Technogym: si vola… anche nel ravennate

di Davide Fabbri

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TECHNOGYM. GRANDE RISALTO SULLA STAMPA LOCALE DEL “VOLO” VERSO LA BORSA. NON UNA RIGA SUL “VOLO” DI UN LAVORATORE CHE HA SUBITO UN GRAVE INFORTUNIO SUL LAVORO IN UN’AZIENDA LEGATA A TECHNOGYM.
Tutti ad osannare il percorso intrapreso da tempo da Technogym verso lo sbarco in borsa della holding con sede nel Granducato di Lussemburgo. Su questo tema ho già svolto osservazioni critiche in passato. Ora vi scrivo per chiedere alle redazioni giornalistiche locali la pubblicazione della notizia da me scovata e pubblicata sul mio profilo facebook. Riguarda un grave infortunio sul luogo del lavoro. Notizia che a me pare molto interessante, dato che la Technogym si prefigge di portare avanti iniziative legate al benessere della persona. E fra le iniziative che sponsorizzano il benessere dei cittadini, non può mancare la salubrità e la sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro. La notizia è questa: il 25 marzo scorso – era il venerdì prima di Pasqua – a Montaletto di Cervia (Ravenna) è avvenuto un gravissimo infortunio sul lavoro: all’interno del capannone artigianale, ex sede di Europa 2000, dove la Technogym del patron Nerio Alessandri ha deciso di esternalizzare il lavoro di gestione dei ricambi e assistenza al cliente a un’altra società, la BCUBE, che assume personale tramite agenzia interinale di Rimini. Dalle informazioni che a fatica sono riuscito a raccogliere, l’operaio coinvolto è un giovane di Villa Verucchio di 24 anni, che al momento dell’incidente guidava un montacarichi e che è “volato via” da un container cadendo a terra di schiena. Queste le conseguenze: frattura al polso, al coccige e alla spalla. 40 giorni di prognosi, dopo essere stato in terapia intensiva. Sul luogo arrivano un elicottero di soccorso, l’eliambulanza, il 118 e i carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro.

Questo fatto deve farci interrogare e riflettere sui carichi di lavoro presso lo stabilimento esterno alla Technogym, sul rispetto delle norme che riguardano la sicurezza e sulla formazione dei lavoratori, sui dipendenti non sindacalizzati e che versano in una difficile condizione di precarietà. Pare infatti che in questo capannone ci sia un frequente via vai di lavoratori precari, con stipendi estremamente “discutibili”.

Technogym è nata nel 1983 ed è diventata in questi anni leader mondiale nella fornitura di prodotti e servizi per fitness e wellness. La holding impiega circa 2.000 dipendenti, di cui 800 all’estero divisi in 14 filiali, una delle quali è in Slovacchia, partita nel 2005. La Technogym è abituata alle delocalizzazioni delle proprie attività e alle esternalizzazioni. Diverse attività vengono svolte appunto in Slovacchia, a Maly Krtis, con circa 300 dipendenti. Recentemente dalla Slovacchia – per ragioni di qualità del prodotto – sono rientrate in Italia un paio di linee di lavorazione. Technogym ha esternalizzato, per ridurre il costo del lavoro del personale impiegato, un’attività che veniva svolta da circa 40 lavoratori, passata alla BCUBE. In soldoni: con l’esternalizzazione si fa riferimento a quelle tecniche ben frequenti al giorno d’oggi mediante le quali l’azienda dismette alcuni segmenti dell’attività produttiva e i servizi che non ne costituiscono il cosiddetto “core business” affidandone la gestione a altra impresa attraverso un contratto di appalto o fornitura.

 

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