Sostegno ai portuali cileni. L’invito di Angela Davis a …

… a lottare per la riduzione dell’orario di lavoro.

articolo ripreso da https://pungolorosso.wordpress.com/

Riprendiamo dalla pagina facebook del Comitato 23 settembre questo breve video con gli interventi del rappresentante del sindacato dei portuali (ILWU) e quello di Angela Davis – https://www.facebook.com/comitato23settembre/

Chi ascolterà o leggerà questi interventi, con cuore sano e mente lucida, capirà al volo perché da anni insistiamo sull’importanza degli avvenimenti sociali e politici degli Stati Uniti, sui movimenti dell’”altra America”, la nostra, sull’importanza della voce delle donne militanti (quella che qui in Italia è ancora così flebile) e dei temi che nel primo maggio di San Francisco si sono affrontati di petto: la denuncia della repressione poliziesca, del razzismo sistemico (di stato e di mercato), del patriarcato, della xenofobia come strumenti di divisione del fronte di classe, la difesa del diritto all’organizzazione degli sfruttati, la solidarietà internazionalista e il ruolo centrale della classe operaia, del proletariato (quella classe che secondo i reazionari di tutte le risme sarebbe da sempre e per sempre decerebrata e impotente) e dell’unità dei proletari di tutti i paesi nel farla finita con questo sistema sociale di sfruttamento e di oppressione. In tale quadro di lotta di classe al capitalismo (e non semplicemente ai singoli capitalisti) si colloca anche l’accenno propagandistico alla giornata lavorativa di 4 ore da conquistare “in questo secolo”. Ma dove siamo: ad una riunione della TIR?

Ecco la traduzione degli interventi

Il rappresentante dell’ILWU, il sindacato dei portuali:

“Oggi, fratelli e sorelle, se guardate laggiù vedete una massa di navi container che riempiono la baia di San Francisco: oggi tutto è fermo, perché i lavoratori cileni del porto sono in sciopero! E sono in sciopero perché l’ILWU nel 2005 ha deciso di porre l’attenzione sul significato del primo maggio, la giornata del lavoro… Per quelli di voi che non sanno cos’è il 1° maggio, vi dico che nel 1886 altri fratelli e sorelle lottavano per il 1° maggio, ed era una lotta molto più dura. Alcuni di loro hanno perso la vita, e l’hanno persa per garantire a voi e a me migliori condizioni di lavoro, per poterci opporre ai padroni delle multinazionali e non subire la loro tirannia… è stata una lotta per le otto ore di lavoro, perché prima i padroni potevano far lavorare i lavoratori letteralmente fino alla morte, e questo sta succedendo ancora oggi. Dobbiamo dire basta a tutto questo, basta al razzismo sistemico, un razzismo che è presente fin dalla nascita del movimento operaio, da quando i neri sono stati portati qui come schiavi, e quando voi qui lottate per il movimento operaio, lottate contro la schiavitù, contro il razzismo sistemico, contro l’oppressione sistemica, perché il razzismo sistemico è parte dell’oppressione sistemica.

Dobbiamo capire perché in questo paese voi siete oggetto di razzismo sistemico. Non mi dilungo perché voglio dare la parola ad una sorella, una grande rivoluzionaria, che manifesta oggi con noi, ma voglio dirvi che i padroni delle multinazionali hanno bisogno del razzismo sistemico qui in America, e sapete perché? Perché il razzismo sistemico impedisce a me di parlare con te, mi impedisce di parlare con l’uomo bianco dei nostri diritti come lavoratori, perché mi impedisce di parlare con l’asiatico, con il messicano… E il sindacato questo lo sta combattendo dagli anni ‘30, così come sta combattendo la discriminazione contro le persone LGTBQ, e ancora oggi ci stiamo battendo per questo. Noi vogliamo farla finita con il razzismo: oggi il porto di San Francisco è fermo, ed è fermo perché operai bianchi, rossi, neri, gialli e marrone sono in sciopero tutti assieme, e noi, come negli anni trenta, siamo orgogliosi di ripetere il nostro slogan: “toccano uno toccano tutti”! Liberate Mumia Abou Jamal! Giustizia per Michael Brown e per tutte le vittime della brutalità e degli assassinii della polizia!

Angela Davis: Non c’è un posto migliore per me di passare questo 1° maggio 2021 che qui con voi, a battermi per i diritti dei lavoratori, non solo in solidarietà con i lavoratori della baia di San Francisco e di tutto il paese, ma in solidarietà con i lavoratori di tutto il mondo!

Il primo maggio è la giornata internazionale dei lavoratori. In primo luogo dobbiamo denunciare il genocidio inflitto ai nativi di questo paese, i nostri fratelli e sorelle indigeni. Ringrazio tutti gli organizzatori di avermi invitata a manifestare con voi e a ricordare il primo sciopero generale a San Francisco, nel 1934.

La prima cosa che voglio dire è che è importante ricordare la storia. Oggi diamo per scontata la giornata di 8 ore, ma per conquistare la giornata di otto ore ci sono volute dure lotte. Prima c’era la giornata di lavoro di 16 ore, poi di 14 ore, poi di 12 ore, di 10 ore e poi di 8 ore, ma sapete che vi dico? Non avremmo dovuto fermarci alle 8 ore! Dobbiamo arrivare alle 6, e forse anche alle 4 ore! Nel nostro secolo dobbiamo arrivare alla giornata di lavoro di 4 ore!

Naturalmente il modo migliore per impedire l’unità dei lavoratori è l’uso del razzismo, del patriarcato, della xenofobia, e quindi il ruolo della classe operaia è quello di smantellare il razzismo sistemico e strutturale!

E per concludere, lasciatemi dire che noi dobbiamo difendere il nostro diritto di organizzazione, dobbiamo batterci con i nostri fratelli e sorelle al di là dei muri, con i compagni il cui genere è “non conforme”, vogliamo batterci per un mondo in cui la repressione poliziesca, il suo razzismo non siano più necessari, un mondo in cui la polizia sia abolita!

Noi vogliamo immaginare nuovi modi per garantire la sicurezza e il benessere delle persone: vogliamo scuole, vogliamo lavoro, case per tutti! Diciamo: mai più George Floyd, mai più Breonna Taylor, mai più Daunte Wright, mai più Charles Monterosa!

E diciamo anche: i lavoratori uniti non saranno mai sconfitti! La faremo finita con il razzismo e il capitalismo!

Redazione
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