Shiff e quei bravi nonni sulle macchine v(i)olanti
di Gianluca Cicinelli
Quello che accade ai militari non può essere considerato un mondo a parte, ci riguarda tutti, è uno specchio dello stato delle democrazia nel Paese. E in questa storia di democrazia e di giustizia non ce ne sono.
Giulia Schiff, prima presa a frustate, poi la testa sbattuta contro l’ala di un aereo, poi buttata in piscina. Era la festa di benvenuto con cui i colleghi, ripetendo un cerimoniale eterno di nonnismo e stupidità “festeggiavano” l’ingresso della pilota nei ranghi dell’Aeronautica militare. Al sergente Schiff il trattamento, la tradizione come la chiamano i suoi colleghi, non era affatto piaciuto e aveva denunciato gli abusi subiti, documentandoli con un video che provava le accuse. L’Aeronautica l’ha espulsa, il Consiglio di Stato ha respinto l’appello della sergente, il Tar lo aveva già respinto in precedenza. Una persona normale penserebbe che non può essere stata espulsa per aver denunciato gli abusi subiti, soprattutto la motivazione dell’Aeronautica non sembrerebbe lasciare spazio ad appelli, c’è scritto “inattitudine militare e professionale”. Allora uno pensa che forse avrà portato un aereo a inabissarsi tra le acque, avrà provocato qualche incidente di volo o nel preparare il volo, avrà sbagliato tutte le simulazioni. Invece non risulta niente di tutto questo nel curriculum di Giulia Shiff, anzi al concorso per allievi ufficiali dell’Aeronautica militare arriva quarta su 200. Un’eccellenza, come si dice oggi, una pilota dal futuro brillante assicurato.
Se non ci sono rilievi alla sua condotta militare l’unica causa della sua espulsione si trova nell’aver denunciato la pratica stupida e violenta subita per il suo primo volo da sola. Soltanto dopo quel momento infatti la Shiff inizia a ricevere lettere di biasimo dall’Aeronautica fino all’espulsione. Prima di quella denuncia l’Aeronautica non ha nulla di cui lamentarsi sul suo conto. Sarebbe allora importante sapere il Consiglio di stato su cosa si è pronunciato esattamente. Perchè la carriera militare di Giulia Schiff finisce qua ma la carriera dei giudici del Consiglio di stato continuerà e allora è importante sapere in base a quali principi prendono le decisioni dei signori che ritengono che l’inattitudine militare e professionale consista nel denunciare le violenze subite e non nel perpetrarle da parte dei militari. Nella sentenza si legge che “i fatti oggetto di accertamento nell’ambito di un procedimento penale non possono essere assunti acriticamente come certi nel giudizio amministrativo”. Quindi il Consiglio di Stato si è espresso assolvendo di fatto quanto accaduto verso la Schiff perchè ancora non c’era stata una sentenza che condannasse quei fatti quindi nel dubbio ha condannato chi li aveva denunciati. E se la giustizia accertasse il contrario cosa farà il Consiglio di Stato, si rimangerà la sua decisione? Perchè la storia non finisce qui. Il 5 novembre prossimo inizia al tribunale militare di Roma il processo agli otto sergenti del 70esimo Stormo dell’Aeronautica di Latina, rinviati a giudizio con l’accusa di lesioni personali pluriaggravate in concorso, quelle stesse lesioni che per l’Aeronautica costituiscono una simpatica tradizione di benvenuto.
Ad Einstein un giorno fu chiesto : “quale è la differenza tra la genialità e la stupidità ?”
ed Einstein rispose : ” la differenza è che la genialità ha dei limiti”