Manca l’acqua e Solvay avvelena le falde
materiali ripresi da https://www.rete-ambientalista.it/
Più spesso la morte si aggira silenziosa.
Di frequente ci pensano gli incidenti a ricordare che lo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo è classificato ad alto rischio chimico e di catastrofe industriale, considerando che la vita della città potrebbe annientarsi senza la scalfittura di un muro e che neppure la popolazione è preparata ad un forse inesistente piano di emergenza di allarme, evacuazione e cura. Talvolta avviene che la popolazione sia scaraventata giù dai letti, come per il boato del 23 maggio scorso. Più spesso la morte si aggira silenziosa.
L’ultimo incidente, come sempre di notte, è avvenuto al reparto Algofrene dove vengono fatti reagire i gas per produrre i composti fluorurati utilizzati nello stabilimento, tra cui anche i PFAS. “Gli Algofreni sono sempre stati il reparto critico per eccellenza”, testimonia Lino Balza al processo: leggi J’accuse su Ambiente Delitto Perfetto, “impregnato di veleni e a rischio di sprofondamento (gli sono state fatte iniezioni di cemento per sorreggerlo), quante volte dovemmo protestare come Consiglio di fabbrica per i solventi buttati nottetempo direttamente nel terreno, si è spesso parlato di spostarlo o chiuderlo. Era già famoso a livello nazionale quando fu oggetto di clamorose manifestazioni di Greenpeace tra cui la scalata che organizzammo alle ciminiere issando striscioni”.
Anche per l’ultimo incidente si è ripetuto il rituale. L’Arpa interviene quando i buoi sono già scappati: il gas è stato respirato dove il vento l’ha portato. I giornali chiedono senza risposta: “C’è stata fuga di gas? quali sostanze sono state cercate? quali risultati delle misurazioni dei dati di monitoraggio esterni?”.
Siccità, manca l’acqua e Solvay avvelena le falde.
La multinazionale promette di smettere fra cinque anni. Il candidato sindaco: cittadini pazientate gli altri morti e ammalati.
“l’ExtraTerrestre”, il settimanale ecologista del Manifesto, dedica un intero numero (8 pagine) alla questione della siccità estrema che mette in ginocchio l’Italia. In particolare, nel servizio di Mauro Ravarino, è messa in rilievo “la minaccia alla disponibilità di acqua che deriva dall’inquinamento delle falde, dovuto a scarichi e sversamenti industriali che raggiungono le acque sotterranee”. Le falde sono per natura rinnovabili e di buona qualità ma hanno tempi di ricarica molto lunghi mentre in Italia sono sempre più sotto pressione delle attività industriali. E il giornale prende appunto a riferimento l’avvelenamento dei PFAS: sostanze perfluoroalchiliche riconosciute come interferenti endocrini e cancerogeni dalla scienza internazionale.
Due gli scandali evidenziati: quello delle acque di vasti territori del Veneto irrimediabilmente contaminati dalla Miteni di Trissino, contro la quale (dopo chiusura) si è arrivati finalmente a processo. E soprattutto “quello della contaminazione da Pfas in provincia di Alessandria, ad opera della Solvay di Spinetta Marengo, dove –nonostante la presenza di questi inquinanti accertata nella falda esterna della fabbrica e nei fiumi Bormida Tanaro e Po- la multinazionale belga ha ottenuto dalla Provincia di Alessandria l’estensione della AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per l’uso e la produzione del Pfas C6O4 (dopo PFOA e ADV)”.
Il servizio avverte: “Il tempo sta scadendo. O si inverte la rotta oppure andrà peggio”. Un acquedotto è già bloccato, due Comuni sono già in emergenza idrica. Andrà sicuramente peggio se Solvay non ferma immediatamente le produzioni. Così come è stata costretta a fare negli Stati Uniti. Come sarebbe costretta in Italia se fosse approvato il Disegno di legge presentato dal senatore Mattia Crucioli che mette al bando i Pfas.
