Simonino da Trento: un presunto santo amato dai razzisti

di Giorgio Chelidonio

L’antisemitismo violento che si tramanda nonostante le sconfessioni (il culto fu abrogato il 28 ottobre 1965)

A rimuovere ogni dubbio dal titolo, questo presunto santo è stato in realtà una “vittima” ma anche un “trofeo” dell’antisemitismo trentino del XV secolo.
Impossibile concentrare le radici di questa storia in una breve premessa ma quando l’estate scorsa me ne sono trovato davanti l’immagine affrescata (sbiadita e dimenticata, persino dalle guide) nell’atrio del duomo marchigiano di Fermo non ho resistito dal provarci.
La storia può iniziare da presenze significative di ebrei già segnalate nella Roma tardo-repubblicana, almeno dalla seconda metà del II secolo [LINK 1]: pare fossero oggetto di un generico disprezzo (già allora “diversi”) ma non perseguitati. In seguito, conseguentemente alle guerre giudaiche – nel 66 e 132 d. C. [LINK 2] – molti ebrei furono portati a Roma come schiavi.
Forse la più antica forma repressiva nei loro confronti fu il cosiddetto “
Fiscus giudaicus” [LINK 3] ovvero una tassa discriminatoria che li obbligò a pagare al tempio di Giove Capitolino il tributo che prima davano al Tempio di Gerusalemme.
Con alterne vicende queste discriminazioni ripresero sotto Costantino I e crebbero dal 380 d. C. dopo l’editto “
de fide catholica” [LINK 4] emesso dall’imperatore Teodosio I: prevalentemente orientato contro l’eresia ariana, finì per stabilire la supremazia della religione cristiana e così questa prese rapidamente a consolidarsi come “religione di Stato”.
Anche nella tarda antichità (fino al VI secolo d. C. circa) la condizione ebraica subì alti e bassi: ad esempio non oppressi durante il regno ostrogoto di Teodorico, oppressi nell’Esarcato di Ravenna ma ben tollerati sotto i Longobardi. Gregorio Magno – papa dal 590 al 604 d. C.[LINK 5] – invece li tenne in considerazione ma già nel 1172 la comunità ebraica subì una prima, temporanea espulsione da Bologna.
Inoltre sotto il pontificato di Innocenzo III (11
98-1216) furono minacciati di scomunica quei governanti che avessero permesso ad ebrei di ricoprire incarichi pubblici, dai quali gli stessi dovevano essere licenziati. Anticipando una nota modalità nazista, venne ordinato che ogni ebreo dovesse sempre indossare un apposito distintivo giallo, detto “rouelle” [LINK 6].
Pochi anni dopo (nel 1235) papa Gregorio IX fece emettere una bolla pontificia, contro la cosiddetta «Accusa del sangue» [LINK7]. Si trattava di una diceria, ovviamente infondata, secondo cui gli ebrei aschenaziti – vissuti, nel Medioevo, fra la valle del Reno e l’Italia settentrionale [LINK 8] – avrebbero praticato l’uccisione di bambini cristiani per usarne il sangue. Questa invenzione antisemita si basava probabilmente sullo stravolgimento di prescrizioni bibliche che imponevano ai giudei di dissanguare completamente ogni animale macellato. Un episodio simile era avvenuto in Germania (a Fulda) dove nel 1235 alcuni ebrei erano stati accusati di aver ucciso bambini cristiani per cibarsi del loro sangue: una trentina di ebrei furono linciati dalla folla, prima che lo stesso imperatore Federico II facesse istituire una “commissione di indagine” la quale appurò che tale accusa era frutto di fantasie antisemite [LINK 9].

In breve, per arrivare alla storia di Simonino da Trento, basta citare un altro episodio di antisemitismo accaduto, nel 1462, a Rinn in Tirolo: alcuni mercanti ebrei di Norimberga furono accusati di aver comprato Andrea Oxner – un orfano di 3 anni – da un locandiere (era suo zio). Quei mercanti l’avrebbero poi «macellato» secondo modalità credute proprie dei rituali ebraici [LINK 10]: pare invece che la madre ne avesse ritrovato il cadavere segnato da una recente circoncisione, particolare che probabilmente si trasfigurò nelle icone del “martirio” di Simonino da Trento.
L’accusa non fu mai stata provata ma ugualmente il culto del piccolo “martire” si radicò popolarmente con diffusi pellegrinaggi (avvalorati da una visita fatta dallo stesso Massimiliano I d’Asburgo).
Solo 2 secoli dopo, papa Benedetto XIV (1740-1758) ne stabilì una «beatificazione equipollente» [LINK 11] cioè ammessa ma “incompleta” verosimilmente per non contrariare i fedeli e il clero tirolesi.
Con queste premesse il caso di Simonino da Trento [LINK 12 ] diventa più comprensibile.

