Servi sciocchi e Primi Ministri
Di Mauro Antonio Miglieruolo
Inizio a nutrire qualche speranza sulla possibile provvisorietà del governo Renzi. Fino a qualche settimana fa gli attribuivo una solidità e durata sufficiente a permettergli di trasformare l’Italia in modo tale da renderla irriconoscibile per chiunque abbia avuto la possibilità di frequentarla negli ani Settanta, prima che il terrorismo tappasse la bocca a ogni opposizione. Oggi comincio a nutrire qualche speranza sulla sua intravedibile fragilità.
Si sa, le classi dominanti abbisognano e si servono volentieri di coloro che non esito a definire servi sciocchi. L’ideale sarebbe avere a disposizione uomini di governo affidabili che sappiano però anche elaborare autonomamente le possibili vie d’uscita dai vicoli ciechi in cui si caccia spesso e volentieri il capitale. In assenza di codesti “eroi borghesi”, molto rari da reperire, si ripiega sui servi sciocchi. Che per quanto facciano bene il loro lavoro non hanno alcun controllo sulla loro personale dismisura: la dismisura del servilismo. Così capita che un sindaco dichiari sfacciatamente d’essere dalla parte di Marchionne senza se e senza ma; e che quel tale Marchionne di rimando, qualche tempo dopo, affermi che il signor Renzi è stato messo in quel determinato posto proprio per fare quello che sta facendo: strame dei diritti dei lavoratori e della Costituzione.
Bene, Signor Renzi, concretizzi pure i sogni di Confindustria. Ma ricordi che a essere troppo confindustriali può anche capitare di diventare invisi alle vittime della cricca Confindustria, Marchionne e Finanza. Il che comporterebbe, da parte di questi ultimi. la necessità di sbarazzarsi di un servo troppo scopertamente di parte, non più in grado di tenere sotto controllo l’ira delle masse popolari.
Ai fedelissimi troppo zelanti, come a un buon cane fedele, vengono certo elargite affettuose carezze sulla testa, alle quali però in genere fa seguito (vedi Letta) un bel calcio in culo e un seccato togliti dalle palle! Cosa che non è molto elegante da dire e ancor meno da scrivere, e però bisogna dirla, per descrive esattamente quel che è successo e continua a succedere nella vita. Potrebbe capitare anche a Renzi. Specialmente ora che la grancassa dei media non riesce più a tenerlo sulla cresta dell’onda.
Non glielo auguro (sia cacciato a calci), a me basta se ne vada, prima che faccia troppi danni. Non piangerò però se la fortuna arriderà per tempo all’Italia e se ne andrà dopo aver fatto un bel capitombolo. A edificazione sua propria e di tutti i Renzi che potrebbe riservarci il nostro fosco prossimo futuro.