STESO
(di Pabuda)
dopo l’orario
dedicato
all’ottenimento
d’un salario,
mi stavo
concentrando –
disteso sul letto –
su un sonnellino
breve breve
ma ben fatto:
a tal punto
ben interpretato
che un brevissimo sogno
ho sognato.
sognavo d’aver talmente sonno
che per strada,
a un certo punto,
mi fermavo imbambolato
e per terra
sull’asfalto mezzo sgretolato,
zeppo di scomodissime pietruzze,
pur di fare un sonnellino
mi sdraiavo,
colla testa pesantissima
poggiata su un avanzo
di cemento rotto e grigio chiaro.
a quel punto mi sono alzato
(dal letto)
per andare a pisciare
e pisciando ho pensato
che per ridurmi in quello stato
chissà che popò di salario
m’ero prima procurato!
…
(a illustrare la “neurop” c’è Bianco Maggiore di Franco Bonelli, che piace tanto al Pabuda)