Solo in ufficio (di Pabuda)
l’ufficio è deserto
e l’impiegato può misurarne
l’estesa, luminosa inutilità.
l’ufficio è deserto
e l’impiegato non rimpiange
l’affollamento di ieri e dell’altroieri
e del giorno prima ancora.
c’è un perché:
mancano poche ore ai botti
di fine anno,
i colleghi e le colleghe,
con tutta probabilità,
sono indaffarati
in qualche scantinato clandestino
trafficando con micce e polvere pirica.
altri, avvolti nei vapori di cucine sature
di molteplici ebollizioni,
frettolosamente ficcano manate
di tritura di grasso porco,
pepata alla bell’e meglio,
in accoglienti budelli:
sperano di ricavarne pirotecnici cotechini.
il nostro impiegato – una vera sagoma –
tutto sa:
per questo, tutto solo, in ufficio,
se ne sta?