Lo specchietto per le allodole
Invece Solvay in questi giorni ha ribadito lo status quo prendendo tempo. Dunque ha esposto uno specchietto per le allodole impegnandosi, ennesima promessa del marinaio, a sostituire gli attuali Pfas con sostanze innocue. Sostituirli non subito ma dal 2026, morti e ammalati nel frattempo compresi nel prezzo. Sostituire con cosa? con l’ennesimo sostituto peggiore del precedente? Come già fatto per il Pfoa con il C6O4 autorizzato come innocuo dalla Provincia (Lega)? Ebbene, l’allodola Gianfranco Cuttica, che sta riproponendo la sua candidatura (Lega) a Sindaco, si è subito riflesso entusiasta nello specchietto di Solvay. I due storici complici (gli altri due leghisti sono Provincia e Regione), d’altronde, sono ben consapevoli che i Pfas in aria-acqua-suolo sono solo la punta del’iceberg del disastro ecosanitario di Alessandria, e che le controverse chiusure dello stabilimento vanno ben oltre i PFAS.
Post scriptum. Una analisi tecnica (clicca qui) dello scarico dei reflui Solvay nei fiumi Bormida Tanaro Po, di Claudio Lombardi ex assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria.
Avevamo indicato candidati sindaci immeritevoli, dal punto vista ambientale, di essere eletti. A prova, di uno di questi, Giorgio Abonante, avevamo riprodotto un suo noncurante comizio sulla questione ecosanitaria della Solvay di Spinetta Marengo (clicca qui Questi candidati sindaci NON sono da votare.) Il suo avversario al ballottaggio, Gianfranco Cuttica, si presenta addirittura alla rielezione. Che demerita più che mai dopo aver appena lucidato lo specchietto delle allodole Solvay. D’altronde nei cinque anni di mandato non ha tutelato minimamente la salute della popolazione di Alessandria, in complicità con Provincia e Regione di altrettanta fede leghista, e con la multinazionale chimica. Chi dubita dei suoi demeriti abbia la pazienza di leggersi (clicca qui) la sua audizione alla “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati”. A nulla è valso esibire il presunto titolo nobiliare (“di Revigliasco”) e il codino aristocratico, il presidente della commissione, Stefano Vignaroli, lo mette alle strette e il sindaco -che sarebbe la massima autorità sanitaria nel territorio- inanella una serie interminabile di approssimazioni, superficialità e scaricabarili. Insomma, piuttosto che passare da brigante preferisce passare da ignorante.
Allo studio “Determinazione della concentrazione dei biomarcatori di esposizione Studio PFAS” (clicca qui), partecipano, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, la Regione del Veneto (Area Sanità e Sociale, Sezione Tutela Ambiente e ARPAV) e le Aziende Ulss dei territori identificati nell’area di maggior impatto. Lo studio si propone di definire l’esposizione a sostanze perfluoroalchiliche PFAS in soggetti residenti in aree delle Province del Veneto caratterizzate da presumibile esposizione incrementale a questi inquinanti rispetto a popolazione di controllo residente in altra area geografica del Veneto.
I PFAS oggetto dello studio sono quelli individuati nelle acque per il consumo umano dalle Autorità competenti sul territorio: Comuni e Provincia. L’esposizione ai PFAS selezionati verrà caratterizzata attraverso il biomonitoraggio, misurandone la concentrazione in un campione di sangue. Il biomonitoraggio umano è lo strumento più efficace nella misura dell’esposizione umana a inquinanti organici persistenti, perché l’analisi della loro concentrazione nel corpo umano fornisce una misura della reale dose interna risultante da tutte le possibili vie e fonti espositive. Al momento del prelievo del campione ematico sarà consegnato ad ogni soggetto materiale informativo riguardante lo studio. Sarà inoltre somministrato un questionario che ha lo scopo di raccogliere le informazioni utili all’interpretazione del dato di biomonitoraggio e che contiene domande su stili di vita e abitudini alimentari.
