Sei appena nato e già…
… ti chiamano clandestino
Un appello di Augusta De Piero per sostenere la proposta di legge 740
Gentile presidente Laura Boldrini,
le scrivo quale prima firmataria della petizione con cui le viene chiesto di garantire, secondo le sue competenze istituzionali, la proposta di legge 740 (primo firmatario l’onorevole Ettore Rosato) che è all’attenzione della Commissione Affari Costituzionali da più di un anno.
Se approvata cancellerebbe la discriminazione che da cinque anni nega il certificato di nascita ai figli dei migranti privi di permesso di soggiorno.
Si tratta di bambini che nascono in Italia cui è negato il diritto, affermato dalle norme internazionali e nazionali, di avere un’esistenza giudicamene riconosciuta con tutto ciò che ne consegue nella vita di una persona e, in particolare, di una persona debole, messa a rischio senza difese non solo dalla violenza che in tanti modi si esercita nella nostra e in altre società ma direttamente dalla legge.
Ce lo chiede anche il Comitato Onu per i diritti dell’infanzia (come riferisce il settimo rapporto della Convention on the Rights of the Child) facendo esplicito riferimento a quanto previsto dalla legge 94/2009.
Pochi giorni fa la petizione è stata firmata anche dal segretario del Movimento di cooperazione educativa che ha accompagnato la sua firma con questo commento: «Gentile presidente, in qualità di segretario nazionale del MCE-Movimento di Cooperazione Educativa, riteniamo che l’educazione alla convivenza democratica, alla pace, alla mondialità, all’intercultura non possa essere ristretta ai cittadini ufficialmente riconosciuti da uno Stato ma a tutti coloro che vi vivono e/o vi sono nati, senza preclusioni. Una scuola inclusiva e democratica presuppone una società inclusiva e aperta. Ringraziando vivamente, Giancarlo Cavinato».
Tale adesione, motivata e consapevole, si accompagna a quanto raccomandato a seguito del recente congresso dalla Simm (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni): «approvare una legge che garantisca il diritto alla registrazione anagrafica per tutti i figli indipendentemente dalla situazione giuridico amministrativa dei genitori, senza la necessità di esibire documenti inerenti al soggiorno, in modo da evitare che ci siano “nati invisibili” con conseguenze aberranti di ordine sociale e sanitario».
Queste voci sono state raccolte anche dalla Asgi, Associazione Studi Giuridici Immigrazione che il 26 agosto scorso ha scritto in un comunicato pubblicato nel proprio sito web: «L’Asgi sostiene la proposta di legge presentata da un gruppo di Deputati per reintrodurre esplicitamente gli atti di stato civile tra quelli per i quali non è necessaria l’esibizione dei documenti di soggiorno».
Non posso naturalmente citarle le parole di singole persone consapevoli che hanno cercato di far sentire la propria voce su questo problema, firmando la petizione e con altri strumenti di cui si sono voluti giovare.
Contando sulla sua attenzione, porgo distinti saluti
Augusta De Piero – Udine