Stragi in mare: l’altra Italia contro Salvini
Un intervento di Alex Zanotelli e un video da Napoli che apre alla speranza
“La strage nel Mediterraneo peserà sulla coscienza di Salvini”.
Il missionario pacifista: abbiamo un governo di barbari senza cuore, stiamo perdendo la nostra umanità.
Parole durissime: La nuova strage di migranti nel Mediterraneo dove secondo i dati forniti dall’Oim ci sono state altre 120 vittime “peserà sulla coscienza di Salvini”.
Padre Alex Zanotelli, il missionario pacifista, interpellato dall’Adnkronos, dice di non trovare “quasi più parole per quanto sta avvenendo”.
Racconta: “In questi giorni mi sono letto il rapporto dell’Onu su diritti umani dei rifugiati in Libia datato 18 dicembre 2018: è devastante. Abbiamo un governo di barbari senza cuore, stiamo perdendo la nostra umanità. La situazione è insostenibile. Non riesco a capire come si possa avere un governo a cui manca l’umanità”.
Padre Zanotelli riflette quindi sul nuovo recupero, da parte della Sea Watch, di altri 47 immigranti e pensa alle parole del ministro dell’Interno che ha detto che “finchè i porti resteranno aperti, i trafficanti continueranno ad uccidere”. Al che osserva Zanotelli: “Vediamo se ora riceve questi 47 disperati. Dal momento che i porti sono aperti – perché per chiuderli serve un documento scritto del ministro e non mi pare di averlo mai visto – li dovrà ricevere da qualche parte”.
Il missionario pacifista riflette anche sui sondaggi che danno sempre la Lega in testa: “Questa è un’altra sofferenza enorme. Purtroppo nel popolo italiano, ma nel resto dell’Europa la situazione non è diversa, non so cosa sia avvenuto. Siamo usciti da una Seconda guerra mondiale, da un crogiuolo terribile, avevamo la patria dei diritti e ora all’improvviso è caduta. Le ragioni fondamentali credo siano che la tribù bianca si sente ora minacciata. Abbiamo conquistato tutto e adesso ci sentiamo minacciati, abbiamo paura e allora dobbiamo difendere il nostro benessere. E’ assurdo vivere in un mondo così disuguale. Questo è ancora peggio di Salvini”.
RIPRESO DA https://www.globalist.it con questi tre link
Lampedusa Uno dei migranti sopravvissuti al naufragio: “meglio morire che tornare in Libia”
Ong Sea Watch salva 47 persona alla deriva su un barcone: dalla Libia nessuna risposta
In 117 affogano senza soccorsi nel Mediterrano ‘liberato’ dalle Ong
Le lettere dei napoletani ai migranti in difficoltà – YouTube
«A Napoli è successa una cosa esagerata». Così inizia questo video (poco più di 3 minuti) di Fanpage che apre davvero il cuore alla speranza. Fatelo girare. Un’altra Italia esiste… ma dobbiamo farci sentire e organizzarci, il che significa scendere in piazza subito e lavorare per costruire un futuro davvero diverso.
Il Mediterraneo è ormai privo di qualunque dispositivo di soccorso per la manifesta inadeguatezza della Marina libica e per la criminalizzazione delle Ong.
Il Ministro Salvini continua a ribadire che i trafficanti mettono la gente in mare perché davanti alle coste libiche ci sono le Ong, come fossero loro complici! E nessuno, né nel governo italiano né in Europa, lo smentisce!
Un giorno la STORIA ci chiederà conto di queste oscene distorsioni della realtà e di questi colpevoli silenzi!
È eccessivo parlare di crimini contro l’umanità? È quello che sta accadendo oramai tutti i giorni.
Aprite i porti! Soccorrete!
