«Tabacaria»
una poesia di Fernando Pessoa (*)
Tabacaria
Ma il padrone della Tabaccheria si è fatto sulla porta e vi è rimasto.
Lo guardo col disagio che dà la testa girata a metà
e col disagio che dà l’animo quando ha per metà intuito.
Lui morirà e io morirò.
Lui lascerà l’insegna, io lascerò dei versi.
A un certo momento morirà anche l’insegna, e anche i versi.
Poi morirà la strada dove fu l’insegna
e la lingua in cui furono scritti i versi.
Infine morirà il pianeta ruotante in cui tutto ciò avvenne.
In altri satelliti di altri sistemi, qualcosa simile a gente
(*) Poesia ripresa da miglieruolo.wordpress.com (dove si indica: “Ribloggato da Antonella Sacco”) dove è presentato così: «Questa poesia di Fernando Pessoa è raccolta in Una sola moltitudine, volume I e citata in L’automobile, la nostalgia e l’infinito di Antonio Tabucchi. Si potrebbe dedurre che secondo Pessoa l’umanità non sia l’unica intelligenza nell’Universo, ma anche che l’Universo stesso non abbia poi molto significato. In tutti i casi la trovo molto bella». Ricordo che qui, il sabato alle 19, da molto tempo regna “cicala” con un suo spazio di poesie: ma – non essendo lei formica, vero signor Jean de La Fontaine? – è in vacanza e quindi… [db]
Bella poesía. Un piacevole sentore di fantascienza giunge alle Nari . Ma è solo lo stesso per cui Giordano Bruno fu bruciato.