Tessere relazioni
A Villaputzu una mostra e un progetto contro la violenza sulle donne di Chiara Foddis
Lo scorso 2 giugno, a Villaputzu, paese sardo alla foce del Flumendosa, si è chiusa la mostra Vogliamo il pane e anche le rose, un momento significativo del progetto Tessere Relazioni – Laboratorio di tessitura per donne vittime di violenza: un convegno e una mostra, inaugurata il 24 maggio e rimasta aperta al pubblico per una settimana.
Tessere Relazioni è un’iniziativa che nasce dalla collaborazione tra l’associazione Rete Donna APS, attiva da venticinque anni a Torino e nel Sarrabus, il GAL SGT (Sarrabus Gerrei Trexenta) e il Comune di Villaputzu.
Da circa un anno, e fino a ottobre 2025, Tessere Relazioni cura LABORATORI TESSITURA, un corso di formazione di tessitura artigianale pensato per 8 donne in difficoltà, condotto da una Maestra tessitrice e da Licia Airi, responsabile del laboratorio. Il progetto, presentato a Novembre del 2023 in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, mira prima di tutto a promuovere legami solidi e positivi tra le persone.
“In un periodo in cui la violenza sulle donne è ancora una triste realtà, questo evento si propone di sensibilizzare la comunità su questo importante problema e di promuovere la creazione di una rete di supporto.”
LABORATORI TESSITURA
LABORATORI TESSITURA non si pone come un semplice momento di formazione, la tessitura artigianale non è che il punto di partenza, metafora concreta di un concetto di comunità più ampio. L’intento del progetto, infatti, è sì condividere e apprendere l’arte della tessitura, arte femminile per eccellenza in Sardegna, ma soprattutto simultaneamente costruire relazioni reali fondate sul mutuo aiuto. Acquisire l’arte di creare intrecci al telaio e contemporaneamente costruire una rete di sostegno autentica, che vive nella quotidianità.
La tessitura, è risaputo, è un’arte che in Sardegna ha sempre respirato tra le mani delle donne. È un linguaggio che da donna in donna si è tramandato attraverso aghi, fili e tessuti, di pregio e di recupero, attraverso segreti disegni familiari e specificità tecniche locali. Ma è anche un linguaggio che, grazie al pensiero di artiste donne, è uscito dallo spazio tradizionalmente dedicato ed è fiorito altrove.
Maria Lai
Nell’universo poetico di Maria Lai,
per esempio, la tessitura dà forma a una molteplicità di riflessioni e racconta storie declinate dal ritmo delle trame: tele e libri cuciti, sorprendenti geografie su stoffa, istallazioni visionarie come “Legarsi alla montagna” (1981), primo esempio italiano di arte relazionale. Un monumento ai caduti che diventa un’opera per i vivi, e si fa a tutti gli effetti opera collettiva. A partire da una leggenda locale, Maria Lai, in questa occasione, usa la roccia come grande telaio, le persone come ordito e un nastro azzurro a tessere e ridisegnare le relazioni della comunità ulassese. Un’opera concreta e partecipata che ha dato forma nuova e al paesaggio geografico e a quello sociale, proponendo un modo altro di percepirsi comunità.
“Ho dietro di me millenni di silenzi, di tentativi di poesia, di pani delle feste, di fili di telaio”, diceva Maria Lai.
È da questi stessi fili di telaio che nasce la possibilità di raccontare e di abitare i nostri spazi con una consapevolezza diversa, più profonda, e dare forma a riflessioni nuove.
A partire da un concetto analogo nasce e cresce Tessere Relazioni, che a un anno dall’inizio del progetto, negli spazi dell’Ex-Mu del comune di Villaputzu, organizza l’evento Vogliamo il pane e anche le rose. Al tavolo delle riflessioni sono stati coinvolti il Comune di Villaputzu, la Regione Sardegna – Direzione Generale delle politiche sociali, l’Associazione Rete Donna e l’Associazione Liberas, che insieme hanno dato il quadro sociale, politico ed economico della situazione sarda attuale. La violenza si manifesta in varie forme, una di queste è la violenza economica, un argomento importante, molto poco trattato, posto al centro del convegno. Viviamo in un paese in cui circa il 37% delle donne non ha un conto intestato a proprio nome. In questo senso la Regione Sardegna, prima in Italia, nel 2018 ha istituito il reddito di libertà (misura di sostegno per favorire l’indipendenza socioeconomica e l’emancipazione delle donne vittime di violenza domestica in condizione di povertà), solo successivamente questa misura è stata adottata a livello nazionale. Inoltre, e questa è la cosa più importante, il reddito di libertà a livello nazionale è di circa 400 euro e dura 12 mesi, mentre quello stanziato dalla Regione Sardegna ammonta quasi al doppio e ha la durata di 18 mesi. Certamente un passo importante, per un tema che richiede molta cura, risorse e attenzione, ancora una volta: collettive! Perché dietro la violenza di genere, non ci stancheremo mai di dirlo, c’è evidentemente un enorme problema culturale.
“ In tale quadro, alle donne che fuoriescono dalla violenza, non sarà quindi sufficiente fornire supporto affinché accedano e controllino le proprie risorse, ma sarà fondamentale modificare il sostrato culturale che crea norme, comportamenti sociali e servizi pubblici che ri/producono discriminazioni di genere che ostacolano il conseguimento dell’autonomia socioeconomica”.*
*(in Action Aid, Diritti in Bilico. Reddito, casa e lavoro per l’indipendenza delle donne in fuoriuscita dalla violenza, pp. 11, 2022.)
