Senza pace il Paese dell’eterna primavera
In Guatemala arrestata e poi liberata su cauzione l’attivista maya Maria Magdalena Cuc Choc
di Maria Teresa Messidoro
Guardando una delle poche fotografie pubbliche di Maria Coc Choc, si riconosce il tipico traje (vestito) della sua etnia guatemalteca, con il huipil ricamato a mano chissà da quali sapienti mani femminili della sua famiglia. Maria ha lo sguardo fiero, non appartiene agli indigeni ed indigene che temono gli “invasori” bianchi, quasi sempre maschi, portatori di violenza e distruzione nel suo paese dall’eterna primavera, il bellissimo Guatemala.
Come riporta un pignolo articolo di cronaca locale, alle 13,33 di mercoledì 17 gennaio 2018, Maria Magdalena Cuc Choc, maya q’eqchi e riconosciuta defensora della terra è stata arrestata da una pattuglia della Policia Nacional Civil (PNC) di Puerto Barrios, capitale della regione di Izabal, in Guatemala, mentre usciva dal Tribunale di Giustizia dopo aver compiuto il suo lavoro di traduttrice dall’ idioma q’eqchi allo spagnolo durante una udienza pubblica di un processo.
Maria Cuc Choc è stata accusata con altri appartenenti alla comunità indigena Chabil’ Ch’och’ di usurpazione aggravata, minacce e detenzione illegale dai rappresentanti della Società LISBAL, proprietaria dell’azienda Isabel a Livingston, Izabal.
In realtà è la Società LISBAL colpevole di aver estromesso violentemente dalla propria terra centinaia di famiglie indigene che lì vivevano pacificamente da secoli.
Perché proprio Maria è stata arrestata in questo modo? Perché, madre di quattro figli, maestra elementare, traduttrice ufficiale presso le aule giudiziarie, ha una storia personale di “ribellione” alla sopraffazione ed ai soprusi: come sua sorella Angelixa tradizionalmente è una delle riconosciute difensore del territorio, è stata moglie del professore Adolfo Ich Chamán, autorità comunitaria assassinata nel 2009 su ordine della Compañía Guatemalteca de Níquel CGN. Maria aveva anche accompagnato il caso delle undici donne violate da forze di sicurezza dello Stato guatemalteco, durante lo sgombero realizzato dall’industria CGN – HUDBAY MINERALS INC. Y HMI NICKEL nel 2011; è lunga la lista delle sue coraggiose prese di posizione pubbliche contro i nuovi usurpatori della madre terra e delle sue apparizioni a fianco di giornalisti, autorità comunitarie e donne continuamente denunciate e minacciate da industrie ed esercito.
Non appena saputo del suo arresto, la Red de Sanadoras ancestrales del feminismo comunitario territorial ha emesso un comunicato in cui si dichiara che la cattura di Maria dimostra una volta di più che i diritti umani per le popolazioni indigene esistono solo sulla carta, mentre il neoliberismo dilagante crea parallelamente delle leggi che attaccano di fatto il concetto della difesa del territorio corpo terra.
Quanto è incoerente dunque questa logica neocoloniale che mentre dichiara l’esistenza di uno stato di diritto per tutti, violenta e traumatizza intere comunità, inclusi bambini e bambine, criminalizza e porta a giudizio difensori di interi popoli, dei fiumi, delle montagne e della sovranità alimentare!
Fortunatamente, le ultime notizie ci confermano l’avvenuta scarcerazione di Maria, dopo aver pagato una cauzione di circa 700 dollari; le sue prime parole sono state “ Nessuno può farmi star zitta, nessun articolo della Costituzione ci riuscirà”
Quando davvero ci sarà pace in Guatemala, una pace nel rispetto della dignità di tutte e tutti ?
Quando si recupererà un corretto rapporto terra corpo territorio?
(*) vicepresidente di Lisangà culture in movimento