Biden combatte l’inquinamento da PFAS per salvaguardare l’acqua potabile per tutti gli americani.
Negli Stati Uniti 1 miliardo di dollari dalla legge bipartisan sulle infrastrutture prima tranche di 5 miliardi resa disponibile per aiutare le comunità a combattere i contaminanti Pfas dell’acqua. Clicca qui.
L’EPA americana tiene il fiato sul collo alle industrie Pfas.
Come Solvay ad Alessandria e Miteni a Vicenza, così in USA Dupont e Chemours per oltre 30 anni hanno rilasciato centinaia di composti PFAS, noti anche come sostanze per- e polifluoroalchiliche, nel fiume Cape Fear, nell’aria e nelle acque sotterranee, contaminando la fonte di acqua potabile di oltre 300.000 persone della Carolina del Nord. Sulla base di ulteriori test su animali umani, la tossicità di queste sostanze, quando anche a livelli di presenza bassissimi, si sta rivelando sempre più drammatica: sul sistema immunitario, sul sistema cardiovascolare, sui problemi di sviluppo con i bambini e sul cancro (fegato, reni ecc.). A questo punto l’EPA, l’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti, è intervenuta con nuovi avvisi sanitari nazionali, riducendo i limiti di esposizione di quattro sostanze PFAS: 10 parti per trilione per il GenX, 0,004 parti per trilione per PFOA, 0,02 parti per trilione per PFOS, 2.000 parti per trilione per PFBS. I gruppi ambientalisti, tuttavia, premono sulle agenzie ambientali statali e l’EPA a utilizzare la legge esistente per ridurre fino a zero le emissioni di PFAS.
Non c’è paragone di serietà ed efficienza tra l’Epa e le Arpe. Esempio i PFAS.
Cioè tra l’ EPA Agenzia per la protezione dell’ambiente del governo federale degli Stati Uniti, e l’ ISPRA Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale con le ARPA regionali. “Affrontare la contaminazione da PFAS è una parte fondamentale della missione dell’EPA”: afferma l’Ente americano. Leggi sul Sito perché e come.
La giustizia USA contro i produttori di Pfas.
I Pfas si trovano in tantissimi prodotti che vanno dalle pentole antiaderenti ai cosmetici alle schiume antincendio. “Vogliamo che ripristinino le nostre preziose risorse naturali e garantiscano che l’acqua che beviamo e utilizziamo nella nostra vita quotidiana non sia a rischio a causa dei prodotti PFAS qui in Massachusetts”. Il procuratore generale del Massachusetts Maura Healey ha intentato una causa contro i produttori di schiume antincendio che contengono sostanze chimiche PFAS che sono state collegate a una serie di gravi problemi di salute, tumori, danni al fegato e alla tiroide, problemi di sviluppo e del sistema immunitario ecc. “La nostra causa” ha affermato il procuratore “ va contro i produttori che hanno ignorato tutti questi danni per decenni e hanno continuato a mettere in vendita questo prodotto. Le società hanno nascosto informazioni sulla tossicità dei PFAS, presentato false informazioni all’EPA e cercato di impedire ai lavoratori di discutere del rischio rappresentato dalle sostanze chimiche. Analogamente a quanto avvenuto in Italia per Solvay e Miteni.
Da più di venti anni sappiamo dagli studi scientifici che i Pfas uccidono.
Attraverso il pesce che catturiamo e mangiamo: è uno dei percorsi dei PFAS per entrare nel corpo umano. Infatti, quando producemmo l’esposto alla magistratura di Alessandria nel 2009, fra gli studi scientifici riferiti, avevamo preso in esame quelli di Patricia Fair. Il suo interesse era iniziato nel 2003, nel bel mezzo di un ampio studio sulla salute sui delfini. I delfini di Charleston avevano tanto PFAS nei loro corpi quanto potrebbe essere trovato in un lavoratore che produce queste sostanze chimiche. Questa scoperta non conta solo per i delfini, ma anche per noi: mangiamo lo stesso pesce dello stesso posto. Riferendoci al fiume Po, dove dal Bormida arrivavano gli scarichi della Solvay di Spinetta Marengo (AL), cercammo di avvertire l’opinione pubblica di questo rischio per ripulire queste sostanze chimiche che hanno inquinato l’acqua, il suolo e gli animali.
