Sono stati duri questi 10 anni senza Erremme
Due ricordi (di Dibbì e di Barbara Romagnoli) più una piccola proposta per rendere disponibili i libri di Avverbi
In ricordo di Riccardo Mancini
di Daniele Barbieri (*)
Negli anni ’80 compariva spesso sul quotidiano “il manifesto” una strana firma, Erremme Dibbì: percorsi, recensioni e provocazioni intorno alla fantascienza. Quel buffo nome era il mix delle iniziali di Riccardo Mancini e Daniele Barbieri ma chi leggeva lo ignorava. Così una volta arrivò una lettera che iniziava «gentile signorina Erremme». Ne fummo felici, perchè se due maschi mostrano una sensibilità femminile devono solo rallegrarsi. Una volta ragionammo che a scrivere insieme tanto spesso [sul manifesto e poi altrove] era come fosse nata un’altra persona, con due teste – che spesso litigavano come nel romanzo «Universo» di Heinlein – e quattro mani, con idee nuove e stile diverso sia da Rm che da Db.
La buona fantascienza, diceva Riccardo, non è solo gradevole da leggere ma ci serve perchè «è un grimaldello per scardinare il presente». Citando la frase simbolo del centro sociale Leoncavallo – ripresa da «Sul filo del tempo» di Marge Piercy – «per conquistare un futuro bisogna prima sognarlo».
Per anni io e Riccardo abbiamo scritto di «science fiction» ed altro, gomito a gomito. Poi siamo restati amici [compagni e fratelli] ma era difficile lavorare insieme con in mezzo centinaia di chilometri e un mare di impegni. Nel 2006 scovammo un po’ di tempo e scrivemmo «Di futuri ce n’è tanti: istruzioni per uscire da un presente senza sogni». Io ero contentissimo ma Riccardo già annotava piccoli errori e lacune, pensando al seguito.
Non lo potremo fare il seguito perché Riccardo è morto d’improvviso a 56 anni.
Quel che lascia è tantissimo. Una bella biografia: l’impegno in Lotta Continua, nei movimenti e nella Cgil, poi giornalista contro-corrente e bravissimo formatore. Ha fondato la sezione romana del Cicap [Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale], cioè gli «acchiappa-maghi», gli «smaschera miracoli». Nel ’97 costruisce Avverbi: 60 libri «dalla parte della ragione e della scienza fra cui »«Cervelli in gabbia», «Piramide d’oro», «Pescatori di anime», «Fandonie», «Menti in ostaggio», «Fatima senza segreti», «A caccia di Et», «Le nuove leggende metropolitane: manuale per detective anti-bufale» (**). Nel 2002 inventa «La città tuscolana», mensile gratuito dell’area intorno ai Castelli romani. Ultimamente, nel poco tempo libero prendeva appunti per due libri che voleva scrivere: un saggio storico e un vocabolario romanesco. E voleva tradurre racconti di Sturgeon, rimasti scandalosamente inediti.
Riccardo non c’è più. Ci ha imbrogliato perché aveva promesso a molte e molti – sia «cittadini senza naso» che sgamati campagnoli – di insegnare come si trovano, riconoscono e cucinano i funghi. Lo perdoniamo perché ci ha dato tanto altro. Quando il dolore finalmente si metterà un po’ da parte, sarà bello ricordare Riccardo con un sorriso. Un’amica ha detto che lui sarà presente in tante cose da fare e tante saranno le cose che si faranno proprio per lui. Io avrò in testa Riccardo anche nel semplice riferire una storia, perché lui tanto era rigoroso negli articoli [per anni ha scavato nelle truffe prendendosi denunce e minacce ma nessuna condanna] quanto era creativo nel racconto orale: era un «signor 30 per cento» perché il suo piacere di raccontare e di «migliorare i nudi fatti» spesso arrivava a cambiare il 70 per cento del piccolo evento iniziale. Un giocoliere, un incantatore.
