Se Affile si libera
«Come si dice vendetta in cinese? Si dice: racconta la storia a 5 famiglie. Ecco, il nostro lavoro di memoria è questo». (Sandro Portelli)
Sabato pomeriggio arriviamo ad Affile per manifestare contro il “sacrario” (meglio chiamarlo schifezzario) dedicato a Graziani e sbagliamo bar. Entriamo da «Gatto» e dopo un piacevole ma ingannevole ritratto di Frank Zappa vediamo quadretti con molte frasi di Benito Mussolini fra cui la celebre «Vincere. E vinceremo» (si è visto infatti che vittoria).
Aspettando il pullman dell’Anpi da Roma e il corteo, lascio i miei due compagni e giro il paese. Davvero bellina la parte vecchia, più banale (ma neanche tremenda) quella nuova. Ma un posto del genere ha bisogno di diventare “una nuova Predappio” – così si sussurra – per richiamare i turisti?
Ecco un po’ di gente che sfila per le strade. Mi avvicino ma è un funerale. Per il corteo c’è tempo. Così vado a vedere la mostra sui criminali di guerra italiani: ben fatta (il curatore è Davide Conti) e aggiornata (in un pannello c’è anche il bel dossier di Wu Ming 1; lo trovate anche qui Perché parlare ancora di un boia) ma forse non è esposta tutta: molto sui Balcani, mancano i crimini in Africa.
Fra l’altro leggo in un pannello che il 13 luglio 1920 a Trieste i fascisti italiani bruciano il centro culturale Narodni Dom, colpevole di essere frequentato da sloveni; il giorno dopo il quotidiano «Il piccolo» commenta così: «Le fiamme purificano finalmente Trieste, purificano l’anima di tutti i noi». Giornalismo misurato, obiettivo, etico.
Intanto arriva il pullman dell’Anpi, gente dai paesi vicini, 2-3 macchine da Roma: c’è anche una rappresentanza della comunità etiopica. E gli affilani? Volete prima la cattiva (anzi pessima) notizia o quella buona (eccellente direi)? La cattiva è che metà paese circa sta col sindaco (ma l’impressione è che fra queste persone tante non sappiano chi davvero fosse Graziani), quella ottima è che l’altra metà – e tanti giovani – non è d’accordo a dedicare monumenti (molto costosi oltretutto) a un assassino.
Si parte. Dietro gli striscioni dell’Anpi ce n’è uno “casareccio” (cioè fatto a mano) efficace, rivolto appunto ai disinformati e/o stupidi: «980 kilometri dividono le vostre corde vocali dal vostro cervello» e sotto «ma un po’ di vergogna noooo?» per finire con «Bella ciao».
E appunto «Bella ciao» è la colonna sonora del corteo. In 300 circa, di tutte le età, sfiliamo per Affile (molti palazzi vuoti, evidentemente “seconde case” estive) fra applausi e qualche muso lungo, anche due fischi da coraggiosi…. ben celati s’intende dietro le divise blu e nere che ci “scortano”. Abbiamo fiaccole anche per farci vedere ma, verso la fine, utili per le persone più freddolose o vestite leggere. E fa quasi freddo quando inizia il dibattito: efficace, partecipato e per nulla rituale.
Introducono Matteo Lollobrigida (giovane e molto bravo) del vivacissimo Comitato Affile antifascista e poi Vito Francesco Polcaro dell’Anpi.
Poi una bella relazione di Alessandro Volterra, storico di mestiere, il quale, in un intervento giustamente drammatico, riesce a far sorridere tutte/i quando sventola un malloppo e dice: «qui ho 150 cartelle di documenti su Graziani ma non le leggerò tutte, le lascio invece al Comitato in modo da poter rispondere in modo documentato a ogni obiezione». Chi passa da questo blog sa già chi è Graziani ma Volterra aggiunge altri dati. Fra l’altro – spiega – non fu neanche un abile soldato. Prescindiamo per un attimo (anche se non è giusto) dai suoi crimini e giudichiamolo come militare: in Africa fatica a venire a capo della resistenza nonostante i massacri e anche durante la seconda guerra mondiale viene sostituito. Sanguinario ma anche «un burocrate megalomane: mandava a Roma un telegramma per ogni impiccagione».
