Scrittori gotici italiani contemporanei
di Gian Filippo Pizzo (*)
Italiani contemporanei
«L’horror deve mordere nelle parti molli. Perturbare. Provocare insonnia» scrive Danilo Arona nell’introduzione alla sua antologia Ancora il vento piange Mary (2009). E Michele Mari nell’introduzione della sua raccolta di saggi letterari I demoni e la pasta sfoglia (2010) gli fa eco: «Molti dei nostri scrittori prediletti sono degli ossessi. Ossessione è da assedio, ma il suo nome scientifico, anancasma, è da destino, ananke. Scrittori al servizio della propria nevrosi, pronti ad assecondarla e a celebrarla: scrittori che hanno nell’ossessione non solo il tema principale (e insieme il metodo con cui anche la più semplice esperienza è assottigliata in pasta sfoglia verbale), ma l’ispirazione stessa, sì che nessuna interpretazione mi pare fuorviante come quella che ne riconduce l’opera a un intento salvifico, quasi la scrittura sia solo un surrogato della pratica psicoanalitica. Al contrario, è proprio scrivendo che essi finiscono di consegnarsi inermi agli artigli dei demoni che li signoreggiano, finché, posseduti, essi diventano quegli stessi demoni». Sembra proprio che i neogotici italiani, sia successivi che precedenti a Mari, si confermino a queste parole. Ad esempio, Gianfranco Manfredi (1948-), scrittore, sceneggiatore, attore, cantautore e fumettista, è autore di romanzi che hanno aperto la via al gotico italiano come Magia rossa del 1983, Cromantica del 1985, Ultimi vampiri del 1987; e di più recenti omaggi alle tradizioni di Dracula con Ho freddo (2008) e di Frankenstein con Tecniche di resurrezione (2010), oltre che di fumetti weird storici come Magico Vento (edito da Bonelli). Un altro fumetto pubblicato dallo stesso editore è il noto Dylan Dog, creato da Tiziano Sclavi (1953-), che oltre a scrivere soggetti per i comics è un narratore completo, che si muove tra la fantascienza, il giallo e l’horror: in questo campo ricordiamo in particolare i racconti di Sogni di sangue (1992), i romanzi Apocalisse del 1993 (horror a sfondo ufologico), Mostri del 1994 (angosciante vicenda di tre “Freaks” rinchiusi in una casa di cura per minorati), La circolazione del sangue (1996) e soprattutto quel Dellamorte Dellamore del 1991 (al cinema per la regia di Michele Soavi nel 1994) che è il prototipo del personaggio di Dylan Dog, anzi più esattamente la sua metà più oscura e negativa. Michele Mari (1955-) è gotico fino dalla sua prima antologia di racconti del 1993, Euridice aveva un cane e di più nelle successive, Tu, sanguinosa infanzia del 1997 e Fantasmagonia (2012), come nei romanzi, dal geniale apocrifo leopardiano Io venia pien d’angoscia a rimirarti del 1990, scritto usando la lingua dello Zibaldone, dal punto di vista del fratello di Giacomo Leopardi, in cui si immagina un Giacomo lupo mannaro (ecco spiegato il rapporto conflittuale del grande recanatese con la luna). Nel più recente Rosso Floyd (2010), dopo il feuillettonesco Tutto il ferro della Torre Eiffel (2002) e il perturbante Verderame (2007), realizza alla perfezione un’impresa assai ardua: trasformare una docu-fiction sul rapporto fra i Pink Floyd e il loro primo leader Syd Barrett in una ghost story. Andrea C. Colombo, veterano del genere horror, curatore delle riviste Horror Mania e HorrorTime, da oltre quindici anni alla guida del primo sito horror italiano in rete, Horror.it, è autore di racconti thriller e noir e del romanzo Il diacono (2010), incentrato sulla disperata lotta di un gruppo di frati esorcisti, tra cui un oscuro confratello dal passato rimosso, contro una malevole entità pronta a scatenarsi sul mondo. Danilo Arona (1950-), autore di saggi sul fantastico letterario e cinematografico e di numerosissimi racconti, ha elaborato una sua teoria dell’orrore basata sull’importanza dei luoghi (i panorami del suo Piemonte sono riconoscibili anche se celati dietro altri nomi, come la Bassavilla che è in realtà la nativa Alessandria), prendendo ispirazione da episodi reali (è una specie di collezionista di fatti inspiegabili) e utilizzando spesso come ambientazione il mondo della musica rock (è anche chitarrista). Tra i vari romanzi ricordiamo i due medical ghost thriller scritti assieme a Edoardo Rosati, Protocollo Stonehenge (2013) e La croce sulle labbra (2014); Palo Mayombe (2004), Cronache di Bassavilla (2006) e il suo seguito Ritorno a Bassavilla (2009), L’estate di Montebuio (2009) seguito da L’autunno di Montebuio (quest’ultimo con Micol Des Gouges, 2012). Altro scrittore profondamente legato ai suoi luoghi è il ravennate Eraldo Baldini (1952-), che mette la Pianura Padana con le sue nebbie e le sue paludi (ma anche le spiagge del litorale e i boschi dell’Appennino) al centro dei suoi racconti, come nelle raccolte Bambini, ragni e altri predatori (2003) e Gotico rurale (2000) e nel romanzo scritto a quattro mani con Alessandro Fabbri Quell’estate di sangue e di luna (2008), ambientato nell’immaginario paesino di Lancimago, dove quattro ragazzi undicenni si trovano, in un momento cruciale per la loro crescita – quasi come i giovani protagonisti di certi romanzi di King – alle prese con i misteri della natura ribelle.