“Gravissima la responsabilità del Governo italiano sui 170 esseri umani morti in mare”
20 Gennaio 2019
Dichiarazione della Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo, sulla strage di migranti avvenuta dall’inizio dell’anno in due naufragi nel Mediterraneo
La strage in mare di 170 esseri umani è la vergogna del nostro tempo. C’e una gravissima responsabilità della UE, paralizzata dalle divisioni e dalle polemiche fra i suoi Paesi; c’è una ancor più grave responsabilità del governo italiano, con la sua miope, xenofoba e tragica politica di contrasto all’accoglienza.
Chiudere i porti, ignorare la violenza che ogni giorno avviene in Libia, contrastare la meritoria azione delle ONG, sono le cause di questa, come di altre terribili tragedie del mare. Questi morti gravano sulla coscienza di chi ha voluto o consentito tutto questo. Ancora una volta, con indignazione e dolore, chiediamo che si rispetti la vita e la dignita’ di tutti. Quei morti bambini, quelle donne e quegli uomini annegati in mare, turbino i sonni dei responsabili di questo sterminio e chiamino a raccolta tutti coloro che vogliono lottare per la difesa della vita e dell’umanità di ogni persona.
Carla Nespolo
Presidente nazionale ANPI
20 gennaio 2019
Huc pauci vestris adnavimus oris. Quod genus hoc hominum? Quaeve hunc tam barbara morem permittit patria? Hospitio prohibemur harenae;
bella cient primaque vetant consistere terra.
Si genus humanum et mortalia temnitis arma,
at sperate deos memores fandi atque nefandi.
In pochi a nuoto arrivammo qui sulle vostre spiagge.
Ma che razza di uomini è questa? Quale patria permette un costume così barbaro, che ci nega perfino l’ospitalità della sabbia; che ci dichiara guerra e ci vieta di posarci sulla vicina terra.
Se non nel genere umano e nella fraternità tra le braccia mortali, credete almeno negli Dei, memori del giusto e dell’ingiusto.
Virgilio, Eneide, Libro I 538-543
On the turning away
From the pale and downtrodden
And the words they say
Which we wont understand
Dont accept that whats happening
Is just a case of others suffering
Or youll find that youre joining in
The turning away
Its a sin that somehow
Light is changing to shadow
And casting its shroud
Over all we have known
Unaware how the ranks have grown
Driven on by a heart of stone
We could find that were all alone
In the dream of the proud
On the wings of the night
As the daytime is stirring
Where the speechless unite
In a silent accord
Using words you will find are strange
And mesmerized as they light the flame
Feel the new wind of change
On the wings of the night
No more turning away
From the weak and the weary
No more turning away
From the coldness inside
Just a world that we all must share
Its not enough just to stand and stare
Is it only a dream that therell be
No more turning away?
Volgendoci altrove
dai pallidi e calpestati
e dalle parole che loro dicono,
che non vogliamo capire:
“Non accettare che quanto sta accadendo
sia solo un caso di sofferenze altrui
altrimenti scoprirai di aver scelto di unirti
a chi si volge altrove”.
È un peccato che in qualche modo
la luce stia cambiando in ombra
e proietti il suo sudario
su tutto ciò che dovremmo sapere.
Inconsapevoli di quanto le fila siano ingrossate,
guidati da un cuore di pietra
potremmo scoprire che siamo soli
in un sogno d’orgoglio.
Sulle ali della notte
che si mescola al giorno
in cui gli ammutoliti si uniscono
in un accordo silenzioso,
usando parole che troverai strane,
aride ed affascinanti come accese dalla fiamma
senti il soffio del mutamento
sulle ali della notte
Non volgerti più altrove
dal debole e dall’esausto,
non volgerti più altrove
dal gelo interiore;
c’è un solo mondo che dobbiamo condividere.
Non è abbastanza il solo stare in piedi e guardare.