Come cantava Violeta Parra, che Riccardo amava, «grazie alla vita che ci ha dato tanto»; dunque grazie alla vita che ci ha fatto incontrare Riccardo. Senza di lui il mondo sarebbe stato più disperato o più grigio per molte persone.
(*) pubblicato sul quotidiano «Il manifesto», 10 gennaio 2008
(**) nel frattempo Avverbi purtroppo ha chiuso e ha liquidato il “magazzino” ma sarebbe bello qui in “bottega” – se autori e autrici dei libri sono d’accordo – offrire gratuitamente alcuni dei titoli più belli. Un modo per continuare uno dei lavori di Riccardo
Avverbi, tanti libri – Un ricordo di Riccardo Mancini
di Barbara Bonomi Romagnoli (***)
Alle porte di Roma, sui colli colmi di vino, c’è una strana città. «Non è segnata da nessuna carta. Eppure vi abitano più di 50mila abitanti. Siamo noi, gli abitanti della “città tuscolana” […] comunità sui colli del Tuscolo: Frascati, Grottaferrata e Monte Porzio Catone», così scriveva Riccardo Mancini nel 2002 annunciando la nascita di un mensile gratuito: «Senza presunzione, vogliamo riuscire a comunicare il nuovo che sta emergendo nella nostra realtà e che non trova riscontro nella stampa locale, […] cercheremo di offrire una lettura originale, che sia al tempo stesso seria, documentata e attendibile, ma anche gradevole e stimolante».
Una idea cresciuta nel tempo, così come altri progetti che Riccardo ha messo in campo in questi anni, uniti dal filo rosso dell’impegno politico e sociale. Riccardo Mancini è scomparso d’improvviso alla vigilia del 31 dicembre, poco dopo aver brindato con amici e collaboratori al miracolo di un’altra piccola impresa: i 10 anni di Avverbi edizioni ovvero scrivere, stampare e diffondere libri “dalla parte della Ragione”. Sembrerebbe ovvio invece non lo è: sempre più spesso gli scaffali delle librerie si riempiono di testi che cercano di provare l’indimostrabile, di vendere patacche o di accreditare miracoli che in 5 minuti chiunque potrebbe smontare. Di truffe Riccardo si intendeva: è stato presidente del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) di Roma e ha tenuto per anni sul settimanale Il salvagente la rubrica “Gatta Cikova”. Con esperienza e passione, 10 anni fa, è diventato la colonna di Avverbi edizioni (www.avverbi.it), piccola e coraggiosa casa editrice. Il perché del nome si capisce dal catalogo, suddiviso in sezioni composte da un aggettivo che gioca con la parola “mente” così da creare un avverbio (apertaMente, storicaMente, scientificaMente, innovaMente) a sottolineare l’intento di promuovere la cultura scientifica e razionale. Un punto di vista critico e scettico.
«Far partire da zero una casa editrice, che per di più si occupa soltanto di saggistica, e ancora peggio, con un taglio laico…Lo sapevamo che non sarebbe stato semplice, ma così difficile non ce lo aspettavamo proprio» hanno raccontato, in occasione dei festeggiamenti, i due fondatori Riccardo Mancini e Rosalba Capozzi, sua moglie e compagna di una vita. «Eppure fra difficoltà, querele, contrattempi di ogni genere siamo riusciti a sopravvivere e a toccare questo decennale. Oltre 60 libri pubblicati (quasi tutti di autori italiani esordienti) con 16 ristampe, circa 160.000 copie stampate e distribuite in tutt’Italia. Un contributo ancora piccolo, ma importante, per rendere questo Paese un po’ più razionale».