Simone Unverdorben (bimbo di 3 anni, figlio di un conciapelli abitava nella contrada del Fossato a Trento) sparì da casa la sera del 23 marzo 1475 e venne ritrovato cadavere, in un fosso situato proprio sotto la casa di Samuele da Norimberga (il personaggio più in vista fra i giudei trentini di allora) tre giorni dopo, il 26 marzo, la domenica di Pasqua; in quest’ultimo dettaglio sta verosimilmente la connessione con una persistente diceria: l’uso ebraico di consumare sangue di cristiani nella festa di Pasqua.
La “vox populi” riferiva che si potesse accusare gli ebrei di questo delitto e fu accentuata dalla recente predicazione contro l’usura compiuta da Bernardino da Feltre, un frate francescano [LINK 13].
Prontamente il podestà di Trento fece arrestare diciotto ebrei e il vescovo-principe di quella città promosse un processo, sicuramente inficiato da suoi pregiudizi, durante il quale gli indiziati furono sottoposti a torture per indurli a confessare la colpa, sebbene un tal Johannes Schweizer fosse già sospettato di essere il colpevole dell’infanticidio.
A quel punto, il conte del Tirolo Sigismondo d’Asburgo ordinò una sospensione del processo. La contromossa del vescovo fu riconoscere e promuovere i miracoli che la “vox populi” diceva già avvenissero sulla tomba di Simonino. In questo clima, il processo riprese e si concluse rapidamente: sei ebrei furono messi al rogo, uno era già morto in carcere mentre 2 si convertirono ma, subito dopo, vennero decapitati. In poco tempo il vescovo spedì a papa Sisto IV una relazione, chiedendo la santificazione del piccolo Simone. Ma il papa inviò a Trento un commissario apostolico che manifestò dubbi sui miracoli e persino sul modo in cui le confessioni degli ebrei erano state estorte. La solita “vox populi” trentina si rivelò ostile a quelle conclusioni a tal punto che il suddetto commissario decise di rifugiarsi a Rovereto (allora territorio veneziano). Come conseguenza, qualche mese dopo papa Sisto IV proibì di proclamare beato il Simonino.
A quel punto il vescovo tramò, insieme ad alcuni amici in Vaticano, screditando il commissario apostolico con l’accusa di aver preso denaro dagli ebrei trentini. Nuove torture e nuove confessioni portarono alla condanna a morte di altre donne, appartenenti alle famiglie dei già assassinati.
Nonostante il Simonino non fosse stato canonizzato, il suo culto continuò a diffondersi, come testimoniato in molti affreschi tardo quattrocenteschi ancora presenti in numerose chiese dell’Italia settentrionale e non solo. Un secolo dopo (1584-1588) papa Sisto V autorizzò che “Simonino da Trento” fosse incluso nel Martirologio, avallandone perciò il culto, allestito in una apposita cappella della chiesa di San Pietro di Trento, dove i resti del presunto santo furono mummificati nel 1637.
Infine, per non farsi mancar nulla, anche la casa dove era nato fu trasformata (nel 1758) in cappella e la sua festa liturgica venne fissata al 24 marzo. Inoltre, ogni dieci anni, alla quarta domenica dopo Pasqua, si tenne una solenne processione, con ostensione delle reliquie e persino dei presunti strumenti del suo “martirio”.
Il suo culto rimase intoccato e intoccabile fino alla metà del XX secolo, quando una revisione delle vicende di Simonino e dei processi relativi approdò (il 28 ottobre 1965) all’abrogazione del suo culto. Conseguentemente i suoi resti furono sepolti in una tomba anonima del cimitero cittadino.
La storia però (con la complicità attiva di gruppi tradizionalisti cattolici trentini) non è ancora finita: costituitisi in comitato [LINK 14] con lo slogan «Ripristinate il culto di Simonino» non trovano ineffabile e antistorica questa loro richiesta. In democrazia ognuno è libero di interpretare la propria fede, creden
ze incluse, ma almeno – proprio in nome del tradizionalismo sbandierato – evitateci il pessimo gusto di iconografie “moderne” composte da “bimbi-fantasmini” e ciotole sanguinolente da Grand Guignol [LINK 15]. E magari evitate anche le raffigurazioni più efferate, come quelle che presentano turpi personaggi intenti a tranciare il sesso al piccolo Simone, come se ne “spinassero”, a fiotti, il sangue: non è mai successo, forse è solo una trasfigurazione della circoncisione spregiativa che altri antisemiti fecero al povero Andrea Oxner.

LINKS

  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Accusa_del_sangue
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_giudaiche
  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Fiscus_iudaicus
  4. http://www.treccani.it/enciclopedia/l-imperatore-e-la-chiesa-dalla-tolleranza-alla-supremazia-della-religione-cristiana-380-alle-contese-per-la-cattoli_%28Enciclopedia-Costantiniana%29/
  5. http://www.treccani.it/enciclopedia/gregorio-i-papa-detto-magno-santo/
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Ebrei_del_Papa
  7. https://it.wikipedia.org/wiki/Accusa_del_sangue +

Jesi F., 2007: L’accusa del sangue. La macchina mitologica antisemita, Bollati-Boringhieri.

  1. http://www.altoadige.it/cultura-e-spettacoli/gli-ebrei-a-bolzano-e-trento-tracce-di-una-comunit%C3%A0-1.425734 + https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Oxner_da_Rinn
  2. http://www.treccani.it/enciclopedia/fulda_%28Federiciana%29/
  3. http://www.santiebeati.it/dettaglio/91670
  4. http://www.treccani.it/enciclopedia/fulda_%28Federiciana%29/
  5. http://www.ereticopedia.org/simone-da-trento + https://www.academia.edu/17567595/San_Simonino_da_Trento._Un_culto_locale_dall_antisemitismo_politico_al_Concilio_Vaticano_II + https://www.stilearte.it/beato-simonino-nellarte-quel-bambino-seviziato-da-maniaci-e-ucciso-nel-1475/ + http://www.treccani.it/enciclopedia/simone-da-trento_(Dizionario-Biografico)/
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_da_Feltre#L’antisemitismo
  7. https://sansimoninotrento.wordpress.com/
  8. ( http://www.treccani.it/enciclopedia/grand-guignol/)

INOLTRE:

L’IMMAGINE è una Xilografia da Hartmann Schedel, “Cronaca di San Simone da Trento”, 1493 (https://www.studiarapido.it/la-storia-di-simone-da-trento/#.Xa4OaegzbIU

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

 

Giorgio Chelidonio

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