È il solo sogno che ci sarà
non volgersi più altrove?
https://youtu.be/FwbjNovSWAs
Una grande vergogna per il governo italiano.
ho appena inviato alla Guardia Costiera questo testo. E vi chiedo di fare altrettanto, con il vostro nome. Metto sotto gli indirizzi (con un piccolo aggiornamento)
IO SOTTOSCRITTO
DANIELE BARBIERI chiedo alla Guardia Costiera Italiana di rispondere ai princìpi di solidarietà delle persone di mare e di intervenire SUBITO per salvare le persone a bordo dell’imbarcazione che si trova al largo delle coste libiche. La Guardia Costiera Italiana ha sempre svolto in questi anni importanti operazioni di soccorso in mare portando in salvo migliaia di persone: oggi non può restare a guardare la morte in diretta senza intervenire.
Non siate complici
DANIELE BARBIERI (abito a Imola)
20 gennaio 2019
INVIARE A : guardiacostiera@guardiacostiera.it e guardiacostiera@mit.gov.it
ho corretto il primo indirizzo (avevo saltato una “i”) – nel frattempo alcuni naufraghi sono stati salvati (si fa per dire: visto che vengono rimandati nell’inferno libico dal quale erano appena scappati) e dunque in teoria questa “emergenza” è risolta e si torna all’orrenda normalità degli inumani accordi fra i governi di Italia e Libia. Ma resta l’urgenza di una mobilitazione popolare permanente contro Salvini e chi l’appoggia.
Sono un ex missionario francescano, in Congo per oltre dieci anni, ora in Calabria. Faccio riferimento alla solidarietà mostrata dai calabresi di Melissa verso i naufraghi. Non tutto è perduto.
Salvataggio umanitario a largo di Crotone
L’ennesimo episodio di solidarietà umana, senza il sigillo della legge Salvini o altre leggi simili, è il simbolo di una umanità che rimane sempre se stessa di fronte ad emergenze umanitarie come quella che si è verificata a largo delle coste di Torre Melissa, a pochi km da Crotone pochi giorni fa. Chi si è gettato in mare, per soccorrere chi stava affogando nelle acque gelide, non ha avuto bisogno del giubbotto giallo o verde, o rosso con il “pass” della legge “no sbarchi, no soccorsi”, ma si è gettato perché ha visto un bambino, una madre che stavano affogando. Forse quel gettarsi in mare per soccorrere, è l’ultimo possibile segno che ci resta per non perdere del tutto la nostra stessa dignità umana. Forse l’ultimo possibile resto di una umanità di fronte ad un’altra umanità che sta perdendo il valore stesso della persona umana. Non potrà mai esistere una legge che impedisca all’uomo di essere “uomo per l’uomo”. Mi viene in mente un pensiero lapidario di una “Grande Anima” del recente passato. Mahatma Gandhi, che diceva: «Non voglio che la mia casa sia murata su tutti i lati e le mie finestre sbarrate. Voglio che le culture di tutti i paesi soffino attorno alla mia casa con la massima libertà possibile». Ci sta accadendo, in una emergenza umanitaria come quella che stiamo vivendo, come se il “semaforo dell’umanità” rosso-verde delle nostre leggi, fosse impazzito. Non sa e non può più funzionare come lo abbiamo programmato e come lo vogliamo programmare. Il “semaforo dell’umanità” deve essere lasciato libero, perché “solo lui” sa stabilire: l’ “entrance e il not entry”.
