Perù: osceno omaggio dello Stato a Fujimori

L’ex presidente peruviano, macchiatosi di crimini di lesa umanità, sterilizzazioni forzate delle donne, massacri gratuiti e numerosi episodi di corruzione, se ne è andato lo scorso 11 settembre, all’età di 86 anni, senza mai chiedere scusa. Il lutto nazionale dichiarato dal governo rappresenta un insulto alla memoria e rivendica i delitti come una modalità di agire politico che non riconosce

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Dalle ambasciate USA: un nuovo Plan Condor …

… contro il socialismo latinoamericano. di Geraldina Colotti In nome della “lotta al terrorismo”, dalla Colombia al Paraguay, dal Cile al Perù, fino a Bolivia e Venezuela ritornano le sparizioni forzate, le torture, l’uso di paramilitari travestiti da civili e una diplomazia a senso unico che cerca di delegittimare ad ogni costo i governi popolari.

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Le Ande in rivolta

In Colombia la resistenza continua nonostante la repressione di Stato che provoca ogni giorno nuovi desaparecidos, morti e feriti. In Cile le elezioni del 15-16 maggio hanno dimostrato che il pinochettismo può essere sconfitto. In Perù, in vista del ballottaggio presidenziale del 6 giugno, l’oligarchia trema per i sondaggi che assegnano la vittoria al maestro rurale Pedro Castillo. di David

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Perù: al 1° turno spunta un marxista conservatore

Nelle presidenziali dell’11 aprile il maestro rurale Pedro Castillo conquista il ballottaggio con oltre il 19% dei consensi e se la vedrà con la destrissima Keiko Fujimori, giunta seconda e intenzionata a raggiungere la presidenza per sfuggire ai guai giudiziari. Castillo ha ottenuto voti soprattutto nel Perù profondo, dagli indigeni e dai cosiddetti ninguneados, ma le sue posizioni in tema

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