Il Burundi è il paese più povero del mondo
redazione Diogene*
Continua a leggereil Blog di Daniele Barbieri & altr*
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Continua a leggere“Gli ultimi 20” : gli incontri iniziano a Reggio Calabria il 22 luglio, proseguono a settembre – Roma, Abruzzo e Milano – per chiudersi con un “campo” a Santa Maria di Leuca il 2-3ottobre (*) Non si tratta di Paesi “poveri” ma piuttosto “impoveriti” da sfruttamento coloniale, guerre e conflitti etnici, catastrofi climatiche.
Continua a leggereNell’ultimo rapporto dell’International Rescue Committee sono elencati i dieci paesi che affrontano le maggiori crisi umanitarie nel mondo. Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Siria, Nigeria e Venezuela sono i primi cinque paesi segnalati. In assoluto l’Africa è il Continente più presente (40% del totale). di Fabio Polese
Continua a leggereIn un momento di grande smarrimento generale sul piano etico, culturale e politico può valer la pena cercare di suscitare attenzione verso il settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. di Franco Astengo
Continua a leggereAppello di Alex Zanotelli
Continua a leggereIl rapporto di Global Witness: aumentano omicidi, minacce e persecuzioni per migliaia di attiviste/i, specialmente fra i popoli “nativi” e per conflitti “ambientali”. L’Unione Europea ha predisposto una Piattaforma di Coordinamento per l’Asilo Temporaneo dei Difensori dei Diritti Umani e alcuni Paesi stanno facendo di più, mentre l’Italia tace di Francesco Martone (*)
Continua a leggererecensione a «Congo Inc» di In Koli Jean Bofane
Continua a leggererecensione a «Capo di Buona Speranza» scritto da Eyoum Nganguè
Continua a leggereCominciò 55 anni fa con il golpe belga-statunitense seguito dall’assassinio di Lumumba (e poi di Dag Hammarskjold) il calvario che ancora dura di Raffaele K Salinari (*)
Continua a leggeredi Alessandro Ghebreigziabiher (*) C’era una volta una storia che si ripeterà. Vedrete, anche stavolta sarà così. Perché il film è quello, la sceneggiatura è sempre la stessa. Ecco perché il finale non cambia. Possono chiamare altri attori, inventare scenografie suggestive e giocare quanto gli aggradi con le parole. Lo spettacolo offrirà ogni volta il medesimo messaggio. Di guerra e
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