Tom Wolfe: «Electric kool-Aid Acid Test»
sugli anni in cui in America l’LSD era legale e sui Merry Pranksters cioè la comune di Ken Kesey (quello di «Qualcuno volò sul nido del cuculo»)…
di Dianella Bardelli
Nel 2013 per gli Oscar Mondadori è stato di nuovo pubblicato in italiano «L’Acid test al rinfresko elettriko» di Tom Wolfe, con il titolo originale in inglese: Electric Kool-Aid Acid Test e una nuova traduzione di Stefano Mazzurana. La Feltrinelli l’aveva pubblicato nel lontano 1968 con la traduzione di Attilio Veraldi.
Ripubblicarlo è stata davvero una gran bella scelta, era ormai introvabile, personalmente lo trovavo solo in un paio di biblioteche di Bologna.
Nella nota dell’autore alla fine del libro Tom Wolfe scrive: “Ho cercato non solo di raccontare ciò che i Pranksters hanno fatto ma di ri-creare quell’atmosfera mentale o realtà soggettiva”. Questa precisazione è importante altrimenti chi legge il libro non crede che tutto quello che c’è scritto sia realmente accaduto. La bravura di Wolfe consiste proprio in questo: raccontare una storia vera, con persone, luoghi, dettagli reali, come se fosse tutto inventato.
Il romanzo rende conto del periodo di transizione tra l’epoca beat e quella hippy. Riguarda le “gesta” dello scrittore Ken Kesey, che dopo il successo del suo romanzo “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (1962) comprò una casa a La Honda, in California, e ci si installò con moglie, figli e un gruppo di amici. A tutto il gruppo diede il nome di Merry Pranksters.
Lo scopo di questa “comune” era quello di proseguire gli esperimenti con l’LSD a cui Kesey aveva partecipato nel 1959 come cavia presso il Veterans Hospital di Menlo Park.
In quegli anni era legale l’LSD, cioè lo si poteva produrre e consumare liberamente. Divenne illegale nel 1965, tanto che Kesey dopo aver organizzato varie feste a base di musica con I Grateful Dead e LSD ( chiamati appunto Acid Test ) decise che bisognava continuare a sperimentare ma senza più droghe. “E’ mia opinione, disse, che è tempo di passare da ciò che è stato a qualcos’altro. L’onda psichedelica si stava formando sei, otto mesi fa quando me ne andai in Messico. E’ cresciuta da allora , ma non si è mossa…non c’è stata creatività“.
L’epopea psichedelica dei Merry Pranksters durò quindi appena tre anni. All’inizio dopo un po’ di vita comunitaria a La Honda, Kesey comprò uno scuolabus attrezzato per viverci e tutta la truppa cominciò a viaggiare per raggiungere New York dove Kesey doveva presentare il suo nuovo romanzo “Sometimes a great notion”. Siamo nella primavera del 1964 e all’autobus viene dato il nome Further.
Gran parte di Electric Kool-Aid Acid Test è dedicato a questo viaggio a base di aranciata all’LSD. La guida viene affidata nientemeno che a Neal Cassady che nel frattempo ha raggiunto il gruppo. Il motto diventa: “Sull’autobus o giù dall’autobus”, che non è una frase così scema se la si interpreta in senso metaforico.
In luglio raggiungono New York. In un appartamento di amici diedero una festa a cui invitarono anche Jack Kerouac. “Fu come dirci ciao e addio. Kerouac era la vecchia stella, Kesey era la nuova cometa selvaggia dell’Ovest diretta Cristo sapeva dove”.
Poi a Kesey venne in mente di organizzare gli Acid Test. La parola d’ordine diventa quella scritta sui volantini che pubblicizzano gli Acid Test: Te la senti tu di superare l’Acid Test? Ma in cosa consisteva? Musica dei Grateful Dead, luci stroboscopiche, il film del viaggio sull’autobus e aranciata all’LSD.
L’ultima parte del romanzo è dedicata alla fuga in Messico di Ken Kesey dopo che fu accusato di possesso di marijuana e al suo successivo ritorno a San Francisco per farsi processare. Quello che lo salva durante il processo è il ripudio dell’LSD. E dopo soli cinque giorni di prigione è fuori.
Per rendere più credibile il “pentimento” Kesey partecipa ad una trasmissione televisiva dal titolo eloquente: Il pericolo dell’LSD.
“ Bene, dimmi Ken puoi darci un’idea di come sia un viaggio con l’Lsd?”
” Sì, ti manda fuori di testa”
Tucker lo fissa…
“Bene…adesso, tu stai per… dire a tutti di non prenderlo più, è esatto?”
“Sto per dir loro di di passare alla fase successiva”.
Poco dopo Kesey tornò nell’Oregon con moglie e figli e si sistemò in un capanno nella proprietà di suo fratello Chuck. Qui ricominciò a scrivere romanzi.
A chi può interessare questo romanzo? Agli appassionati della letteratura americana tra il ’60 e il ’70, naturalmente. Chi non lo è ci può trovare una storia avventurosa che è impossibile collocare in un posto diverso dagli Stati Uniti. E ci può trovare lo spaccato di quello che si inventò una minoranza di sovvertitori del convenzionale modo di vivere americano. E ci trova anche una storia più unica che rara, in cui un autobus tutto dipinto di colori fosforescenti, abitato da donne, uomini e bambini anche loro tutti fosforescenti, passa indisturbato per città e paesi inondando la popolazione con musica a tutto volume e provocazioni anti–benpensanti. Una storia strana, tutto sommato. Ma molto interessante se si pensa che non è pura invenzione.
(*) ripreso da l’alter blog di Dianella Bardelli: http://lascrittura.altervista.org