Restiamo in Emilia Romagna anche con i prossimi scrittori: per qualche motivo è la regione più rappresentata nel nostro ambito. Il bolognese Valerio Evangelisti (1952-), poi rivoltosi a romanzi di ambientazione storica moderna e dal forte impatto sociale (e politico/sindacale) non ha mai fatto mistero di avere rispetto per la narrativa di genere, e anzi di considerarla il modo migliore per veicolare determinate istanze. Ai nostri fini consideriamo l’intero ciclo dell’Inquisitore Eymerich (1994-2010), geniale mixage di feuilleton, storico, gotico e fantascienza, e la trilogia Magus (2000), vicenda romanzata delle avventure di Nostradamus, come pure il weird western, inusuale nella narrativa italiana, nella serie dedicata a Pantera (1998-2003), cowboy solitario, pistolero messicano meticcio, ma anche stregone del culto Palo Mayombe in grado di evocare gli spiriti, presente in un racconto dell’antologia Metallo urlante (2000) e nei romanzi Black Flag (2002) e Antracite (2004). Quanto ai dieci romanzi dedicati a Eymerich, personaggio di per sé inquietante nel suo integralismo cattolico, pur essendo tutti impregnati di fenomeni demoniaci, eresie, stregonerie e misteri, ci sembrano rientrare di più nel nostro discorso Cherudek (2004), Picatrix. La scala per l’inferno (2006), Mater Terribilis (2003) e Rex tremendae maiestatis (2010). Gianfranco Nerozzi (1957-), anche lui di Bologna, è autore della storia di vampiri Ogni respiro che fai (2000), del thriller paranormale Memoria del sangue (2007), dei parapsicologici Immagini collaterali (2003) seguito da Il cerchio muto (2009), del suspence soprannaturale Continuum, il soffio del male (2012), con lo stesso Commissario Negronero protagonista dei due precedenti, e di altri romanzi che mescolano abilmente noir e horror. Segnaliamo però in particolare il ciclo costituito da L’urlo della mosca (1999), Prima dell’urlo (2000) e Immagini collaterali – apparso anche in unico volume come Cry-Fly Trilogy (2008) – basato su una entità demoniaca che si impossessa di più persone facendo loro compiere ogni sorta di efferatezze. Claudio Vergnani (Modena, 1961-) è forse lo scrittore più tradizionale di questo gruppo, non annacqua i generi, non ricaratterizza i vampiri, non adotta sottofondi fantasy ma si muove lungo canoni consolidati con la sua trilogia composta dagli scanzonati ma autenticamente horror Il 18° Vampiro, Il 36° Giusto e L’ora più buia (2009-2011), con due cacciatori di vampiri (che si chiamano Claudio e Vergy! – il secondo compare poi anche in Per ironia della morte, 2013) in azione nel modenese. Il suo ultimo romanzo, I vivi, i morti e gli altri (2014), è invece sugli zombi e stavolta deve qualcosa al ciclo di Hap & Leonard di Lansdale e alla moda attuale che vede una pandemia di “zombite” colpire tutto il Mondo, ma lo fa con indubbia originalità, uno stile maturo e qualche idea innovativa (ad esempio, divide gli zombi in diverse categorie che dipendono dalle differenze comportamentali). Sempre in zona, a Ferrara, troviamo Nicola Lombardi (1965-), traduttore, autore delle novelization di alcuni film di Dario Argento, scrittore di numerosi racconti, a partire dalla raccolta d’esordio nel 1989, Ombre, capace di spaziare con originalità tra i temi classici e moderni del racconto del terrore: sedute spiritiche, annegati che richiamano, bambole parlanti, siti internet che uccidono, presepi infestati, scienziati pazzi, stregonerie balcaniche e via immaginando. Numerosi racconti sparsi in antologie, altre quattro le sue raccolte e due fin’ora i romanzi: I ragni zingari del 2010, storia di un reduce dopo l’armistizio del 1943 alla ricerca del fratello scomparso, tra misteri e amari