Sicilia, 50 giorni di libertà
Da dicembre ’44 al 20 febbraio ’45: la “repubblica popolare” di Piana degli Albanesi
una storia ripresa da «Non si parte! Non si parte!» – sottotitolo «Le sommosse in Sicilia contro il richiamo alle armi» – di Antonio Mangiafico e Pippo Gurrieri (*)
«Solo 50 giorni dopo, il 20 febbraio 1945, duemila carabinieri, alpini e fanti, preceduti da due autoblindo avevano potuto rioccupare il paese e arrestare decine di ribelli»; fra loro Giacomo Petrotta, che sarà torturato.
Fu una guerra locale all’interno della guerra mondiale: condotta, al solito, dai potenti (e dai loro servi) contro i poveracci, dai militari contro chi si ribella a esser “carne da cannone”. Siamo in Sicilia dove nel 1944 rivolte scoppiano dappertutto e in particolare a Piana degli Albanesi: qui il 31 dicembre viene proclamata «la Repubblica popolare, nel corso di un comizio del capopopolo Giacomo Petrotta». Il quale, «contadino antimilitarista», si era dimesso da poco dal Pci «per protesta contro la sua partecipazione alla guerra», in sostanza per l’appoggio al governo del re e del generale Badoglio.
Il virgolettato è tratto da uno splendido libro, «Non si parte! Non si parte!» – sottotitolo «Le sommosse in Sicilia contro il richiamo alle armi» – scritto da Pippo Gurrieri e illustrato da Antonio Mangiafico in 64 grandi tavole: venne pubblicato nel 1991 da Sicilia PuntoL; se non lo trovate in biblioteca o in libreria ordinatelo a info@sicilialibertaria.it che ne ha ancora un po’ di copie (e comunque intende presto ristamparlo).
Molti protagonisti delle rivolte in Sicilia, tra la fine del ’44 e i primi mesi del ’45, finiscono in carcere. Ne escono alla fine del ’46 dopo l’amnistia firmata da Togliatti. E anche molti latitanti tornano alle loro case. «Tutti, tranne uno» raccontano Gurrieri e Mangiafico: «Erasmo Santangelo, comunista rivoluzionario; lo avevano accusato dell’omicidio di un finanziere che in realtà era morto durante gli scontri al posto di blocco di Beddio […] Condannato a 23 anni di carcere Santangelo morirà suicida dopo nel carcere romano di Rebibbia. Sarà la ventesima vittima della rivolta del “Non si parte” di Ragusa».
Di tutto questo nulla si saprebbe – storie troppo scomode per l’Italia democristiana e non gradite dal Pci – se Maria Occhipinti non avesse pubblicato «Una donna di Ragusa»: uscì negli anni ’50 in relativo “silenzio” (in Italia mentre all’estero fu «ripreso con rilievo» come annota Pippo Gurrieri) ma 20 anni dopo la seconda edizione divenne quasi un best seller… Poi pochissimo altro su quelle vicende, sino a quando arriva in libreria il testo di Mangiafico e Gurrieri: è il 1991 e l’Italia è di nuovo in guerra, mascherata da “polizia internazionale”, il primo tassello di un orrendo puzzle che non è ancora concluso.
Queste rivolte contro “il richiamo alle armi” si intrecciano in Sicilia con altre contro il caro-viveri, come quella che portò alla «strage del pane» a Palermo, in via Maqueda, il 19 ottobre 1944: le truppe italiane sparano e, come scrive Pippo Gurrieri, a terra restano 40 morti – «almeno 24», secondo Wikipedia – e circa 200 feriti.
Ma si lotta in altre città e paesi della Sicilia. «Il 14 dicembre a Catania i soldati avevano aperto il fuoco su un gruppo di studenti uccidendone uno». Il disegno di Antonio Mangiafico mostra due ragazzi che trascinano via un ferito, il quale ancora impugna il cartello «Non partiremo» e su un muro si legge lo slogan «la Sicilia ai siciliani e l’Italia al primo figlio di puttana che la vuole»; ogni riferimento al re e a Badoglio – “ingrassato dal fascio littorio” come si cantava – è assolutamente logico.
Le ultime righe di Gurrieri nell’introduzione a «Non si parte! Non si parte!» meritano di essere riportate : «Questo lavoro vuole essere un contributo alla resistenza […] al rafforzamento di quella cultura dei siciliani oppressi che può trovare sbocco solo in tappe costruttive di autodeterminazione, autogestione e autogoverno».
NELL’IMMAGINE Maria Occhipinti: per la sua storia confronta qui in “bottega” Scor-data : 29 luglio 1921 di Daniela Pia
(*) COSA SONO LE “SCOR-DATE” – NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.
Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche motivo il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi.
Ovviamente tantissimi i temi, come potete vedere in “bottega” guardando un giorno… a casaccio. Assai diversi gli stili e le scelte; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Ovviamente non sempre siamo state/i soddisfatti a pieno del nostro lavoro. Se non si vuole scopiazzare Wikipedia – e noi lo abbiamo evitato 99 volte su 100 – c’è un lavoro (duro pur se piacevole) da fare e talora ci sono mancate le competenze, le fantasie o le ore necessarie. Si può fare meglio, specie se il “collettivo di lavoro” si allarga.
Avevamo pensato (nel 2015 “sabbatico”) di fare un libro, cartaceo e/o e-book con una selezione delle «scor-date» già apparse in “blottega”. E’ rimasta una vaga idea ma chissà che prima o poi…
Il 12 gennaio 2016 si è concluso il nostro “servizio” di linkare le due – o più – «scor-date» del giorno, riproponendo quelle già apparse in blog/bottega nei 2 anni precedenti; e ogni tanto aggiungendone di nuove. Così dal 12 gennaio abbiamo interrotto, salvo rare eccezioni.
Ci sono 2 ipotesi per il futuro prossimo. Si tratta di ripartire con nuove «scor-date» ogni giorno, dunque programmandole qui in redazione. Oppure di affidarci al volontariato (diciamo stakanovismo?) della nostra piccola redazione e/o di qualche esterna/o. Ma ci sarebbe una terza via che qui in “bottega” ci piace di più. Si potrebbe infatti ripartire CHIAMANDOVI IN CAUSA, cioè ri-allargando la redazione. Chi di voi ci sta ad aiutarci? Proponendo a noi le vostre «scor-date» e/o sentendo da noi cosa ci piacerebbe cercare, approfondire, fare ma… da sole/i non riusciamo a far tutto ogni giorno. Che ne dite? Potremmo darci come “ripartenza” il 20 o il 21 marzo, una simbolica primavera.
Se la cosa vi interessa segnalatecelo (a Daniele: pkdick@fastmail.it ) al più presto – due mesi passano in fretta, bisogna programmare tutto con un minimo di anticipo – così ci risentiamo e organizziamo. Se non ci date un “rinforzo” probabilmente rivedrete le «scor-date» solamente ogni tanto, quando capita.
Grazie.
La redazione – abbastanza “ballerina” e mutevole nel tempo, per inevitabili ragioni di altri impegni – è all’incirca questa: (in ordine alfabetico) Alessandro, “Alexik”, Andrea, Barbara, Clelia, Daniela, Daniele, David, Donata, Energu, Fabio 1 e Fabio 2, Fabrizio, Francesco, Franco, Gianluca, Giorgio, Giulia, Ignazio, Karim, Luca, Marco, Mariuccia, Massimo, Mauro Antonio, “Pabuda”, Remo, Riccardo, “Rom Vunner”, Santa e Valentina. Ma qualche volta ci hanno aiutato altre/i oppure abbiamo “rubato” (citando le fonti) qua e là.