L’idea di Rosalba e Riccardo negli anni ha trovato il sostegno di giornalisti, scienziati e storici impegnati nella divulgazione del sapere scientifico e nell’indagine sui fenomeni “strani”, senza cedere ad atteggiamenti rigidi o pregiudiziali. Del resto quando Riccardo si toglieva la camicia di scettico si metteva il golf di appassionato di fantascienza. «Vogliamo essere stupiti non stupidi» era uno dei suoi giochi di parole. Tra le firme di Avverbi anche Massimo Polidoro, direttore di Scienza & Paranormale, Pietro Greco e Sergio De Santis, giornalista, storico e autore di programmi Rai di storia. Ma anche un cuoco, Lucio Braglia, che pubblica Eppur si cuoce un delizioso ricettario con dialoghi – immaginari ma salaci – fra Galileo e Artusi.
Testi preziosi, come Cervelli in gabbia, su chi è costretto ad emigrare per svolgere quel lavoro di ricercatore che è praticamente impossibile oggi in Italia; oppure A caccia di ET, Le voci di Giovanna D’Arco, Le nuove leggende metropolitane: manuale per detective anti-bufale. O come Di futuri ce n’è tanti, scritto a quattro mani da Riccardo Mancini e Daniele Barbieri (ma molti li conoscono sotto la sigla ErremmeDibbì), un ornitorinco, cioè uno strano animale: né saggio, né antologia, né guida ma tutto un po’ – e altro ancora – per recuperare la migliore letteratura di fantascienza, convinti, come gli autori, che per «conquistare un futuro bisogna prima sognarlo».
Riccardo non c’è più ma Avverbi proverà, con il sostegno di tanti, a regalarci altri libri “dalla parte della Ragione”.
(***) pubblicato sul quotidiano “Liberazione” e poi ripreso su www.barbararomagnoli.info
LA VIGNETTA è di Mauro Biani
MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.
Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.
La redazione – abbastanza ballerina – della bottega
Pochi mesi prima della prematura scomparsa, ho avuto la fortuna di lavorare con Rosalba+Riccardo per un paio di giornate al Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste, insieme a Eva Benelli+Romeo Bassoli: un vero super gruppo. Mi sono innamorato subito di Riccardo, professionalmente parlando. Ha avuto la gentilezza di regalarci copie di volumi dal catalogo di Avverbi e ovviamente ho chiesto “Di futuri ce n’è tanti”, allora in uscita. Qualche tempo dopo, nel 2009, ho incontrato, sempre a Trieste, per il festival dell’editoria scientifica FEST, anche l’altra metà di Erremme Dibbì. Grazie a Rosalba+Riccardo per quello che ci hanno donato nelle ore passate insieme, e non mi riferisco ai libri gratis, o meglio non solo. Grazie a Daniele per questo ricordo e per quanto continua a fare, compreso il blog, per colorare questo mondo e anche gli altri. Grazie alla vita che ci ha dato tanto, ci ha dato il riso e ci ha dato il pianto.
… E qualche anno dopo Riccardo anche Romeo, un altro grande maestro, è scomparso ancora giovane. Per chi non lo conoscesse, mentre scrivo sto guardando il volantino dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) che Romeo ha realizzato, come responsabile dell’Ufficio stampa e comunicazione. Nella quarta di copertina c’è una foto, *vera*, di un graffito su un muro: c’è scritto “NO ALLE FORZE GRAVITAZIONALI”. Solo Romeo poteva riuscire a presentare uno dei massimi istituti scientifici italiani con un’affermazione allo stesso tempo assurda, anarcoide, eppure immaginifica e grondante libertà. Chissà se ne ha parlato con Riccardo, se ne ha avuto il tempo. Grazie a entrambi per l’ineguagliabile miscela di rigore e fantasia che ha caratterizzato il loro lavoro e che ancora oggi quel lavoro sa trasmettere a chi, dieci anni dopo, ne incontra i frutti.
Di futuri ce n’è tanti…. ma anche di passati. Io ne ho passati un bel po’ di passati ed in alcuni ho vissuto anch’io una parte di questa storia, ora un po’ leggenda e un po memoria. I visi, i sorrisi, le sensazioni, la musica, le parole, le lacrime, la lotta. Riccardo vive ve lo testimonio io che lo porto a spasso con me.
Tanti ricordi, 56 anni di ricordi e mai uscirà dalla mia mente!