“Svuotare le carceri, subito !” Gli appelli

Svuotare le carceri, subito !
Appello congiunto di Giuristi Democratici e Legal Team Italia

Quello che sta accadendo nelle ultime ore in molti istituti di detenzione italiani (Modena, Reggio Emilia, Bologna, Roma, Napoli, Palermo, Padova, Firenze, ma l’elenco si allunga di ora in ora e pare siano ormai già 27 gli istituti di pena coinvolti dalla protesta dei detenuti, con un numero non esattamente accertato —anche nelle cause— di morti —almeno sei— e feriti, di cui alcuni molto gravi) era ampiamente prevedibile: in un paese dove nelle carceri i detenuti sono più di 61.000, con una capienza di 50.000 posti, in cui da decenni non si vede un provvedimento di indulto o amnistia (termine divenuto quasi eretico), in cui la penalizzazione di ogni devianza e di ogni protesta è diventata norma, in cui qualcuno parla di “buttar via la chiave” e qualcun altro abolisce prescrizione e garanzie, l’effetto dell’emergenza sanitaria non poteva essere diverso.

In luoghi dove la convivenza è forzata e diventa promiscuità, in cui la salute non è garantita neppure in via ordinaria, in cui decine di persone coabitano luoghi angusti, il terrore del contagio si moltiplica, e le forme di “sicurezza” si trasformano in ulteriore isolamento. Il blocco delle visite parentali, sostituite con colloqui telefonici per cui bisogna affrontare attese in promiscuità, unite all’assenza di quei pochi servizi (assicurati in buona parte dal volontariato ora estromesso) non possono che generare disperazione. Disperazione che può sfociare in violenza contro soggetti incolpevoli.

C’è una sola via di uscita, tanto più in momenti come questi: ridurre quanto più possibile il pericolo del contagio, ma anche della violenza della disperazione. Ciò impone scelte importanti, praticabili subito, svuotando le carceri (e gli altri luoghi di contenzione, CPR inclusi) delle persone detenute anziane e malate, con l’immediata concessione di detenzione domiciliare, libertà vigilata e/o sospensione pena, oltre che di coloro che hanno pene brevi da scontare; garantire la fruizione effettiva delle possibilità di interlocuzione con l’esterno, garantire informazione e presidi sanitari.

È urgente, indispensabile, umano e rispettoso del diritto e dei diritti individuali. Per poi ricominciare a parlare di amnistia, indulto e misure che rimettano al centro della discussione l’insostenibilità di questo modo di “fare giustizia” e “applicare pene” cavalcato da una politica incapace ed arrogante.

9 marzo 2020

ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI, LEGAL TEAM ITALIA, ASSOCIAZIONE BIANCA GUIDETTI SERRA

Adesioni individuali: Laura Longo, già magistrata di sorveglianza.

Emergenza coronavirus nelle carceri: appello al governo ed a tutte le forze politiche e parlamentari
dall’Unione delle Camere Penali

Emergenza coronavirus nelle carceri, occorrono intelligenza, coraggio e determinazione.
L’appello dell’Unione al governo ed a tutte le forze politiche e parlamentari. Immediato rafforzamento dei Tribunali di Sorveglianza, con distacco dei magistrati che in questo periodo non terranno udienze, per la concessione di detenzioni domiciliari e misure alternative. Indicazione agli uffici GIP per il ricorso rafforzato agli arresti domiciliari in sede di disposizione delle misure cautelari. Indulto per le pene in esecuzione inferiori a due anni. Avviare in Parlamento un serrato confronto sulla ipotesi di amnistia per decongestionare il carico degli uffici giudiziari in questo momento di emergenza.

Il sovraffollamento delle carceri, che per le sue conseguenze rappresenta una pena aggiuntiva, ha costretto l’amministrazione penitenziaria ad emanare provvedimenti che, di fatto, abbandonano i detenuti nelle loro celle in totale solitudine. Sospesi i colloqui visivi con i familiari e i volontari, bloccati i permessi premio ed i lavori all’esterno, le già ridotte attività come il lavoro e la scuola sono chiuse. Non vi sono più rapporti con l’esterno e si resta soli dinanzi ad un televisore che di minuto in minuto comunica notizie sempre più allarmanti.
Certo non è facile gestire un’intera popolazione ristretta, nel tentativo di tutelarla dal contagio e, allo stesso tempo, garantire la sicurezza all’interno degli istituti.
Ma lo Stato deve assumersi le sue responsabilità anche verso i cittadini reclusi che non possono essere privati dei loro diritti, a causa dell’inefficienza di un sistema che pur ammettendo le sue colpe, non ha mai trovato rimedi per uscire da una storica urgenza, quella di rendere le carceri luoghi vivibili e in linea con i principi costituzionali e le norme vigenti.
Un diritto dimenticato a cui i media dedicano pochissimo spazio. Solo ora che le carceri esplodono, sembrano rendersi conto della esistenza del problema.
Non è un caso che da giorni vengono diffusi servizi su ospedali e scuole e non anche per il destino di oltre 60.000 persone, che già prima dell’arrivo del Coronavirus vivevano una precaria situazione igienico-sanitaria e che, pertanto, sono maggiormente esposti al contagio.
Eppure, se fosse stato sconfitto il sovraffollamento e fossero state impegnate le risorse necessarie per rendere vivibili gli istituti di pena – ed occasioni ci sono state, anche recentemente, con la Riforma dell’Ordinamento Penitenziario – oggi la situazione sarebbe diversa e avrebbe garantito una gestione certamente emergenziale, ma rispettosa dei diritti delle persone detenute, con la possibilità di colloqui visivi protetti ovvero con la fruizione di video-colloqui in tutti gli istituti.
Lo Stato colpevole – ed anche condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo – per aver violato norme di civiltà giuridica, ha oggi l’obbligo di adottare decisioni che possano salvaguardare la vita e la salute dei detenuti, perché non sono persone estromesse dalla società, ma di essa fanno parte ed a loro spetta uguale tutela, senza alcuna distinzione.
L’amnistia e soprattutto l’indulto sono le strade da seguire ed occorre immediatamente rafforzare il personale dei Tribunali di Sorveglianza – magari con i magistrati che in questo periodo non terranno udienze – per verificare quanti detenuti (e non sono pochi) hanno diritto ad avere gli arresti domiciliari ovvero la misura (pena) alternativa dell’affidamento in prova al servizio sociale, anche aumentando, con decreto legge, il tetto della pena da scontare per accedere al beneficio.
Occorre altresì in questo momento ridurre fortemente gli ingressi nuovi nelle carceri, rafforzando il ricorso alla graduazione in arresti domiciliari delle misure richieste in carcere, e sospendendo gli ordini di esecuzione per pene residue inferiori almeno a due anni.
I diritti vanno garantiti sempre e quello alla Salute è un diritto inviolabile che deve trovare tutela da parte dello Stato per non esasperare gli animi di persone già allo stremo per il trattamento a cui sono sottoposti.
Le rivolte dei detenuti a Salerno, Napoli, Frosinone, Modena ed ancora in altri istituti, non possono essere giustificate, ma traggono origine da un male che da troppo tempo affligge l’esecuzione penale in Italia a cui è necessario trovare immediate soluzioni. Ora più che mai. L’emergenza è anche dentro le mura.
Roma, 9 marzo 2020
La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane

