“Se fossi migrante”, l’Accordo Ue in un fumetto
BOLOGNA – “Tanti parlano di controlli, frontiere, percentuali, flussi. Ma questi temuti profughi sono prima di tutto persone. Gente comune che rischia la vita per sfuggire a dittature e guerre civili. E se io fossi la migrante che ne sarebbe di me?” Inizia così “Se fossi migrante. I 12 punti dell’accordo Ue”, il fumetto con cui Sara Fattori, in arte Sarà Fatto, spiega l’accordo adottato lo scorso 28 giugno dal Consiglio europeo che è stato pubblicato su Stormi, la rivista online di graphic journalism ideata da Giacomo Taddeo Traini e Mattia Ferri sotto l’ala della casa editrice BeccoGiallo. “Siamo in un periodo storico e politico in cui credo sia assolutamente necessario sensibilizzare le persone su certe tematiche, specie quelle dell’accoglienza, e abbattere l’indifferenza con l’informazione e con l’incontro – racconta Sarà Fatto, membro del collettivo artistico Testa Imperfetta, sui cui blog tiene una rubrica su temi di attualità – Ho pensato di proporre a Stormi un fumetto sull’accordo perché penso che, nella maggior parte dei casi, chi esprime la propria opinione sui social network non sia effettivamente informato di com’è la situazione, di ciò che si può fare e di quello che gli Stati europei hanno intenzione di fare”. L’accordo è stato adottato dopo 13 ore di negoziati caratterizzati da veti da parte dell’Italia, litigi, alleanze saltate e poi ritrovate ed è stato criticato in particolare per il rafforzamento del sostegno alla Guardia costiera libica, la previsione di piattaforme regionali di sbarco nei Paesi terzi e l’accoglienza nei Paesi europei su base volontaria. “Spesso mi sembra che la gente si dimentichi che stiamo parlando di persone e credo che la combinazione di immagini e parole sia più forte nel raccontare questo tipo di argomenti”, dice Sarà Fatto.
Immedesimarsi nell’altro. Per spiegare i 12 punti dell’accordo Ue sui migranti, Sara Fattori ha scelto di mettersi nei panni di una migrante e di raccontare in che modo le decisioni prese dagli Stati europei influiscono sul suo percorso di migrazione. “Lavoro con i bambini in ambito educativo e l’idea di immedesimarmi nei migranti viene da lì – racconta – Per spiegare ai più piccoli il rispetto degli altri, spesso si dice loro ‘se facessero a te quello che tu hai fatto agli altri, come ti sentiresti?’ Ed è lì che, a livello intimo, si riesce a interiorizzare il concetto e a capire la situazione. Credo che anche tanti adulti avrebbero bisogno di mettersi nei panni di chi si trova a dover scappare da una situazione politica, o anche personale, disastrosa. A noi europei non succede per pura fortuna, ma se ci trovassimo nella condizione dei migranti, ci comporteremmo nello stesso modo e saremmo nella stessa situazione senza senso in cui si trovano loro adesso”. (lp)
© Copyright Redattore Sociale