TNT licenzia e ingaggia i gorilla contro lo sciopero
i comunicati di SI Cobas e Patto d’Azione per un fronte unico anticapitalista e del CSA Vittoria
Nella vertenza contro il licenziamento dei lavoratori interinali che lavoravano da anni nell’impianto TNT di Peschiera Borromeo, ieri giovedì 9 luglio in Prefettura la FedEx/TNT aveva fatto un’offerta che non poteva non essere rifiutata dai lavoratori e dal SI Cobas: 15 assunzioni dal … 1 gennaio 2021 (quando un qualsiasi pretesto collegato alla crisi potrà
annullare l’offerta). E l’esclusione dai 15 della maggioranza di lavoratori a cui hanno mandato contestazioni disciplinari, in gran parte fasulle, fatte nel periodo costellato da scioperi.
Il SI COBAS ha contro-proposto le assunzioni a settembre, e il criterio da stabilire era in base all’anzianità; la FedEx ha risposto picche… e si era preparata per l’inevitabile sciopero della sera: spostando buona parte delle lavorazioni da Peschiera, dove c’è un’importante presenza
del Si Cobas, a San Giuliano, dove i lavoratori, in buona parte precari, non sono sindacalizzati, e assoldando una quarantina di vigilantes, la sua polizia privata, per aggredire il picchetto di sciopero.
Quando una parte del picchetto di Peschiera, operai licenziati e solidali, si è trasferita davanti al magazzino di San Giuliano, sono stati aggrediti da queste “guardie private” che a spintonate hanno fatto strada ai camion, sotto lo sguardo benevolo della pattuglia della polizia, che
anziché fermarli li aveva evidentemente incoraggiati all’aggressione.
Venuto meno l’aperto appoggio dello Stato che in due scioperi precedenti aveva mandato oltre un centinaio di poliziotti a sgomberare e aggredire gli scioperanti, FedEx riproduce in Italia i metodi usati durante gli scioperi di fine Ottocento e inizio Novecento dai capitalisti americani, che ingaggiavano il personale dell’Agenzia Pinkerton, per infiltrare i sindacati,
fornire guardie, tener fuori dalle fabbriche scioperanti e sospetti aderenti ai sindacati, e reclutare squadre di gorilla per intimidire i lavoratori. Anche qui, con la connivenza dei poteri statali.
È questo il futuro delle relazioni sindacali in Italia?
La violenta aggressione poliziesca del 9 giugno è stata un boomerang perché ha portato all’estensione del sostegno alla lotta contro i licenziamenti, e alla sua politicizzazione. Anche
l’uso di gorilla al soldo del padrone americano si rivelerà un boomerang se la risposta sarà l’estensione del sostegno ai lavoratori licenziati e alla lotta contro la precarizzazione. Ieri sera e per tutta la notte hanno scioperato, soprattutto perché hanno percepito che l’attacco non si limita a Peschiera Borromeo ma investe l’intera filiera FedEx/TNT, per un piano di ristrutturazione, riorganizzazione dei magazzini a livello nazionale, tutti i lavoratori di FedEx/TNT di Piacenza, di Brescia, di Bologna (dove sono stati trovati 36 lavoratori positivi al Covid-19 a causa della mancanza di adeguate misure di sicurezza: contro l’azienda che voleva continuare a lavorare, il SI Cobas ha chiesto la chiusura per la sanificazione, chiusura poi disposta dall’AST). FedEx ha pagato un costo pesante per la propria intransigenza.
La lotta alla TNT non riguarda solo 66 licenziati, ai quali TNT offre soldi pur di liberarsi di lavoratori sindacalizzati. Riguarda la ristrutturazione del gruppo, che vuole potenziare la distribuzione del materiale sul piano internazionale e aumentare quella che chiama “flessibilità” occupazionale e che in realtà significa precarizzazione, con lavoro a termine e soprattutto interinale, formula ideale per spezzare la presenza sindacale sottoponendo i lavoratori a un continuo ricatto. Negli USA, con questi metodi, FedEx ha impedito l’ingresso del sindacato tra i 250 mila lavoratori in centinaia di magazzini. Dove questi si organizzano, licenzia gli organizzatori con pretesti disciplinari inventati per terrorizzare tutti. Occorre sconfiggere questa linea in Italia.
E la lotta non riguarda solo FedEx/TNT. I suoi concorrenti in Italia DHL, GLS, SDA, BRT ecc. guardano alla vertenza TNT pronti a seguire FedEx nella politica antisindacale e nella ristrutturazione del settore, se questa avesse successo.
Sarebbe la ri-precarizzazione del settore della logistica dopo che nei gruppi più concentrati dopo oltre un decennio di lotte i lavoratori sono passati dal semischiavismo al rispetto, da salari di fame a salari decenti, e stanno lottando per migliorare le condizioni di lavoro e la sicurezza. I padroni vorrebbero spegnere il fuoco del settore che in questo decennio ha tenuta accesa la fiaccola della lotta e conquistato importanti miglioramenti, per evitare che esso si estenda agli altri settori, che la crisi metterà in movimento nei prossimi mesi.
Per questo la provocazione di FedEx non deve restare senza risposta, una risposta ferma e ampia di tutto il movimento che in questi mesi non ha accettato che la salute fosse sacrificata al profitto, che non accetta che la precarietà diventi lo standard del lavoro, che non accetta la sottomissione del lavoro agli interessi del capitale, e che per questo ha stretto un Patto d’Azione per un fronte unico anticapitalista, che ha permesso di coagulare un fronte ampio di forze solidali: a Milano e a Piacenza in ogni picchetto erano presenti centinaia di persone, il che vuol dire una forza sul campo capace di resistere alla repressione scatenata dai padroni
SI Cobas
Patto d’Azione per un fronte unico anticapitalista
(*) ripreso da pungolorosso.wordpress.com/
QUESTO IL COMUNICATO del CSA VITTORIA