Serenità zen (di Maria G. Di Rienzo)

20 luglio 2011

Tre notizie di fila in prima pagina, oggi:

1) Deputato indagato per corruzione, utilizzo di segreti di stato, favoreggiamento, va a  messa: “Sono sereno.”

2) Sui rifiuti il governo battuto due volte. La Ministra competente: “Vado avanti serena.”

3) Ex sindaco indagato per concussione e corruzione: “Io sereno, nulla da temere”

All’interno, la quarta: assai probabile uxoricida rifiuta di rispondere al giudice per le  indagini preliminari ma dichiara: “Sono sereno con la mia coscienza.”

Sicuramente non ho le qualifiche per fare le pulci ad insigni direttori di giornali e alle loro onorevoli redazioni, ma non sembra loro di sforare (non di sfiorare) il ridicolo? E cosa rende questi signori e signore infusi di serenità? Chiunque di noi, persone comuni, nella stessa situazione sarebbe al minimo discretamente agitato anche se innocente e limpido come l’acqua di sorgiva.

Ora, immaginiamo di fare un po’ di giornalismo di strada, per così dire. Ad esempio:

Il tasso di disoccupazione femminile in Italia è il secondo più alto dell’Unione Europea (48,9%) inferiore solo a quello di Malta. Una donne su due non ha un lavoro ed ha rinunciato a cercarlo. La signora Bianchi, disoccupata con due figli a carico, mentre riceve  l’intimazione di sfratto per morosità: “Vado avanti serena.”

In Italia un giovane su cinque – fra i 15 ed i 29 anni – non studia ne’ lavora. Giovannino o’  bello, 19 anni, ha deciso di affilarsi alla camorra: “Sono sereno con la mia coscienza.”

Pur di venire incontro alle modeste richieste del loro governo (1.000 euro in più al mese  di balzelli e  aumenti), dirette solo alle famiglie con reddito medio-basso, i signori Rossi hanno abbandonato per strada l’improduttivo e rognoso nonno che li stava affossando a colpi di ticket sanitari. Si dichiarano “sereni” e il nonno stesso, intervistato mentre rovistava nell’immondizia, ha commentato: “Io sereno, nulla da temere. Tanto il prossimo ictus, in queste condizioni, dovrebbe essere l’ultimo.”

dal blog di Maria G. Di Rienzo http://lunanuvola.wordpress.com/

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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