Spreco

di PabudaJannelliVolpi-JwallBatik-tappezzeria

 

la macelleria in piazza,

sotto casa mia

(sarà che io la controllo

sbirciando con l’occhio sinistro

verso le cinque del mattino,

quando di luce c’è un bel contrasto)

attira la mia attenzione

per l’eccesso inusitato

d’illuminazione:

sembra un’abbagliante

sala operatoria

oppure – guardandola

con meno pregiudizi

vegan/vegetariani –

un baraccone

pieno di luminarie

nell’epicentro chiassoso

d’un lunaparco…

la pista dell’autoscontro,

o la giostra che sta al centro,

intendo.

ora, nell’un caso e nell’altro,

trovo che in quella rivendita

dove spaccian legalmente

bistecche,

costate, cotolette, braciole,

carpacci e salamelle

ci sia qualcosa che si consuma

davvero smodatamente.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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