TEOREMA SEGRE

l’argomento omnibus dell’ antisemitismo come autotrappola della ragione    di Gian Luigi Deiana

 

7 ottobre: la senatrice liliana segre, persona stimabile e non di rado attaccata in modo pretestuoso e vigliacco, ha reso pubblica in occasione del 7 ottobre una sua analisi storica, politica, e morale, che merita di essere esaminata e anche presa a cuore: non perchè sia inappuntabile, ma proprio perchè è fallace; questa argomentazione, infatti, purtroppo ha forma di monologo, ed è sempre molto facile che un monologo sviluppi gli argomenti in modo autocentrato ed antitetico rispetto al dialogo;

segre apre l’argomentazione con una fondata e necessaria premessa: l’ebraismo non è israele, e quindi imputare gli “errori” del governo di israele all’ebraismo è non soltanto sbagliato, ma evidenzia una latente disposizione “antisemita”;

ora io, cioè me stesso, mi sento chiamato direttamente in causa: io infatti condanno radicalmente israele non solo come governo, ma anche come stato; ritengo che l’attuale governo, come quasi tutti quelli che lo hanno preceduto, sia votato alla causa della cancellazione della presenza palestinese dalla palestina, e che tale continuità storica dell’azione dei governi di israele sia originata dal come e dal chi ha partorito israele come “stato”; chi lo ha partorito nel 1948, con le stragi e le deportazioni, poi chi lo ha coccolato nel 1967, con l’occupazione illegale e con i campi profughi, e chi lo ingozza oggi, con i bombardamenti tesi a radere al suolo città intere; ma a fronte di tali disumanità non mi è mai venuta alcuna ombra di chiamare in causa l’ebraismo, che interpreto invece in senso assolutamente umanistico e universalistico;

ora, alla luce di quanto denuncia la senatrice segre, io devo ritenermi in qualche modo antisemita?

ebbene, io non estendo affatto alla storicità dell’ebraismo la mia condanna dello stato di israele: nossignora! piuttosto, cara senatrice, con tutto quello che lei ha passato, come fa lei a ridurre l’azione politica, militare ed etnica dello stato di israele alla semplice qualificazione di “errori”? non le sembra di usare, per esempio, la stessa denominazione che i nostri postfascisti italici usano adottare per definire le leggi razziali italiane del 1935? errori? la distruzione di gaza è semplicemente un “errore”? e se uno dicesse che la strage di hamas del 7 ottobre va annoverata semplicemente come un “errore”?

e dunque, se lei che è una figura stimata dell’ebraismo, si riduce oggi a definire “errori” le strategie e le pratiche del governo di israele, non le sembra di recare offesa lei stessa a ciò che chiamiamo appunto “ebraismo”, e che per il suo enorme significato storico e per il suo valore universalistico non merita contraffazioni di questo genere sulla verità?

ebbene: dopo tale premessa, di già fuorviante, liliana segre entra nella costrizione logica che ne consegue: essa afferma che se si assembla l’azione contingente di israele (come governo e come stato) alla dimensione storica dell’ebraismo, inevitabilmente ciò dà la stura all’aberrazione dell’ ANTISEMITISMO;

quindi, se si denuncia l’azione politica e militare, nonchè l’indirizzo nazionalistico ed etnicista dello stato di israele, come “genocidio”, allora ecco che l’intento antisemita sotteso si traduce, secondo la senatrice, nella volontà di proporre una bilancia, nella quale un genocidio vale l’altro e quindi verrebbe addirittura meno l’unicità della shoah; fare “pari e patta”: questa secondo segre sarebbe oggi la pericolosissima posta in gioco;

ma: io non assemblo affatto la realtà fattuale di israele alla realtà storica dell’ebraismo, e non mi permetto di pesare i delitti, le stragi e i genocidi su bilance di comparazione, nossignora;

è qui la trappola: ma non per me, bensì, al contrario, per chi evoca la storicità e il senso universalistico dell’ebraismo come copertura di pratiche delittuose, o la riduzione di queste ad “errori”: cioè l’evocazione del proprio ebraismo come propria licenza di uccidere; e di conseguenza, l’evocazione del fantasma dell’antisemitismo per inchiodare chiunque osi opporsi a questa inusitata licenza: non solo licenza di uccidere, ma di eliminare, cancellare, deportare, radere al suolo, spianare i cimiteri, mirare ai bambini… e tutto questo da quasi cento anni;

L. Segre 1943

e dunque, cosa è diventato in questo frangente l’antisemitismo, persino nella sofferta saggezza di una figura prestigiosa come quella di liliana segre?

è semplice: è diventato un teorema fallace: ed ogni teorema fallace si concretizza come un’autotrappola, un autoaccecamento: laddove i fascisti, così agevolmente e col plauso di grandi figure politiche ed intellettuali, diventano lo stato, la nazione, e in buona parte la società intera; tanto da permettersi di definire ufficialmente l’ ONU come “palude antisemita”;

autotrappola: la vera, invincibile, arma totale: l’ultima

da qui  facebook-g.luigi.deiana

postilla, sempre sulla sua pagina fb, rispondendo ad un commento, Gian Luigi Deiana  afferma: “il testo (quello di Liliana Segre-ndr) di un discorso pubblico per la ricorrenza del 7 ottobre, testo che ho ascoltato in versione integrale alla radio appunto il 7 al mattino; il testo non sorprende, in quanto liliana segre ha ripetutamente qualificato come “bestemmia” l’attribuzione di una pratica “genocida” alla condotta di israele; infatti lei la declassa ad “errore”; – tutto ciò è legittimo, in quanto rientra nella libertà di opinione: purtroppo però questa persona non è soltanto un semplice cittadino, è una “testimone”; e da un testimone che fa conferenze nelle scuole ci si attende ben più che il libero pensiero, ci si attende ‘sempre’ la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità; e che sia in corso nella massima assise giudiziaria mondiale una considerazione della condotta di israele come “genocida” è un fatto, non è una opinione e quindi tanto meno è una bestemmia.

da Contropiano

ps: i disegni sono dalla mostra “Liberando l’immaginazione“, a cura di Jeremy Lester, realizzati da bambini palestinesi tra il mese di dicembre 2023 e gennaio 2024.

In Bottega ne abbiamo parlato qui il terrore e la tenerezza

 

 

 

 

 

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