Storie che bisogna raccontare: la parola al solarpunk
Lo speciale Treccani, curato da Giulia Abbate, con articoli di Marco Malvestio, Elena Ronconi, Nicoletta Vallorani, Giuliana Misserville, Nadia Tarantini, Giulia Abbate, Daniele Barbieri.
Una sarcastica espressione cinese recita: «Possa tu vivere in tempi interessanti». E “interessanti” sono i tempi odierni, in effetti: calamità e insicurezze non sono nuove alla storia umana, ma è meno consueto, e più tipico di passaggi epocali, che si verifichino il cedimento e la mancanza di valori, visioni, paradigmi comuni e adatti a fronteggiare i problemi che sentiamo incombere su di noi. Anche la letteratura si dibatte in questa difficoltà, tentando, dopo l’esperimento del postmoderno, di percorrere strade che consentano di comprendere e restituire idee, significati, direzioni di intervento. Questo fervore lo constatiamo nella letteratura generalista, dove sempre più spesso storie apparentemente “normali” scivolano (o deflagrano) in suggestioni fantastiche e immaginarie. E parallelamente lo troviamo nelle letterature fantastiche, che raccontano l’esistente con strumenti preclusi alle storie realiste, e che stanno generando nuove forme narrative per argomentare analisi e ricognizioni del mondo. Questo Speciale, curato da Giulia Abbate, è incentrato proprio su un nuovo tipo di fantascienza, il solarpunk, che prende di petto inquietudini e traumi contemporanei, rispondendo con un’attitudine poco presente negli ultimi decenni: la speranza. Ma quale speranza? La speranza sembra fuori dal mondo, e in effetti lo è, fuori da questo mondo. Lo scopo è di costruirne un altro migliore e più giusto per tutti e tutte, esseri umani e non umani, in un ecosistema in cui nuove relazioni e diversi comportamenti antropici rigenerino la vita offesa, o per lo meno riparino i danni fatti. Il solarpunk non si ferma alla speranza, piuttosto se ne nutre, e la innesta su una battaglia all’esistente. Prima che come letteratura, il solarpunk è nato nelle pratiche: riduzione dei consumi tramite riuso, riciclo, riparazione; autoproduzione; (ri)costruzione di convivialità, comunità collaborative, mutuo aiuto; sabotaggio dei meccanismi del potere con gesti creativi (e qui torna buono il beffardo augurio cinese, che prosegue: «… e possa l’Imperatore accorgersi di te!»); e molto altro. Così, nelle storie sono intrecciati spericolati voli immaginativi a indicazioni concrete su cosa fare, qui e ora. Allo scopo, il solarpunk raccoglie sollecitazioni dal femminismo, dall’ecologismo di varie matrici, dall’antispecismo, dall’anarchismo e dal socialismo utopico. Gli articoli qui ospitati prendono in esame questa letteratura nuova e bizzarra che, nella sua produzione italiana, di fiction e contemporanea (numerosi i titoli usciti negli ultimi anni, anche in quello corrente), non prescinde mai dalle tradizioni che va a sollecitare e dalle problematiche di cui ipotizza il superamento. Catastrofe, sovversione, utopia, tecnologia, scienza e scienziate, corpo, ecologie, (senza) mappe: queste la parole-chiave dello Speciale solarpunk. Partiamo allora da una chiave massimalista, e con Marco Malvestio scopriamo, dopo una efficace definizione del campo di indagine generale, come il solarpunk si pone di fronte al tema della catastrofe, da sempre affrontato nella fantascienza e oggi adottato come prevalente nella produzione culturale e nel discorso pubblico. Elena Ronconi ci mostra come il filone dell’utopia, sempre presente in controluce nella storia delle idee, riemerga oggi grazie al solarpunk per offrirci nuovi strumenti di lettura, esistenza, resistenza. Nicoletta Vallorani tratta la questione tecnologica, osservando come il nuovo immaginario non si pone necessariamente in contraddizione con modi e ipotesi tecnologiche già presenti. Giuliana Misserville chiama in causa il complicato intreccio di scienza e tecnologia, tra le ultimissime uscite letterarie e cinematografiche, con una particolare attenzione alla figura della scienziata. E una riflessione femminista sul corpo e la generazione è il focus di Nadia Tarantini, a partire da racconti solarpunk che schiudono sentieri tanto fantasmagorici, quanto radicati nell’oggi. Il contributo di Giulia Abbate ragiona su come il paradigma ecologico della Modernità occidentale coesista accanto ad altri possibili, in una letteratura che pone l’ecologismo tra i suoi temi più importanti. Infine, Daniele Barbieri confronta novità e tradizione letteraria per rintracciare semi di speranza diffusi oltre il solarpunk, forse un po’ anche grazie a esso. “Senza mappe, bisogna comunque muoversi”, dichiara Barbieri nel titolo, e ciò può essere un’esortazione, oltre che un mero dato di fatto: non dimentichiamo che le mappe sono anche un particolare tipo di racconto, e che l’immaginazione, soprattutto, genera nuovi territori. Buon viaggio.
QUI https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/solarpunk/mainSpeciale.html
Questo l’indice:
Disperazione e reazione
di Marco Malvestio
Squarci di solarpunk, tra sovversione e utopia
di Elena Ronconi
Le tecnologie della speranza
di Nicoletta Vallorani
Scienziate. Ricerca, tecnologia e hybris tra cinema e solarpunk
di Giuliana Misserville
Un corpo ancora da inventare
di Nadia Tarantini
Ecologie solarpunk
di Giulia Abbate
L’IMMAGINE è stata scelta dalla redazione della “bottega”
Super, complimenti e grazie!
Che delusione da un bel sito come questo leggere dell’elogio del solar punk!
Come si può conciliare tecnologia e ecologia?
Isa