Selebréscion
di Mark Adin
(Sinfonia in tre movimenti)
primo movimento
tamburello,triangolo, legnetti e flauto di Pan
Malvina piccolo guerriero
Bianca precipita dall’ottavo piano
Pina vuole comprare un trullo
Viola vibrante al primo lavoro
Gianna in quegli anni lo so che hai sparato
Daria con lui solo per la pensione
Silvia il tuo sesso maledetta tagliola
Ramona un figlio col tumore al cervello
Paola minestra di cavolo nero
Vittoria già ridi prima di camminare
Margherita con l’arpa dentro al colombaio
Annalisa doloroso distacco e frattura
Antonella di notte dalla Cina su Skipe
Paoletta non tace nel fare l’amore
Noemi in regalo la vita e uno sguardo
La Gionni dolore nel pugno
Gabriela a seno nudo sotto lo scialle
Irma intatta curiosità di bimba
Giorgia volevano che imbracciasse il mitra
Enzia sciolta in lacrime al funerale del padre
Maura nel letto talmente ubriaca
Michela scrive l’orgoglio del nonno
Isabella schegge di pensiero corsaro
Giuliana che insegna il coraggio
Gina puttana pentita in tv
Laura non finge di essere casta
Manuela sapore di muschio e di terra
Cinzia gli alcòli non ti hanno ammazzato
Lucilla cartolina da Edinburgo a colori
Elsa tagliata in due dalla pazzia del chirurgo
Anna abitata da uno scoppio di risa
Giuse nel ventre è affondato il coltello
Marina notti frettolose anestetiche
Carlina disegna cuori colorati
Marcy stupore come quello di Marylin
Laurona eppur fragile per via dell’amore
Patrizia una sera la pizza con Nureyev
E poi ci sei Tu
Che non ti pronuncio ti chiamerei cagna
So che verrai anche da me prima o poi
Meglio poi
Non potrò che vederti stai sicura da ultima
secondo movimento
oboe timpano violoncello violino
La terza elementare e via
a servizio come le altre da sola
centinaia di vecchi chilometri
da casa e dalle campagne
ed essere madre ancora ragazza
mani esperte per le case degli altri
braccia robuste
occhi spaventati e neri
a letto vestita
stremata dalla fatica
sonno di poche ore
che non possono bastare
unico vanto i figli
come la madre dei Gracchi
ostentato pubblico orgoglio
latte e sudore con cui mi ha nutrito
mai un lamento soltanto gioia
nel crescere piccoli esseri
l’immancabile malattia
incomprensibilmente crudele
consumatasi durante il mio sonno
di esausto abbandono
del non essere avvezzo
al dover vigilarti
…
ne ho consumata
ogni singolo atomo
non si butta via niente
di una donna così
terzo e ultimo movimento
clarino, chitarra, basso, fisarmonica
La mia finestra si apre su un piccolo giardino pubblico. Forse questo è il cortile del susino di Brecht. Si ritrovano lì, tutte le domeniche di sole, parlottano tra loro una lingua che credo russo, forse ucraino. Voci di allegria, bisbiglii tintinnanti. Bambole a loro reciproche, si pettinano una con l’altra, con cura e attenzione. Ridono e si proteggono tenendo basso il tono di voce. Si scambiano oggetti d’uso comune, libri, indumenti. Le spio dalla mia finestra, cialtrone, le osservo. Donne dal tratto forte e insieme gentile, belle negli occhi e nel corpo. I loro uomini, nelle case lontane, aspettano gli spediscano i soldi, intanto tradendole con una bottiglia. Le donne riposano e fanno bagni di sole, rovesciano il capo e scoprono gambe tornite e carnose. Prima di andarsene, ispezionano il terreno intorno alle panchine su cui sedevano, raccolgono cartacce, ogni residuo di cibo consumato in grembo, portano il tutto al cestino-rifiuti. “Badante”: che brutta parola! Il participio presente non dà mai dignità di persona. Femmine dai corpi invitanti. Occhi di luce invernale, fatti di chiari grigi, di tenui azzurrità. Chissà come si fa l’amore da quelle parti. Quali le modalità del piacere. Di cosa sapranno le trepide bocche. Quali misteri nel loro cuore.
Dal golfo mistico dell’orchestra i musicisti spiccano il volo.
Irrompe il Ruah – vento di primavera – e ingravida tutte le donne presenti.
Gli uomini restano con un palmo di naso
come bambini a cui sfugge il palloncino colorato che si perde nel cielo.
Mark Adin
..ma che bello Daniele!!!!
Bellissima!!!