ricordi della guerra; e Madre nera del 2013, anche questa storia di incubi e ricordi, con presenze – allucinatorie o fantomatiche – di un sanguinario delitto rimasto irrisolto. E’ romagnola quella che è considerata la migliore scrittrice del terrore italiana, la dark lady Alda Teodorani, che ha fatto parte del Gruppo 13, della Gioventù Cannibale, e soprattutto del NeoNoir, un movimento che si propone di riscrivere in maniera estremistica (letterariamente parlando) i generi: il giallo, il noir, la spy story, l’horror e il cyber. Tra le sue opere, gli angoscianti tre racconti de Le radici del male (2002, dove quello che dà il titolo alla raccolta è una delirante storia d’amore tra un reporter di nera e una disegnatrice horror) e quelli de Il segno di Caino (1995), delitti tra sesso e patologia. Se il suo libro migliore è considerato Organi (2002), non deludono La signora delle torture (2004) e Belve (2011), che sviluppano in tutti i modi possibili la tematica Eros & Thanatos, da tradurre non “Amore e Morte” ma “Sesso e Morte”. Invece è emiliana la giovane Barbara Baraldi, che dopo alcuni ottimi thriller e noir si è data all’urban fantasy e ai romanzi per ragazzi con le serie di Scarlett (iniziata con Il bacio del demone, 2011) e di Striges (iniziata con La promessa immortale, 2013), e alla sceneggiatura di fumetti (tra cui Dylan Dog) ma vanta anche alcuni racconti puramente orrorifici. Lasciamo la Padania ricordando un altro giovane, Francesco Dimitri (1981-), che dopo un ottimo esordio con La ragazza dei miei sogni (2007), un vero horror soprannaturale e pauroso (nonostante la mancanza di vampiri o altre creature delle tenebre) ma anche una commovente storia d’amore, ha preferito virare verso un fantasy sicuramente personale ma che eccede dal nostro contesto. Ad un livello più amatoriale e anche più specialistico si colloca Fabio Calabrese (1952-), autore di molti racconti di impianto lovecraftiano raccolti in due antologie, Nel tempio di Bokrug e Sulle orme di Alhazred. Naturalmente di singoli romanzi ce ne sarebbero da citare molti altri, ma chiudiamo con tre scrittori molto noti in ambiti diversi e che hanno fatto solo un excursus nel campo: Niccolò Ammanniti (1966-) con Branchie (2007), suo primo romanzo; Paolo Maurensig (1943-) con il licantropesco (ma una riflessione sul Bene e sul Male) Vukovlad – Il signore dei lupi (2006) e il sociologo Alberto Abruzzese (1942-) con il vampiresco (ma politicamente impegnato) Anemia (1982). (GFP)
Bibliografia italiana essenziale: Danilo Arona, Ancora il vento piange Mary, Phasar 2009; Palo Mayombe, Kipple 2011; Cronache di Bassavilla, Flaccovio 2006; Ritorno a Bassavilla, Edizioni XII 2009; L’estate di Montebuio, Gargoyle 2009; Gianfranco Manfredi, Magia rossa, Gargoyle 2006; Cromantica, Tropea 2008; Ultimi vampiri, Gargoyle 2009; Ho freddo, Gargoyle 2008; Tecniche di resurrezione, Gargoyle 2010; Tiziano Sclavi, Sogni di sangue, Camunia 1992; Apocalisse, Mondadori 1994; Mostri, Mondadori 1997; La circolazione del sangue, Mondadori 1996; Dellamorte Dellamore, Rizzoli 1992; Michele Mari, Euridice aveva un cane, Einaudi 2012; Tu, sanguinosa infanzia, Einaudi 2009; Fantasmagonia, Einaudi 2012; Io venia pien d’angoscia a rimirarti, Cavallo di Ferro 2012; Rosso Floyd, Einaudi 2010;Tutto il ferro della Torre Eiffel, Einaudi 2002; Verderame, Einaudi 2007; Danilo Arona e Edoardo Rosati, Protocollo Stonehenge, Mezzotints 2013; La croce sulle labbra, ANordEst 2014; Danilo Arona e Micol Des Gouges, L’autunno di Montebuio, Nero Press 2012; Eraldo Baldini, Bambini, ragni e altri predatori, Einaudi 2003; Gotico rurale, Frassinelli 2000; Eraldo Baldini e Alessandro Fabbri Quell’estate di