L’articolo pubblicato con queste informazioni fu un valido ingresso in quella letteratura scientifica in crescita su quanto si sono diffuse queste sostanze chimiche e quanto siano profondi i loro pericoli. Uno studio che appena ne seguì, su circa 70.000 persone affette dall’Ohio e dal West Virginia, infatti rivelò i collegamenti con cancro al fegato, cancro ai reni e ipertensione nelle donne in gravidanza, come le sostanze chimiche PFAS, una volta nel corpo, passano dalla madre al bambino attraverso la placenta e il latte materno. I ricercatori hanno trovato PFAS in tutto il mondo, Italia per prima. Ancora nel 2019 Patricia Fair, negli stessi luoghi, ha campionato tamburi rossi, passere di mare, ombrine, macchie e triglie, trovando in tutti questi pesci alti livelli di Pfas, persistenti, indistruttibili. La cosa era chiara fin dal 2003: i Pfas vengono assorbiti dagli animali lungo la catena alimentare e dalle creature in cima. In cima ci siamo noi umani.
Bioplastiche col bollino senza PFAS.
L’associazione dei produttori europei di bioplastiche, European Bioplastics, ha deciso che per ottenere o mantenere il logo ‘Seedling‘ i prodotti e i materiali non dovranno più contenere sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). La decisione è stata presa come risposta alle crescenti preoccupazioni del pubblico in merito alla presenza di queste sostante negli imballaggi, in particolare in quelli alimentari. Entro il 31 dicembre 2022, i titolari di certificati dovranno presentare un’autodichiarazione dove si afferma che nessun PFAS è stato aggiunto intenzionalmente al prodotto o al materiale certificato, né è stato utilizzato durante il processo di produzione. In mancanza di questo documento, la validità della certificazione sarà sospesa fino alla presentazione della dichiarazione. Gli organismi di certificazione sono tenuti a controllare la conformità delle schede di sicurezza (SDS).
Industria chimica e pfas su “Il pungolo rosso”.
Clicca qui il servizio sulla interessante rivista gestita da un piccolo ma attivissimo gruppo di compagne e compagni dell’area di Venezia-Padova-Treviso, che partecipa anche alle iniziative del Comitato permanente contro le guerre e il razzismo.
Parliamo ancora di “Decrescita felice”.
Con Maurizio Pallante il 2 luglio a Rivalta Scrivia.
Il Piano di emergenza energetica e climatica
All’assemblea annuale di “Elettricità Futura” il ramo di Confindustria che rappresenta il gotha delle imprese elettriche italiane, proposto dal Gruppo scientifico “Energia per L’Italia”, clicca qui, se attivato da subito e fino al 2030, vuole eliminare l’attuale dipendenza grave dell’Italia dalle fonti fossili russe:“3,5 milioni di case coibentate e senza più caldaie, 3 milioni di nuove auto elettriche a batteria al posto di altrettante a petrolio, e il raddoppio della quota di corrente elettrica attualmente prodotta da fonti rinnovabili. Questa trasformazione radicale andrebbe anche a cancellare almeno 27,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno, dando un contributo sostanziale e stabile agli obiettivi climatici nazionali e internazionali”. Il Piano proposto dal governo è commentato da Vauro:
Conferenza nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.
A 50 anni dalla Conferenza di Stoccolma e 30 dalla Conferenza di Rio, il 2022 rappresenta un momento importante per la centralità dello sviluppo sostenibile in Italia. Sarà infatti l’anno di avvio dell’attuazione della nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS22), nonché l’anno che vedrà l’Italia presentare alle Nazioni Unite il proprio percorso per l’attuazione dell’Agenda 2030 presso il Foro Politico di Alto Livello.
