Senza uscita
di Francesco Masala
ho letto questi giorni articoli di Gideon Levy e Sayed Kashua, ve li segnalo, leggeteli tutti e tre, difficile altrimenti leggerli nella grande stampa indipendente italiana.
e grazie a http://frammentivocalimo.blogspot.it/ e a http://nena-news.it/ che ci permettono di leggere questi articoli (e non solo) in italiano.
quando Gideon Levy scrive che “L’unico paese al mondo che non ha confini [definiti] non è assolutamente intenzionato a definire quale compromesso sui [propri] confini che è pronto ad accettare. Israele non ha interiorizzato il fatto che per i palestinesi i confini del 1967 sono la base di ogni compromesso, la linea rossa della giustizia (o di una giustizia relativa). Per gli israeliani, sono “confini suicidi”. Questa è la ragione per cui la salvaguardia dello status quo è diventato il vero obbiettivo di Israele, il principale scopo della sua politica, praticamente fondamentale e unico. Il problema è che l’attuale situazione non può durare per sempre. Storicamente, poche nazioni hanno accettato di vivere per sempre sotto occupazione senza resistere. E pure la comunità internazionale sarà un giorno disposta ad esprimere una ferma condanna di questo stato di cose, accompagnata da misure punitive. Ne consegue che l’obiettivo di Israele è irrealistico.” (qui)
quando Sayed Kashua scrive che “Fra un poco i miei bambini torneranno e noi ce ne andremo da qui. Non mi interessa cosa dirà questa volta mia moglie, non mi importa. Potrà dire di nuovo che sono paranoico, isterico, che sono io quello che decide per tutti a seconda dei miei timori. Non mi interessa. Non lascio i bambini qui a Gerusalemme. Preparerò subito le loro cose, e non appena saranno tornati qui, me ne andrò con loro dai miei genitori. Se vuole, mia moglie potrà restare a Gerusalemme . Io non ne posso più di rimanere qui. Me ne starò a Tira [città palestinese nel centro d’Israele, ndr] con i bambini, due giorni, tre, una settimana. Forse non tornerò proprio. Che ho da fare a Gerusalemme? Dopo tutto fra un mese andrò all’estero. Devo contattare la mia agenzia di viaggi e controllare quanto mi costa anticipare il volo.” (qui)
e quando Gideon Levy ancora scrive che “Nello stato ebraico, non vi è alcun residuo dell’ ingiunzione biblica di trattare la minoranza o lo straniero con la giustizia. Non ci sono più ebrei di sinistra che marciano con Martin Luther King o che vanno in carcere con Nelson Mandela. Lo Stato ebraico che Israele insiste perché i palestinesi riconoscano, deve prima riconoscersi. Alla fine della giornata, al termine di una settimana terribile sembra che uno stato ebraico voglia dire : uno stato razzista e nazionalista, uno stato solo per gli ebrei.” (qui)