Fra Eugenio Clemenza
ofm
Denuncia al Presidente della Corte di giustizia dell’Unione Europea
e per opportuna conoscenza:
– agli Alti commissariati dell’Onu per i diritti umani e per i rifugiati
– alla Commissione Europea
– al Parlamento Europeo
– al Consiglio d’Europa
– al Presidente della Repubblica Italiana
– al Consiglio superiore della magistratura
– alla Presidente del Senato della Repubblica
– al Presidente della Camera dei Deputati
– a tutti i parlamentari italiani
– ai mezzi d’informazione
Oggetto: Il governo italiano sta commettendo crimini contro l’umanita’. Ulteriore segnalazione di gravissimi crimini razzisti commessi dal governo italiano, e reiterazione della richiesta di intervento
Egregio professor Lenaerts,
facendo seguito alla mia precedente segnalazione dell’8 novembre 2018 avente ad oggetto “segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento”, confermando pienamente quanto in essa contenuto, con la presente le segnalo inoltre che:
I. il governo italiano persiste tuttora nel commettere l’abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all’orrore di esprimersi e di operare affinche’ i superstiti siano respinti in Libia, dove essi torneranno con tutta probabilita’ ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu’, torture e costante pericolo di morte; con tale agire il governo italiano si rende e si rivela pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu’ delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato come il cosiddetto “decreto sicurezza” recentemente imposto dal governo italiano rechi misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e’ stato autorevolemente definito “disumano, criminale e criminogeno” e tale da configurare elementi di “apartheid”;
IV. l’effettivo “dominus” del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all’odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
Egregio professor Lenaerts,
il governo italiano sta commettendo mostruosi crimini razzisti.
Il razzismo e’ un crimine contro l’umanita’.
Il governo italiano sta commettendo mostruosi crimini contro l’umanita’.
Nuovamente sollecito un tempestivo intervento nelle forme appropriate e per quanto di competenza al fine di contribuire a far cessare la commissione di crimini gravissimi che ledono fondamentali diritti umani.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro,
Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo
Viterbo (Italia), 21 gennaio 2019
Mittente: “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com
Migranti, Gino Strada: “Al governo metà fascisti e metà coglioni”
https://video.repubblica.it/politica/migranti-gino-strada-al-governo-meta-fascisti-e-meta-coglioni/324983/325600?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S2.2-T1
23 gennaio, comunicato TAVOLO ASILO NAZIONALE
Castelnuovo di Porto: sconcerto e indignazione per la modalità con cui è stato chiuso il C.A.R.A
Il Tavolo Asilo esprime sconcerto e indignazione per la modalità con cui è gestita la chiusura del CARA di Castelnuovo di Porto, il secondo centro più grande d’Italia. Ancora una volta stanno emergendo le contraddizioni e l’inadeguatezza delle misure adottate nella gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Con brevissimo preavviso, ad oltre 300 persone ospiti del centro, tra cui 14 minorenni, è stato comunicato che saranno obbligate a lasciare la struttura entro il 31 gennaio. I primi trasferimenti fuori regione sono iniziati già ieri e continueranno nei prossimi giorni, senza tener conto dei percorsi d’inclusione, scolastici, lavorativi e di formazione, intrapresi. Tra gli ospiti del centro, inoltre, ci sono uomini e donne ai quali, a causa del trasferimento, sarà impedito di proseguire i percorsi di riabilitazione e di cura per le violenze subite in Libia.
Non tutti, però, troveranno accoglienza altrove: sono circa 150 i titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari ai quali la legge non garantisce alcuna soluzione alternativa e che rischiano di finire nella marginalità, lasciati per strada, tra questi diversi vulnerabili. Spiace costatare che ancora una volta non è tenuto in alcuna considerazione l’interesse delle persone e delle comunità coinvolte.
Facciamo appello al Presidente del Consiglio, al Governo e al Parlamento – oltre che alle istituzioni locali – affinché sia garantita a tutte le persone coinvolte una valutazione individuale dei percorsi di integrazione avviati ai fini del trasferimento in strutture nel territorio e non fuori regione; che sia garantita a tutti i minorenni iscritti a scuola la continuità del percorso di istruzione e che nessuno sia lasciato per strada.
Per il Tavolo Asilo Nazionale: A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Associazione Papa Giovanni XXIII, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CIR, CNCA, Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Intersos, Legambiente, Mèdicins du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia, Save the Children, Senza Confine del Tavolo Asilo Nazionale
Roma, 23 gennaio 2019
PETIZIONE URGENTISSIMA su Change.org
Il soccorso in mare non è negoziabile – Aprite i porti alla Sea-Watch 3!