Ricordiamoci che il “reticolato Graziani” (fra Cirenaica ed Egitto), i rastrellamenti, le marce forzate, la repressione provocano un’ecatombe: in quella parte di Libia ci lasciano la pelle 70 mila persone di certo, forse il doppio – non si hanno dati attendibili, ribadisce Volterra – e sicuramente ogni colonialismo fu feroce ma gli italiani possono vantare tristissimi primati.
«Mio nonno fu uno degli interpreti di Graziani» – è Igiaba Scego, scrittrice e giornalista di origini somale, a parlare – «e mio padre mi raccontò che lui, essendo piccolo, non capiva chi fosse quel tipo ma sapeva che il nonno aveva il viso stravolto quando traduceva». Passa all’oggi Scego: «avete presente quel giochino, tipo Settimana enigmistica, dove devi unire i puntini per capire cosa esce fuori? Ecco c’è un puntino ad Affile, un altro a Cremona dove volevano resuscitare un enorme fascio littorio, un altro a Roma dove oggi è stata autorizzata una manifestazione di neofascisti in piazza Risorgimento, poi c’è un sindaco con la croce celtica al collo… se li uniamo tutti cosa esce? Ditelo voi. Un puntino tragico è a Firenze dove, a dicembre dell’anno scorso, Gianluca Casseri – fascista di Casa Pound – ha ucciso a freddo due senegalesi. Tra i feriti, dei quali pochi si ricordano, c’è Moustafà: rimarrà paralizzato (la pallottola gli ha lesionato il midollo) per sempre; solo da poco può ingoiare un po’ di cibo, finora è stato alimentato per flebo». Si commuove Igiaba Scego nel ricordare altri immigrati in Italia vittime di fascismo e ignoranza: Jerry Masslo, “Abba” a Milano, la strage a Castelvolturno e un ragazzo somalo bruciato, tanti anni fa, «per gioco» a piazza Navona (non ci fu neppure un’inchiesta approfondita) e altre vittime recenti, talvolta dimenticate. «E’ anche colpa di programmi scolastici che ci vogliono ignoranti della storia» sottolinea e conclude: «Oggi siamo tanti ma ancora pochi. Dobbiamo essere di più. E la politica purtroppo resta assente. Sul sacrario a Graziani sia Monti che Napolitano tacciono, in Germania sarebbe inammissibile, lì la memoria viene presa sul serio».
Tocca a Sandro Portelli. Mi hanno detto – esordisce – che se chiedi a un cinese come si dice vendetta ti risponde: «racconta la verità a 5 famiglie». Ecco il nostro lavoro di memoria è questo. Raccontiamo chi era Graziani, cos’era il fascismo. Facciamolo anche in modo allegro quando si può (la volta prossima saremo qui con la nostra banda musicale) ma dobbiamo farlo. Quante bugie, anche oggi, nei libri di storia: si dice che in Etiopia abbiamo trovato gente selvaggia ignorando che lì c’era una civiltà millenaria come la nostra; si tace che il primo bombardamento aereo della storia – triste record – è roba “nostra”, di un italiano in Africa, giusto 100 anni fa. Portelli incalza: «La memoria deve rompere il quadro idilliaco, se stiamo zitti diventiamo complici. E il fascismo fu viltà, violenza, pregiudizio ma anche inerzia, adagiarsi al senso comune dell’epoca senza usare la testa». Come sottolinea Portelli si discute spesso di cosa andrebbe ricordato nella Costituzione europea: «io metterei i massacri del colonialismo, a esempio Debra Libanos». Oggi come allora non si può restare a guardare: «dobbiamo decidere da che parte stare, questo fu la Resistenza, questo ci dice la Costituzione».
