanto non avrete mai veramente idea di tutto quello che ho combinato.
Poi una tenda si scosterà e apparirà un buffer con vino, panini e paninetti, tartine, dolci, pasta al forno, risotti, birra, salsicce e tutto quel che volete. Vorrei l’orchestra degli Unza, gli zingari di Milano, che cominci a suonare musiche allegre, violini e sax e fisarmoniche. Non mi dispiacerebbe se la gente si mettesse a ballare. Voglio che ognuno versi una goccia di vino sulla bara, checcazzo, mica tutto a voi, in fondo sono io che pago, datene un po’ anche a me.
Voglio che si rida — avete notato? Ai funerali si finisce sempre per ridere: è naturale, la vita prende il sopravvento sulla morte -. E si fumi tranquillamente rutto ciò che si vuole. Non mi dispiacerebbe se nascessero nuovi amori. Una sveltina su un soppalco defilato non la considerei un’offesa alla morte, bensì un’offerta alla vita.
Verso le otto o le nove, senza tante cerimonie, la mia bara venga portata via in punta di piedi e avviata al crematorio, mentre la musica e la festa continueranno fino a notte inoltrata. Le mie ceneri in mare, direi. Ma fate voi, cazzo mi frega.
Enzo Baldoni
QUI e QUI si possono leggere tanti suoi reportages, rileggerli è rimpiangere un grande giornalista.
I Gang cantano Enzo Baldoni
Alessio Lega canta Enzo Baldoni
Samuele Bersani canta Enzo Baldoni
Andrea Papetti canta Enzo Baldoni
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)
SEGNALO QUESTA PETIZIONE
Giuliano Pisapia: Una piazza per Enzo Baldoni
(lanciata da Articolo21)
Milano: una via, una piazza dedicata a Enzo Baldoni, pubblicitario e giornalista, per non dimenticare i troppi operatori dell’informazione caduti sui tanti fronti di guerra, vittime di agguati e di crudeltà, che non dovrebbero esistere mai, tanto meno in questo che, impropriamente, è definito tempo di pace.
Dieci anni fa, il 26 agosto 2004, Enzo Baldoni moriva in Iraq per mano di guerriglieri islamici. Era un giornalista che non scriveva per sentito dire: voleva prima vedere, poi capire e quindi raccontare. Aveva deciso di far sapere le miserie che esistono nel mondo, i sacrifici delle persone meno fortunate e le responsabilità dei potenti. Della sua tragica fine conosciamo solo l’epilogo, non sappiamo se è stato giustiziato appena sequestrato oppure una settimana dopo, come ci hanno raccontato le cronache.
Quello che è avvenuto dal giorno della sua scomparsa rappresenta una vergogna per il nostro paese: l’incapacità di proporre una strategia di mediazione con i sequestratori, addirittura furono sbagliati i canali per avviare la trattativa. Nulla potrà riparare alla perdita dell’uomo e al silenzio della sua voce, ma intitolare a Enzo uno spazio di Milano, la città in cui lavorava, dove aveva creato la famiglia, dove sono nati i suoi figli, significa non voler dimenticare il giornalista e la persona generosa e rendere simbolo di Pace la sua ultima immagine in libertà quando, a piedi, di corsa, sventolando una bandiera bianca precedeva il convoglio umanitario della Croce Rossa Italiana nel tentativo di farlo entrare nella cittadina assediata di Najaf, priva di acqua e viveri.
Promotore: Loris Mazzetti
Primi firmatari: Samuele Bersani, Bice Biagi, Stefano Corradino, Santo Della Volpe, Tommaso Fulfaro, Giuseppe Giulietti, Enzo Nucci, Ottavia Piccolo, Claudio Rossoni, Pino Scaccia, Barbara Scaramucci, Franco Siddi, Vincenzo Vita
CHI VUOLE FIRMARE LA PETIZIONE VADA SU https://www.change.org/p/giuliano-pisapia-una-piazza-per-enzo-baldoni
Recuperando qualche giornale arretrato vedo (su “Il fatto quotidiano” del 28 agosto) un bell’articolo di Gianni Barbacetto che ricorda fra l’altro «la denigrazione orchestrata dai servizi segreti italiani», il ruolo di Maurizio Scelli (che allora era commissario della Croce Rossa Italiana). Una voce purtroppo isolata.
Il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha annunciato sabato su Facebook: “Nei prossimi giorni incontrerò i rappresentanti dell’associazione Articolo 21 che, a dieci anni dalla sua drammatica scomparsa in Iraq, hanno promosso una petizione su Change.org affinché venga dedicato ad Enzo Baldoni uno spazio nella città di #Milano. Richiesta a cui verrà dato sicuramente seguito. #unaviaperenzobaldoni”.
In pochissimi giorni siamo stati 14.000 a firmare questa petizione. Con noi si sono schierati anche il cantautore Samuele Bersani, l’attrice Ottavia Piccolo e la giornalista Bice Biagi. Ancora una volta abbiamo dimostrato che quando siamo in tanti a mobilitarci per una buona causa, le Istituzioni non possono non ascoltarci.
Ringraziamo sentitamente i firmatari e il Sindaco di Milano per la sensibilità e la tempestiva risposta.
Articolo21