Diretta alla Commissione Europea
PER FIRMARE
https://www.change.org/p/eu-commission-il-soccorso-in-mare-non-%C3%A8-negoziabile-aprite-i-porti-alla-sea-watch-3?signed=true
TESTO PETIZIONE
Solo due settimane dopo l’ultima odissea, l’UE sta di nuovo bloccando la Sea-Watch 3 nel Mediterraneo. Al momento a bordo ci sono 47 persone, che l’equipaggio ha salvato dal naufragio lo scorso 19 gennaio. Da allora la nave ha atteso direttive e istruzioni dalle autorità perché svolgessero il proprio dovere e indicassero alla nave un porto sicuro in cui poter attraccare.
La chiusura dei porti ha già avuto conseguenze fatali: sempre più navi mercantili infrangono il diritto internazionale riportando in Libia i migranti salvati, atto che costituisce una violazione grave della Convenzione di Genova sui Rifugiati. E in alcuni casi, le navi non hanno ottemperato al loro dovere – previsto dal diritto marittimo – di salvare i naufraghi.
Solo nei primi 21 giorni di quest’anno oltre 200 persone sono scomparse nel Mediterraneo. Sono morte, come decine di migliaia prima di loro, nel tentativo disperato di fuggire dalle persecuzioni, dallo schiavismo e dalle torture in quello che è il confine più mortale al mondo.
Sea-Watch si oppone con forza a questa strage la cui responsabilità è politica. Mentre i governi lasciano annegare nel Mediterraneo esseri umani, e i diritti umani, il nostro equipaggio rimane nel Mediterraneo centrale a difendere il principio fondamentale per cui tutte le vite hanno lo stesso valore. Chiunque ha il diritto di essere salvato. Nessuno dovrebbe annegare.
Un’Europa che si fregia di essere fondata sulla solidarietà e sui diritti umani non può permettere che le persone affoghino. Oltre 35 città tedesche e italiane – tra cui Berlino, Napoli, Palermo e Amburgo – hanno già espresso la volontà di accogliere le persone tratte in salvo.
Il soccorso in mare non può dipendere dalle trattative tra gli Stati europei; le questioni relative alla distribuzione devono essere discusse a terra.
Ci appelliamo alla Commissione Europea per mettere fine una volta per tutte ai vergognosi bracci di ferro sulla pelle delle persone. Chiediamo anche l’assegnazione immediata di un porto sicuro per i 47 sopravvissuti, ora a bordo della Sea-Watch 3, e chiediamo di trovare una soluzione sostenibile e strutturale che permetta alle navi coinvolte nei salvataggi di avere un porto sicuro senza alcun ritardo.
APRIAMO I PORTI
RESPINGIAMO IL RAZZISMO!
Venerdì25 gennaio alle ore 15,30
Conferenza stampa/presidio
al porto di Catania varco 04
Dopo l’approvazione del Decreto Salvini il clima di intolleranza e la continua negazione dei diritti fondamentali dei migranti hanno purtroppo preso ancor più vigore.
Dopo la conclusione del salvataggio dei 49 migranti da parte delle navi umanitarie delle Ong Sea Watch e Sea Eye ( che insieme ad altre hanno salvato decine di migliaia di vite umane e che per questo vengono sempre più criminalizzate) il 2019 inizia con oltre 200 morti solo pochi giorni fa. I governi europei si accodano ai deliri razzisti di Salvini&pentastellati nello scaricabarile dei porti disponibili ad accogliere ed addirittura i migranti “salvati” dalla nave cargo della Sierra Leone consegnano ai carnefici libici 140 persone bisognose di protezione umanitaria. Da giorni è ripreso il calvario per altri 47 migranti a bordo della Sea Watch3 , in attesa di un porto sicuro. Oramai il naufragio dei diritti umani della fortezza Europa è sempre più evidente e bisogna resistere alla crescente barbarie e disobbedire alle leggi ingiuste.
