Juana, indigena maya e migrante, prigioniera in Messico
Nell’agosto del 2014 la donna, partita dal Guatemala, cadde nelle mani dei coyotes in Messico. Rapita e sequestrata dai suoi carcerieri, per la polizia è lei stessa parte dell’organizzazione criminale nonostante fosse costretta a lavorare per i suoi aguzzini. Da allora si trova in prigione senza conoscere altro che poche parole di spagnolo. Una storia di misoginia, razzismo e discriminazione.
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