Un gioco di specchi – di Mark Adin
Ma quanto sono belli i vicini di casa. Che dichiarano che il pluriomicida era un onesto lavoratore, che lo spacciatore dei propri figli sembrava tanto per bene, che il corrotto era personcina irreprensibile, il violentatore buon padre di famiglia, la zoccola timorata di dio e il puttaniere uomo integerrimo. Vorrei poter montare, in un blob infinito, i filmati delle interviste
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