A chiudere gli interventi (Jean Leonard Touadi era al corteo ma poi ha dovuto andar via) è Ernesto Nassi dell’Anpi. «Affile è cambiata, oggi c’era gente dalle finestre che ci diceva “grazie” o ci fermava per sapere la vera storia di Graziani. Purtroppo cresciamo con il mito fasullo degli italiani “brava gente” e ben pochi sanno che l’esercito italiano, neanche i fascisti ma proprio i soldati, mozzava le teste ai partigiani sloveni. Non è solo la storia di 60-70 anni fa ma anche il passato recente: come Anpi abbiamo lanciato una petizione per togliere il segreto sulle stragi in Italia degli anni ’60-80, possibile che nessuno ci risponda?». Nassi chiude con una (giusta) stoccata ai media: «continuano a tacere sul pericolo neofascista, anzi spesso strizzano l’occhio».
Poi una serie di interventi (vivaci e propositivi) dal pubblico. Io chiedo che, fra le tante cose da fare, si pensi a una primavera-estate di cultura: «Portiamo ad Affile l’Italia migliore: chiediamo ad Ascanio Celestini, a Marco Paolini, ai Tetes de bois ma anche a testimoni della memoria, ad artisti, a musicisti (non importa che siano famosi) di venire qui per rispondere con la cultura e la verità all’ignoranza e alle bugie di chi oltraggia la gente di Affile dedicando un monumento a un boia».
BREVISSIMA NOTA
Su Affile – e simili schifezze – qui in blog ho postato e scritto più volte. (db)
grazie Daniele per avermi stimolato a ricordare. Mi piace da matti e condivido e pratico da anni quella “vendetta”: raccontare ad altri la propria verità.
un abbraccio
Beppe
Ho ricevuto un msg di «anticomunista» che riporto integralmente:
«figurarsi se i ragazzi di affile hanno paura di voi, i ragazzi li si scazzottano per un nonnula andate al bar della cavata la sera a fare i gradassi vedi come tornate. cmq potete portare tutta roma tanto gli affilani non cambiano idea». Dunque del mio lungo articolo interessa ad «anticomunista» prendere solo poche parole, quelle che gli potevano dare il pretesto per parlare del preteso coraggio fascista e della voglia di fare a botte. Il resto – che Graziani fosse un boia o l’aver speso tanto denaro pubblico per celebrare un criminale – non gli interessa. Cambiare idea (soprattutto quando i fatti dimostrano di aver torto) è un segno di intelligenza. E affilani sono anche i ragazzi del comitato antifascista, o no? Quanto a scazzottarsi per un nonnulla non mi pare una delle migliori attività possibili. (db)
oggi su “il manifesto” un lungo articolo di Sandro Portelli – “Parte da Affile una nuova Italia” – racconta e commenta la manifestazione di sabato. Fra le tante cose che io ho dimenticato (nel post qui sopra) ci tengo a recuperarne una, appunto con le parole di Portelli: “Sara Modigliani apre l’assemblea guidando il canto di OLTRE IL PONTE di Italo Calvino e Sergio Liberovici, la canzone che trasmette la memoria della Resistenza alle ragazze e ai ragazzi che allora non c’erano”. Testo bellissimo e non retorico, che invito a leggere (o rileggere) e a … cantare. Ho verificato poco fa che il testo è anche su Google e che su Youtube – esattamente qui http://www.youtube.com/watch?v=7-Kfr57Zhy0 – si trova la versione dei Modena City Ramblers (che, almeno stamattina, era preceduta da uno spot “natalizio” di Ikea; ma a proposito di memoria non bastya un’accorta pubblicità a farci dimenticare le schifezze intorno a Ikea vero? Per dire solo le ultime due: la pubblicità in Arabia Saudita con la donna cancellata e le cariche di Piacenza contro i lavoratori).
