Sull’autobus 105 ho visto Rosa Parks

di Igiaba Scego 

Il meglio del blog-bottega / 206…. andando a ritroso nel tempo (*)

 

Ho incontrato la mia personale Rosa Parks. Ero sul 105. Vi descrivo la scena: l’autista smadonna contro di lei perché la signora (nera, ma non sono riuscita ad individuare il Paese) risponde al suo cellulare. L’autista sbrocca e dice «io non voglio sentire la sua brutta voce, vada in fondo, non la voglio sentire capito?». Il bus era un po’ pieno. Il fondo manco si vedeva. La signora mormora qualche frase sconnessa al telefono e poi chiede all’autista con la voce più dolce e suadente del mondo: «Caro signore cosa non va? Non credevo fosse reato rispondere al proprio telefono». L’autista le dice «lei mi da fastidio, è lei a darmi fastidio come tutti gli stranieri». E poi apre le porte perché siamo arrivati tutti a Termini. Lei lo guarda e dice: «Mi dispiace che sia così triste oggi. Spero che la sua vita migliori. Le auguro comunque una buona giornata e se può sorrida che la vita è breve». Io l’ho inseguita ‘sta signora, l’ho ringraziata. Io ero pronta a prenderlo a schiaffi l’autista. Non sopporto il razzismo. E ne vedo tanto sugli autobus. Ho detto alla signora «era uno sporco razzista, ma lei è stata una grande».

Lei mi ha sorriso e poi mi ha detto: «Così ci sta male tutto il giorno e magari chissà migliora. Se lo avessi mandato affanculo avrebbe avuto la conferma alle sue orrende tesi razziste e io questo non lo volevo. Ho imparato nella vita che la non violenza è la miglior arma, sempre. Urlare confonde, Urlare non serve a niente. I pugni peggio mi sento. Semini rabbia, semini odio e poi ti ritorna indietro. Io l’odio me lo sono lasciato dietro le spalle. La dolcezza ferisce di più e ti fa riflettere». Insomma era Rosa Parks. Decisamente Rosa Parks. E sento che la signora ha insegnato molto anche a me.

ripreso da «Corriere dell’immigrazione»

(*) Anche quest’anno la “bottega” ha recuperato alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché 16mila articoli (avete letto bene: 16 mila) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

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