STRADE & CORTILI & FINESTRE .. ..
di Sandro Sardella
gli anni che sono andati .. le ferite le perdite .. i ricordi
aumentati e lontani .. la sofferenza fisica e morale ..
il cercare di comprendere dentro il senso della propria
vicissitudine dentro il senso del vivere ..
del paesaggio come tensione .. il passato che reagisce
sul presente e il presente sul passato .. e la carne viva
della scrittura oscilla tra familiarità estraneità e
rovesciamenti .. amarezza rabbia e una sorta di riserbo
e misura .. con sarcasmo indomato Giovanni Trimeri da
Feltre mette a fuoco .. con una poesia intensa libera
spazi e tempi stretti stretti .. e ricomincia da tre .. in un
patto quasi magico che cuce e si orienta tra pezzi che si
sono strappati ma .. ..
Giovanni Trimeri: “ La vita al grezzo” – Pellicano, Ass.
Culturale Roma – 2015
*
(consuntivi e conti sospesi)
I
Prendiamoci tutto e s’accodino
ultimi, coloro che hanno già avuto
anche pagando il fio in valori
e dolori, coloro che hanno avuto
tempo e occasioni in tempo migliore
e passioni che nessuna revisione
rianima. Oggi convocano
prove generali di appelli
fiction, non bignami aggiornato
di quanto negli anni e malanni
abbiamo imparato, ma il sogno cede
all’illusione dell’opaco arcobaleno
di un fumogeno, ore pasti.
Prendiamoci tutto, è in saldo
formidabile occasione, pagheremo
in ciàcole, pensando quanto peggio
con licenza d’errore e d’evasione.
II
Quando avevamo venti anni
e giù un diluvio di fatti e facezie
anche mai avvenuti
e smorfie, motti, veglie, botte e botti
no stop d’equazioni
a suo tempo già tutte sbagliate …
E’ la stagione dei funerali
non dei raccolti,
del tempo che tira una riga
e nel riverbero della minaccia/profezia
ci manda anche il conto altrui.
Noi, stringendo il cuore nel lutto
paghiamo caro
paghiamo tutto.
*
(vita)
C’è più vita in questo cimitero
che nella zona industriale
più colori, più gente che saluta
i suoi cari e gli amici
come fosse ieri che hanno sospeso
la partita, bevuto l’ultimo caffè
corretto con le chiacchiere di giornata.
S’incrociano, si scambiano sguardi
chi pensa chi parla chi tace
chi riposa in pace.
Laggiù dove la morte ha il corpo
di grigi relitti ripudiati
chi si riposa soffre
l’inutilità delle sue ore.
Cresce un’erba rabbiosa
tra l’asfalto e il cemento,
nella cornice della cupa sfilata
degli ultimi annunci di sventura,
da una breccia tentano un sorriso
i fiori sbocciati per sfida
e per vendetta.
Giovanni Trimeri è nato a Fonzaso nel 1953. Ha scritto testi teatrali e storie per bambini, canovacci per spettacoli di teatro di figura, rappresentati in Italia e all’estero. Ha curato diverse miscellanee di studi e numerosi suoi scritti sono presenti in antologie, cataloghi d’arte, riviste e giornali. Dal 1983 al 1993 è stato redattore di “abiti-lavoro”, quaderni di scrittura operaia … frequentatore delle edizioni del “Pulcinielefante” … ….