sangue e di luna, Einaudi 2008; Valerio Evangelisti, Magus, Mondadori 2000; Metallo urlante, Mondadori 2000; Black Flag, Einaudi 2002; Antracite, Oscar Mondadori 2004; Cherudek, L’Espresso 2005; Picatrix. La scala per l’inferno, Oscar Mondadori 2006; Mater Terribilis, Mondadori 2003; Rex tremendae maiestatis, Mondadori 2010); Gianfranco Nerozzi, Ogni respiro che fai, AdnKronos 2000; Memoria del sangue, Carrocci 2007; Il cerchio muto, Editrice Nord 2009; Continuum, il soffio del male, Tre60 2012; Cry-Fly Trilogy, Mondadori 2008; Claudio Vergnani, Il 18° Vampiro, Gargoyle 2009; Il 36° Giusto, 2010; L’ora più buia, Gargoyle 2011; Per ironia della morte, NeroPress 2013; I vivi, i morti e gli altri, Gargoyle 2014; Nicola Lombardi, Ombre, Artstudio 1989; I ragni zingari, Edizioni XII 2010; Madre nera, Crac 2013; Alda Teodorani, Le radici del male, Addictions 2002; Il segno di Caino, Datanews 1995; Organi, Stampa Alternativa 2002; La signora delle torture, Addictions 2004; Belve, Cut-Up 2011; Barbara Baraldi, Il bacio del demone, Mondadori 2011; La promessa immortale, Mondadori 2013; Francesco Dimitri, La ragazza dei miei sogni, Gargoyle 2007; Fabio Calabrese, Nel tempio di Bokrug, Dagon Press 2014; Sulle orme di Alhazred, Dagon Press, 2014; Niccolò Ammanniti, Branchie, Einaudi 2007; Paolo Maurensig, Vukovlad – Il signore dei lupi, Mondadori 2006; Alberto Abruzzese, Anemia, Theoria 2005; AA.VV., Sinistre presenze: 17 racconti horror impegnati (a cura di W. Catalano e G. F. Pizzo), Bietti 2013.
(*) ripreso da «La Guida alla letteratura horror» di Walter Catalano, Roberto Chiavini, Gian Filippo Pizzo e Michele Tetro (Odoya Edizioni, 2014, Premio Italia 2015). Il volume comprende 107 voci – forzatamente non molto estese – dedicate agli autori, 6 regionali (sugli scrittori che non hanno potuto avere un’entrata singola, raggruppati per lingua o nazione) e 7 sulle figure classiche, oltre a numerosi box tematici di approfondimento. Questo è il box sugli scrittori gotici italiani viventi.
Ottimo riassunto. Ma il bel romanzo «Assedio» di Vincent Spasaro non è anche horror? A me pare di sì… e oltretutto molto originale.
Ti ringrazio per le belle parole, Daniele.
Quel romanzo fa fede al suo nome e al genere e per questo è maledetto:
possiede l’ambito dono dell’invisibilità.
Vince
Mi dispiace Vincent ma non posso leggere tutto, conoscere tutto (in particolare non seguo per niente Segretissimo), e in ogni caso inserire tutto!
Ci saranno altre mancanze.
Cercherò di rimediare quando possibile.
Nessun problema, Gian Filippo.
È normale saltare vari autori perché le uscite sono tante né io mi sento in alcun modo autore importante.
Michele fra l’altro ha letto Assedio da poco.
Il riferimento all’invisibilità è generale. Non riguarda il vostro bel saggio.
A presto.
L’articolo è molto ricco e rende parzialmente giustizia ad un genere che, evidentemente, non è così assente nel nostro Paese… Per fortuna.
Anch’io sottolineo però l’assenza (a mio parere ingiustificata) di Vincent Spasaro, autore decisamente horror, perla (nera!) della letteratura gotica italiana, in particolar modo del suo originalissimo, cinematografico Assedio… Nonché di Maurizio Cometto, dalla vena horror meno evidente, forse, ma certamente serpeggiante sotto il velo incantato del fantastico e del grottesco…
Mi rendo conto che scrivere di tutti non è possibile; ma credo che questi autori possano rendere orgogliosi noi lettori di avere anche qui in Italia dei preziosi rappresentanti del genere che amiamo.
Bene, dopo Vincent si aggiunge anche Cometto, mentre da un’altra fonte mi segnalano la mancanza di Paolo Di Orazio… e son 3.
Che dire?
Speriamo di poter fare una nuova edizione.