Segnalo che su “Corriere dell’immigrazione” (http://www.corriereimmigrazione.it) è possibile leggere una bella inchiesta di Igiaba Scego intitolata “Gli altri Graziani d’Italia”. (db)
ECCO IL LINK AD UNA RECENSIONE DE “IL LEONE DEL DESERTO” DI MUSTAFA AKKAD CHE TRA LE VARIE NEFANDEZZE MOSTRA CHI E’ GRAZIANI “IL MACELLAIO DEL FEZZAN” E CHE LO STESSO REGISTA HA COSì COMMENTATO: “Tutti conoscono le atrocità del nazismo, ma Lion of the Desert è la prima pellicola sulle brutalità del regime mussoliniano nelle colonie.”
http://www.formacinema.it/attachments/article/173/Il%20leone%20torna%20a%20ruggire_Monica%20Macchi.pdf
ricevo da Igiaba Scego
http://www.liberation.fr/monde/2012/11/14/les-bruits-de-bottes-de-l-extreme-droite_860490
Articolo di “Libération” sulla crescita dell’estrema destra in italia che cita il caso Affile (mausoleo Graziani) con dichiarazione di Sandro Portelli.
Vorrei che più stampa italiana si indignasse….
Vorrei che più stampa italiana ne parlasse…
Dopo la manifestazione di sabato 10 è significativo che l’articolo (a parte quelli scritti da me, portelli e barbieri e quelli usciti su corriere immigrazione) venga dall’estero.
Sto mandando questo articolo anche a colleghi…vorrei che anche voi vi occupaste di Affile. è importante per la nostra democrazia.
Igiaba
AGGIORNAMENTO (da “Corriere dell’immigrazione”, aprile 2013)
Monumento di Affile
L’interpellanza di Kyenge, Ghizzoni e Beni
I tre neoparlamentari chiedono al governo di intervenire per far cessare questa vergogna. «Il monumento a Graziani rappresenta un’offesa nei confronti dell’Etiopia, della comunità degli etiopi residenti in Italia e degli italiani stessi, fatta con i soldi dei contribuenti».
Continua a leggere…
questo è un messaggio (datato 11 ottobre) del comitato Affile antifascista; non mi pare che abbia avuto rilievo, perciò lo posto qui. (db)
Salve a tutti, ci sono aggiornamenti in merito alla vicenda del monumento di Affile intitolato a Rodolfo Graziani: recentemente il sindaco di Affile ha affermato che il finanziamento (bloccato da Zingaretti) è rientrato e che inizierà una battaglia legale contro il Presidente della nostra regione. Da parte nostra avremo un colloquio con la presidenza della regione Lazio dove cercheremo di fare chiarezza sulla vicenda.
Come sapete con i fondi pubblici è stato finanziato questo monumento e successivamente intitolato a Rodolfo Graziani, purtroppo a nostro avviso si sta sorvolando sulla vicenda e non si tiene conto delle sue possibili degenerazioni. L’amministrazione ha espresso più volte la volontà di sfruttare la figura di Graziani per fini turistici, patrocinando e partecipando ad iniziative in questo senso.
Purtroppo dobbiamo constatare che durante quest’anno qualsiasi iniziativa svolta ad Affile, anche puramente informativa, ha creato l’effetto opposto a quello che desideravamo. Siamo molto restii a questo punto a organizzare altri eventi ad Affile: il clima non è assolutamente tranquillo e non abbiamo intenzione di fare altra pubblicità gratuita a questa amministrazione.
Ci aspettiamo le risposte delle istituzioni: la Regione Lazio aveva sospeso i finanziamenti e su questo ci aggiorneremo a breve, la procura di Tivoli ha aperto un’inchiesta per il reato di apologia del fascismo (non abbiamo novità) e c’è una proposta di legge presentata dal Partito Democratico (Monica Gregori) che deve essere discussa.
Se desiderate prendere coscienza della situazione date un’occhiata al sito http://www.rodolfograziani.it
Comitato Affile Antifascista, 11 ottobre 2013
(se desiderate ricevere la delibera di intitolazione del monumento a Graziani, il manifesto affisso per l’inaugurazione, notizie sull’evento organizzato in onore a Graziani, la proposta di legge dell’onorevole Gregori potete scrivere a: comitatoaffileantifa@libero.it)