Vogliamo il pane e anche le rose
Non a caso è stato scelto quel titolo a presentazione dell’evento. L’espressione, coniata da Rose Schneiderman per indicare il diritto al lavoro delle donne come strumento di indipendenza economica e sociale, diventa poi slogan dello sciopero delle operaie dell’industria tessile di Lawrence nel 1912, “We want bread – and roses, too”, che ci riporta immediatamente alla memoria uno degli esempi più forti di opposizione operaia e femminile della nostra storia contemporanea.
Vogliamo il pane e anche le rose, curata da Simone Utzeri, viaggia sul filo della poesia e della lotta verso un immaginario nuovo; non solo una mostra, ma un vero e importante momento di incontro, che ha accolto i lavori tessili delle donne coinvolte nel progetto, le opere collettive create dalle stesse in collaborazione con l’artigiana Alessandra Pisanu di Villaputzu; le opere dell’illustratrice Chiara Foddis di Tertenia, che ha presentato una serie di riflessioni illustrate sul tema; le opere dell’artista-tessitrice Dolores Ghiani di Isili, ideatrice e creatrice di una forma di tessitura inedita. Un racconto-tessile, quello di Dolores Ghiani, di rara raffinatezza che, ancora una volta, rompe la tradizione, servendosi delle tecniche più varie e dei materiali più diversi, dal cotone al rame al nylon, dalla lana grezza alla stoffa di recupero, dalla carta al filato più pregiato. Nel cielo una nuvola d’inverno ora è un batuffolo di lana grezza, ora è lucida, di nylon come carica di pioggia, ora in un cielo terso di primavera la sua leggerezza è limpida: un ordito senza trama. Un linguaggio nuovo. Dolores Ghiani, che al telaio ha dedicato suo malgrado tutta una vita, sente a un certo punto l’urgenza di reinventare questa lingua antica, facendola uscire fuori dagli schemi del disegno tradizionale e donandole “con testardaggine e fantasia” una nuova veste. Con eccezionale delicatezza e una modalità del tutto inedita, tra le sue trame intreccia leggende antiche e storie attuali, memorie personali e collettive, che a ogni sguardo ci raccontano una storia nuova.
Tessere come cura
È noto, la tessitura è strettamente legata al raccontare. Ma tessere può essere anche elaborazione del dolore, individuale e collettiva. Qui, la tessitura è prima di tutto un momento di cura: una ricerca del sé, della propria storia, delle proprie origini, un momento di rinascita e crescita collettiva, verso una riconquista della propria immaginazione che, partendo dalla tradizione, volge lo sguardo oltre — alla consapevolezza di poter rompere il motivo noto, per reinventare e ricreare nuovi intrecci, nuove visioni, nuovi giardini in cui potersi incontrare, e raccontarsi, ancora. E ancora.
Chiara Foddis
NOTA REDAZIONALE
* Chiara Foddis, dopo la laurea in Lingue e Letterature straniere presso l’Università degli Studi di Siena, affianca all’attività di traduzione letteraria e alla ricerca sulle avanguardie russe lo studio di una nuova lingua, quella dell’albo illustrato.
Nel 2019 e 2020 è stata inclusa nel catalogo della mostra CICLA (Originale Illustration Exhibition of Chen Bochum International Children’s Literature Award, Shanghai) e, recentemente, nell’Annual24 di Autori di Immagini – la pubblicazione che premia l’illustrazione italiana contemporanea.
Ha pubblicato nel 2022 un’edizione illustrata della Sinfonia (2a drammatica) di A. Beli, in collaborazione con PetruШki, collana di letteratura sovietica “altra” dell’Università degli Studi di Torino.
Dal 2017 organizza laboratori di illustrazione e lingua straniera, dove l’apprendimento di nuovi linguaggi procede al passo dell’attività artistica e creativa.
profilo facebook chiara foddis
profilo instagram chiarafoddis_illustrazioni
TRAME
Sentir parlare di trame, violenza sulle donne, percorsi di protezione, a molti dei lettori abituali di questo Blog (La Bottega del Barbieri), fa sicuramente pensare ad una esperienza ultradecennale attiva a Imola, Trama di Terre, Centro Antiviolenza e associazione interculturale di donne provenienti da tutto il mondo, attiva dal 1997. Molti sanno che il direttore del Blog, Daniele Barbieri, è il marito di Tiziana Dal Prà, che di Trama di Terre è stata fondatrice, attivista e presidente sino a poco tempo fa.
La coincidenza non potevamo non sottolinearla, anche per la mai nascosta aspirazione del blog ad agevolare incontri e, appunto, fili da incrociare e tessere.
www.tramaditerre.it/, Su Trama di Terre, tra le varie in Bottega:
2010-trama-di-terre-lo-spazio-che-diventa-luogo/
2015-trama-di-terre-dalle-donne-per-le-donne/
2017-tramare-alla-luce-del-sole
Villaputzu, Link al Progetto, alla mostra, autrici e autori
Tessere Relazioni
Novembre 2023 RAI solidarietà e tessitura artigianale
Maggio 2024 RAI_esposti-i-lavori-delle-donne-in-difficolta
vogliamo il pane e anche le rose
Simone Utzeri – curatore mostra
profilo facebook simone utzeri
Dolores Ghiani
Breve Documentario:
Intervista RAI: tessitura-isili-artigianato-sardo-tappeti-arazzi
Maria Lai – Legarsi alla Montagna
I video “Legare collegare” di Tonino Casula e “Il nastro di Ulassai” di Romano Cannas, che documentano l’evento di Maria Lai “Legarsi alla montagna”, del settembre 1981:
RAICultura_il nastro di Ulassai