L’Osservatorio Carcere UCPI

Appello dell’Associazione Yairaiha Onlus, Osservatorio Repressione e tant* altr*

Vista la drammatica emergenza sanitaria che sta colpendo la popolazione tutta riteniamo che le misure di prevenzione adottate rispetto alla popolazione detenuta siano assolutamente inadeguate a fronteggiare i rischi connessi a un contagio che metterebbe a rischio oltre 61.000 persone. Va tenuto conto che tra la popolazione detenuta il 50 per cento circa ha una età compresa tra i 40 e gli 80 anni, oltre il 70 per cento presenta almeno una malattia cronica e il sistema immunitario compromesso. È del tutto evidente che la diffusione del virus all’interno delle carceri assumerebbe dimensioni catastrofiche. Limitare o proibire i colloqui familiari, l’accesso dei volontari e i permessi di uscita non mette al riparo dal rischio contagio. Quello che si è creato, e che va crescendo di ora in ora, è un clima di paura e insicurezza tra la popolazione detenuta, i familiari e il personale penitenziario che comunque è obbligato a garantire il servizio.

Gli istituti penitenziari sono a tutti gli effetti luoghi pubblici, sovraffollati e promiscui con un via vai continuo di personale e fornitori che potrebbero diventare veicolo di contagio e scatenare una vera epidemia, pertanto non bisogna dimenticare che la popolazione detenuta, al pari del resto della popolazione, è tutelata dalla Costituzione e dalle carte internazionali dei diritti umani.

Chiediamo che si intervenga con un provvedimento immediato di sospensione della pena per tutte le persone detenute ammalate e anziane; chiediamo che il Parlamento vari una amnistia urgente per la rimanente popolazione detenuta.

4 marzo 2020

Per aderire è possibile scrivere a info@osservatoriorepressione.info

Associazione Yairaiha Onlus, Osservatorio Repressione, Associazione Liberarsi, Associazione Bianca Guidetti Serra, Rifondazione Comunista, Associazione Memoria Condivisa, Associazione Il Viandante, Associazione Lasciateci Entrare, Ass. Culturale Papillon-Rebibbia, sezione Bologna, Associazione Fuori dall’Ombra, Comune-info, Federazione dei Verdi – Foggia,

Yasmine Accardo, Damiano Aliprandi, Ilario Ammendolia, Mario Arpaia, Luisa Barba, Tiziana Barillà, Sandra Berardi, Domenico Bilotti, Marco Boato, Fortunato Cacciatore, Rosy Canale, Donato Cardigliano, Francesca de Carolis, Angela Chiodo, Maurizio Ciotola, Francesco Cirillo, Valentina Colletta, Sissi Contessa, Edoardo Corasaniti, Gioacchino Criaco, Nicola D’Amore, Elisabetta Della Corte, Delio Di Blasi, Italo Di Sabato, Giuliana Falaguerra, Jenny Federigi, Alessandro Fo, Eleonora Forenza, Gabriella Fragiotta, Andreina Olga Ghionna, Yvonne Graf, Antonio Greco, Valerio Guizzardi, Pietro Ioia, Giuseppe Lanzino, Peppe Marra, Carmelo Musumeci, Bruna Nocera, Giampiera Nocera, Sante Notarnicola, Maurizio Nucci, Grazia Paletta, Antonio Perillo, Maria Teresa Pintus, Mario Pontillo, Paolo Rausa, Vittorio da Rios, Luigi Romano, Giovanni Russo Spena, Nino Santisi, Orlando Sapia, Vincenzo Scalia, Maria Elena Scandaliato, Annalisa Senese, Lisa Sorrentino, Mario Spada, Manola Testai, Giusy Torre, Carmen Veneruso, Carla Ventre, Francesca Volpintesta

 

alexik

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