Taranto: Antonio e i picchi del benzene

Un esperto degli algoritmi da Londra manda i grafici dei picchi del benzene. Tra una pausa e l’altra del suo lavoro, sforna le cattive notizie che turbano la quotidianità degli ecotarantini che sanno leggere ascisse, ordinate e diagrammi cartesiani. Cronaca assurda in una città inquinata.

di Alessandro Marescotti (*)

 

Ieri parlavo con una scrittrice e le raccontavo le cose grottesche che avvengono a Taranto. Io stesso rimango stupito nel vedere le assurdità, tutte inspiegabilmente aggrovigliate come il cavo dell’auricolare.

Un esempio? I dati orari del benzene e i relativi picchi.

Chi informa i cittadini sui picchi? Chi lancia l’allarme? Il sindaco?

No. Lo faccio io, compatibilmente con i mille impegni, la scuola, la spesa da fare, e così fra una pesata di broccoli, il sacchetto delle arance e una scelta fra pomodori ciliegini e le carote, ecco che spunta il malefico picco di benzene, che rilancio su Facebook, in bilico fra le cassette dell’ortofrutta. Come un personaggio surreale dei racconti di Italo Calvino, leggo i tweet mentre sono in fila per pagare la spesa, chiedendo a voce lo scontrino e invocando per iscritto sul mio profilo social che si faccia un’ispezione. Lì dove presumibilmente il benzene sale a fiotti verso il cielo, lì ci sono le implacabili ecosentinelle che scattano le foto e me le mandano.

Nel frattempo dico: “Mi dà il pane di Laterza e quella focaccia di farina integrale con pomodorini freschi?” Ahimé, devo offrire l’immagine di una persona sfasata perché, mentre sto per pagare digitalmente con il cellulare, ecco che si rallenta la transazione e balbetto: “Aspetti… accidenti… la app fa i capricci”. Sono le notifiche di WhatsApp che irrompono a frotte e coprono l’importo e anche i tasti per invio della somma da pagare.

Ma c’è Antonio che non credo se la passi meglio: è il mio guru digitale. Un esperto degli algoritmi non meno incasinato di me, che da Londra mi manda i grafici dei picchi del benzene. Tra una pausa e l’altra del suo lavoro di analista digitale, sforna le cattive notizie che mi arrivano sullo smartphone in real time. La sua precisione di programmatore con il linguaggio Python è alla base della spietata mitragliata di dati che ferisce la quotidianità degli ecotarantini che sanno leggere ascisse, ordinate e diagrammi cartesiani. Per farla breve: senza Antonio non potrei annunciare alcun picco di benzene. Ma i dati non solo mi raggiungono, in certi casi mi inseguono fin sul visore dello smartwatch, come una maledizione incombente. Non solo: durante i picchi di benzene Antonio fa partire in contemporanea anche un alert su Twitter.

E mentre noi surfiamo pericolosamente su questa macchina da guerra, guardo attonito e trasognato i politici marziani, quelle creature svincolate dai dati della terrestrità e dalla gravità della statistica. Li vedo ragionare su ipotetici equilibri fra salute e lavoro di cui non conoscono né i numeri né le equazioni. Perché ogni equazione è una ricerca dell’equilibrio, se ha un’incognita. E se ne ha due, devi fare un sistema di due equazioni. E se le incognite sono tre ci vogliono sistemi a tre equazioni. Si può arrivare a sistemi con decine di equazioni. Tutte le cose che la Morselli o Bernabè sanno benissimo, loro hanno studiato. Ma gli specialisti della litote, come scriveva Pasolini, vivono dentro la retorica dei bei discorsi, per i quali nessun numero deve quadrare. E la statistica è superflua, quasi nemica. Nella retorica del politichese si cercano gli aggettivi, non si cercano i numeri.

E a proposito di cercare… sapete dove si trovano i numeri dei picchi del benzene? Sul sito del Comune? Nossignore. Sul sito dell’Arpa? Nossignore. I dati orari del benzene delle centraline Arpa sono sul sito dell’Ispra. Sissignore. Come un cavolo a merenda. I dati orari Arpa del benzene non sono sul sito dell’Arpa ma sono sul sito dell’Ispra, lo ha scoperto Antonio. Assurdo, mi ha detto. E i dati orari del benzene delle centraline dell’Ispra, quelle interne all’Ilva? Sono sul sito dell’Ispra? Nossignore! Non sono sul sito dell’Ispra. Non sono consultabili su nessun sito. Sembra un gioco a nascondino. Nessun cittadino comune – avete capito bene – può consultare i dati orari del benzene delle centraline Ispra interne all’Ilva.

Assurdo, ma è così.

E gli abitanti di via Orsini (quartiere Tamburi, Taranto) possono consultare i dati orari del loro benzene? Nossignore! E perché? Semplicemente perché la loro è una centralina Ispra e non concede la visione online di quei dati orari del benzene. Che sfiga. Forse perché sono i più alti di Taranto. E chi è che sa queste cose? Il sindaco di Taranto? No: Antonio che sta a Londra. Me le ha spiegate lui. Nessun altro cittadino comune le sa, forse nemmeno il sindaco, anzi sicuramente il sindaco di tutto questo groviglio non ha neppure il minimo sospetto. A mio parere.

Da questo labirinto, un po’ kafkiano un po’ tarantino, Italo Calvino avrebbe sicuramente preso spunto per descrivere un’altra delle sue Città Invisibili. La città il cui destino è scritto sui numeri da cui il potere rifugge come pericolo costante.

(*) Link all’articolo originale: https://www.peacelink.it/lds/a/49359.html

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