Una settimana e oltre di iniziative in Italia e in Europa per la liberazione di Leonard Peltier.
Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo è una struttura nonviolenta attiva dagli anni ’70 che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E’ la struttura nonviolenta che oltre trent’anni fa ha coordinato per l’Italia la più ampia campagna di solidarietà con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza è in cammino”. Da alcuni mesi è particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l’illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell’intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente. Clicca qui
Messaggio di pace e salute a 36.321 destinatari da Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro tramite RETE AMBIENTALISTA – Movimenti di Lotta per la Salute, l’Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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La vignetta è di Vauro
Chiacchiere o ciarle! Questo è il paese dei disastri o delle fabbriche della morte! Adesso ci si chiede perché quelle industrie’le più grandi in Europa’sono state impiantate da noi! Nessun altro paese le ha volute perché altamente tossiche. Decine di migliaia di morti hanno poi aperto gli occhi anche dei ‘cittadini’! Il risultato è stato sempre uno solo:rifarsi una pubblica veste da Agnelli per far scontare il resto al popolino….
ripreso da http://www.rete-ambientalista.it
Sostanze ad alto rischio tossico e cancerogeno, composti organo clorurati, in particolare Cloroformio, Tetracloruro di Carbonio, Tetracloroetilene e Tricloroetilene da tempo provengono dalla falda e migrano dal suolo sotto le abitazioni attorno alla Solvay? L’Arpa li campiona e l’Asl ne allarma la dannosità per i soggetti esposti?
Studi epidemiologici (Università di Liegi) misurano l’avvelenamento dei tossici e cancerogeni Pfas nel sangue della popolazione?
Ebbene, Giorgio Abonante emette una ordinanza, come gli compete quale massima autorità sanitaria locale.
Ordina alla Solvay di sospendere da subito le produzioni che originano i suddetti inquinamenti, chiuderle in attesa di eventuali ulteriori e specifiche indagini? Ordina analisi del sangue di massa?
Invece no, l’ordinanza dirama alle famiglie già di mezza Spinetta delle misure di precauzione da adottarsi nei locali interrati di pertinenza delle loro abitazioni, una più grottesca dell’altra: non andare in cantina, tantomeno a fumare o a consumare cibi, procurarsi dei ventilatori, non custodirvi altre sostanze chimiche, non riscaldarle, non fare buchi sul pavimento, non tinteggiare le pareti… Pazzesco.
Vergognoso. Stiamo parlando di un Comune che per anni niente affatto sta obbligando Solvay alle efficaci definitive bonifiche, né a tal fine indirizza all’Arpa adeguate campagne di monitoraggio sulle matrici ambientali acqua-aria-suolo dei composti clorurati e fluorurati, e neppure all’Asl di epidemiologia, men che meno ordina analisi del sangue di massa ai cittadini e ai lavoratori.
Allegata (vedi link su http://www.rete-ambientalista.it ) l’ordinanza pilatesca: chi non la ritiene vergognosa alzi la mano.
https://diogeneonline.info/lo-scandalo-solvay-e-le-contaminazioni-da-pfas/
A riaccendere i riflettori sulla vicenda è adesso un film documentario della televisione belga RTBF, al quale il «Movimento di lotta per la salute Maccacaro» ha dato il suo piccolo contributo, che ha fatto letteralmente infuriare Ilham Kadri, presidente della multinazionale Solvay.
Come segnala http://www.rete-ambientalista.it il film “#Investigation “ – di Emmanuel Morimont con Santos Hevia e Valérie Dupont – sta suscitando una vasta eco nell’opinione pubblica internazionale scossa da quella vera e propria calamità ecosanitaria mondiale provocata dai cancerogeni PFAS (che in Italia ha il suo apice in Piemonte e Veneto).
Se cliccate su http://www.rete-ambientalista.it potete vederne alcuni stralci in anteprima. Prossimamente http://www.rete-ambientalista.it pubblicherà l’intera pellicola con sottotitoli in italiano.