Il genocidio di migranti aumenta sempre più nel Mediterraneo e nei lager libici!
Centinaia di richiedenti asilo vengono espulsi (vedi il Cara di Castelnuovo di Porto) dalle strutture di accoglienza ,riversandosi senza alloggio nelle strade delle nostre città, perché di punto in bianco il decreto ha fatto venire meno i requisiti necessari per l’ospitalità,. Moltissimi titolari di Permesso di Soggiorno per motivi Umanitari con il nuovo decreto non riescono ad ottenere un rinnovo. La cancellazione della possibilità di avere la residenza anagrafica di fatto toglie diritti fondamentali, primo fra tutti quello alla salute, a cittadini che a pieno titolo soggiornano nel nostro paese.
I sindaci di numerose città si stanno opponendo all’applicazione della legge (in)sicurezza. Da Catania, città che ha dato un grande segnale di Solidarietà alle migranti ed ai migranti sequestrati nella nave Diciotti lo scorso agosto, dobbiamo costruire una forte mobilitazione di tutte e tutti coloro che sono rimasti umani e si oppongono concretamente al dilagante razzismo.
Rete Antirazzista Catanese
PORTO di Catania 25 gennaio: presidio “ Apriamo i porti respingano il razzismo”
Alle 15.30 si è svolto al porto di Catania il presidio “ Apriamo i porti, respingiamo il razzismo”. Un centinaio di persone ha partecipato all’iniziativa, al varco 4, il molo che per diversi anni ha visto l’arrivo di diversi migliaia di profughi, salvati nel mare Mediterraneo, in particolare dalla nave Aquarius della ONG SOS Mediterranee.
E’ stato ribadito il rispetto nelle norme internazionali e della Costituzione sul salvataggio a mare, sullo sbarco nel porto sicuro, sul diritto all’asilo. In particolare è stato riaffermato lo sbarco immediato dei 47 profughi salvati dalla nave Sea Watch una settimana addietro, in questo momento ferma davanti alle coste di Siracusa poiché viene impedito lo sbarco.
Un’ulteriore manifestazione si terrà domani alle ore 17.00 in piazza Stesicoro. In mattinata si svolgerà a Siracusa ( Marina di Melilli) un presidio di sostegno ai profughi della Sea Watch.
d.s.
PORTO di Catania 25 gennaio: presidio “ Apriamo i porti respingano il razzismo”
Alle 15.30 si è svolto al porto di Catania il presidio “ Apriamo i porti, respingiamo il razzismo”. Un centinaio di persone ha partecipato all’iniziativa, al varco 4, il molo che per diversi anni ha visto l’arrivo di diversi migliaia di profughi, salvati nel mare Mediterraneo, in particolare dalla nave Aquarius della ONG SOS Mediterranee.
E’ stato ribadito il rispetto nelle norme internazionali e della Costituzione sul salvataggio a mare, sullo sbarco nel porto sicuro, sul diritto all’asilo. In particolare è stato riaffermato lo sbarco immediato dei 47 profughi salvati dalla nave Sea Watch una settimana addietro, in questo momento ferma davanti alle coste di Siracusa poiché viene impedito lo sbarco.
Un’ulteriore manifestazione si terrà domani alle ore 17.00 in piazza Stesicoro. In mattinata si svolgerà a Siracusa ( Marina di Melilli) un presidio di sostegno ai profughi della Sea Watch.
d.s.
LA DIRETTA DELLA MANIFESTAZIONE IN CORSO A MARINA DI MELILLI IN SOLIDARIETA’ DEI PROFUGHI DELLA SEA WATCH 3
https://video.corriere.it/sea-watch-un-miglio-coste-siracusa-l-appello-facciamoli-scendere/e588abb4-2152-11e9-b334-77e854371a4e