Noi Ci Attiviamo contro la fast fashion perchè…
… perchè è responsabile dell’aggravamento della crisi climatica, del peggioramento delle condizioni lavorative, dell’impoverimento di migliaia di persone.
Continua a leggereil Blog di Daniele Barbieri & altr*
… perchè è responsabile dell’aggravamento della crisi climatica, del peggioramento delle condizioni lavorative, dell’impoverimento di migliaia di persone.
Continua a leggere… e per una vita più felice e sostenibile. Occhio al festival «Fa la cosa giusta» (dal 29 aprile) di Manuela Foschi
Continua a leggeredi Gianluca Ricciato — “Il mio Mediterraneo non è quello delle cartoline. La felicità non ti viene mai regalata, te la devi inventare.” Jean Claude Izzo Genova qui e ora è una città che si sporge ancora sul Mediterraneo. Genova qui e ora è anche una città, “quella in cui affiorano l’amarezza e la grandiosità dei sogni”, come scrisse il marsigliese
Continua a leggeredi Saverio Pipitone (*)
Continua a leggereArticolo ripreso da Slow Revolution La pasta al pomodoro ha una lunga storia iniziata a Napoli agli albori dell’800 e divenuta presto il simbolo della cucina italiana. Una prelibatezza in apparenza semplice, ma con la bontà legata alla materie prime utilizzate che possono lasciare nel palato un sapore amaro. A rovinare il gusto non sono solo gli ingredienti di scarsa qualità, ma pure l’uso di sostanze dannose per la salute
Continua a leggeredi Francesco Gesualdi (*)
Continua a leggereRipreso da Progetto Naturaldurante di Roberta Seclì Molte e molti tra voi avranno incontrato in rete i commenti su un infelice articolo incentrato sulla mancanza di etica della scelta vegan. L’articolo, il cui autore non meriterebbe ulteriore pubblicità, mette insieme in modo discutibile alcuni cibi vegetali esotici, ottenuti in alcuni casi da una filiera di sfruttamento, inquinamento, schiavitù e squilibri sociali, e
Continua a leggereDossier a cura del Centro Nuovo Modello di Sviluppo (CNMS) di Rocco Artifoni (*)
Continua a leggeredi Marco Deriu Le diverse crisi in corso costringono ad abbandonare certezze, immaginari, linguaggi e schemi cognitivi, a ripensare l’insieme delle relazioni sociali. Il punto di partenza restano tutte quelle forme di autorganizzazione, di autoproduzione, di scambio e condivisione diffuse ovunque, con cui riduciamo la nostra dipendenza dal mercato e dalla Stato. “La decrescita non è una soluzione o una
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